Filiere fragili, transizione a rischio: ANIE lancia l’allarme sulle materie prime
Oltre 60 miliardi di euro di produzione industriale dipendono da materie prime critiche importate: l’allarme del settore elettrotecnico ed elettronico.
Le recenti crisi globali, dalla pandemia ai conflitti internazionali, hanno rivelato la fragilità delle catene di approvvigionamento industriali italiane. Nel settore tecnologico rappresentato da ANIE Confindustria, la dipendenza dalle Materie Prime Critiche (MPC) pesa su una produzione industriale di oltre 60 miliardi di euro, esponendo l’intero sistema manifatturiero a rischi geopolitici crescenti.
In particolare, l’industria elettrotecnica ed elettronica, pilastro essenziale per la doppia transizione digitale e sostenibile, si trova fra i settori più vulnerabili a causa della forte dipendenza da materiali tecnologici difficili da sostituire.
La strategia europea per ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime
Per fronteggiare questa dipendenza, la Commissione europea ha varato il Regolamento 2024/1252/UE, il cosiddetto “Critical Raw Materials Act”. Il regolamento fissa obiettivi precisi da raggiungere entro il 2030: estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche nell’UE, raffinarne il 40% sul territorio europeo e riciclarne almeno il 15%.
Le risorse strategiche, come litio, rame e terre rare, oggi sono concentrate principalmente in Cina e Repubblica Democratica del Congo, aumentando la vulnerabilità dell’Europa nella sua transizione energetica e digitale.
Le imprese italiane reagiscono: diversificazione e innovazione per le materie prime
Di fronte a uno scenario incerto, molte imprese italiane hanno adottato misure concrete. Un’indagine condotta da The European House – Ambrosetti e ANIE Confindustria (“Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”) mostra come il 70% delle aziende associate abbia diversificato i mercati di approvvigionamento, il 49% abbia rafforzato la gestione scorte e il 38% abbia rivisto prodotti e processi per contenere i rischi.
Le aziende puntano su tecnologie digitali avanzate, come modelli predittivi e digital twin per ottimizzare la logistica, collaborazioni R&D con i fornitori e il riciclo di materiali da rifiuti industriali e prodotti dismessi. Sono inoltre in corso investimenti in impianti di riciclo avanzato, anche in sinergia con enti locali e università.
Economia circolare: leva strategica per l’autonomia
ANIE sottolinea come l’economia circolare non sia solo una risposta ecologica, ma una leva strategica contro la scarsità di materie prime critiche. Per essere efficace, servono incentivi stabili e procedure semplificate per le PMI, oltre alla creazione di un mercato europeo delle materie prime secondarie sostenuto da normative e agevolazioni fiscali che premiano il recupero.
Materiali non energetici: una criticità emergente
Oltre all’energia, cresce il problema delle materie prime non energetiche indispensabili per la produzione avanzata. Il 55,6% delle imprese associate ANIE registra difficoltà strutturali nel reperimento di questi materiali; oltre il 60% teme la dipendenza da metalli industriali quali rame, alluminio e litio. Problemi riguardano anche componenti elettronici, con il 40% degli intervistati preoccupato dalla dipendenza estera per forniture tecnologiche avanzate.
Le richieste per un quadro normativo efficace
Le aziende del comparto chiedono incentivi alla diversificazione e al reshoring, semplificazioni autorizzative per riciclo ed estrazione, investimenti su materiali alternativi e tecnologie circolari, stipula di accordi strategici con paesi chiave e strumenti finanziari dedicati alle PMI per rafforzare la resilienza delle filiere.
Il programma nazionale di esplorazione mineraria: un primo passo verso le materie prime
Il 2025 segna una svolta importante con l’avvio del Programma nazionale di esplorazione mineraria, coordinato dal Servizio Geologico d’Italia di ISPRA. Con 14 progetti attivi e un investimento di 3,5 milioni di euro, il piano punta a mappare le risorse nazionali, attrarre investimenti e ridurre la dipendenza estera.
«Non possiamo più permetterci di dipendere da filiere fragili concentrate in poche aree del mondo» – dichiara Filippo Girardi, Presidente ANIE Confindustria – «Il settore elettrotecnico ed elettronico è pronto a fare la sua parte e accogliamo con favore l’approvazione del Programma nazionale di esplorazione mineraria come primo passo importante. Ma è fondamentale che le istituzioni sostengano questo sforzo con politiche industriali coraggiose, investimenti nella transizione circolare e strumenti concreti per rafforzare l’autonomia tecnologica del Paese».
«Le catene europee di approvvigionamento sono fortemente dipendenti da Paesi esteri per forniture strategiche alla transizione sostenibile e digitale: una vulnerabilità che mette a rischio la competitività del nostro continente” – dichiara Valerio de Molli, Managing Partner & CEO di The European House Ambrosetti. “Per questo motivo, lo Studio Strategico realizzato insieme ad ANIE evidenzia come la resilienza delle supply chain sia una delle leve decisive per rafforzare la base industriale europea. Il Critical Raw Materials Act ha introdotto obiettivi vincolanti, ma i progressi sono ancora troppo lenti. È quindi indispensabile accelerare, sviluppando una vera economia circolare europea e stipulando accordi industriali con Paesi strategici, perché senza sicurezza negli approvvigionamenti la doppia transizione rischia di rimanere incompiuta».
Un contributo per il futuro dell’industria italiana
Lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, promosso da ANIE in occasione del suo 80° anniversario con Intesa Sanpaolo come main partner, si propone di alimentare il dibattito sulle politiche industriali necessarie per rafforzare la competitività e la resilienza del settore tecnologico italiano. Il progetto ha visto la collaborazione di CEI, IMQ Group e aziende leader come ABB, Alstom, Hitachi Rail, Prysmian e altri.



