La sfida infinita con l’innovazione

Dove un’economia locale cresce e prospera per anni intorno a un settore industriale, i benefici sono alla portata di molti, sia dei grossi impianti produttivi sia di tante attività piccole e medie legate all’indotto. Nel tempo, questo legame rischia di rivelarsi anche un pericolo per il futuro dell’azienda, con il proprio destino legato inevitabilmente alle strategie del partner. Esempio pratico di una tale situazione si trova in provincia di Como, dove per anni l’evoluzione dell’industria tessile ha favorito la crescita di realtà anche in altri settori. Tra questi un ruolo, piccolo per dimensione rispetto ad altre zone, ma significativo per qualità e competenze, ha saputo ritagliarselo anche il mondo dell’elettronica. Lo sviluppo dei sistemi di automazione e di apparecchiature a supporto delle attività produttive ha infatti stimolato la formazione di una nicchia capace di individuare specializzazioni nelle quali rivelarsi eccellenze. Una parte di queste si è trovata inevitabilmente a dover fare i conti con i cambiamenti dettati dai nuovi scenari dell’economia. Non manca tuttavia chi ha saputo mettere a frutto anni di esperienza per sperimentare nuove strade. Una ricerca costante di nuove sfide permette infatti di restare competitivi anche quando intorno a sé il panorama si rivela tutt’altro che incoraggiante.

Piccole grandi realtà
Bulgarograsso, un piccolo paese in provincia di Como, nasconde una dimostrazione di quanto tutto questo sia possibile, puntando sulle proprie forze senza mai trascurare di lavorare sui punti deboli e senza oltretutto mai stancarsi di mantenere una visuale attenta a quanto accade intorno a sé.
Operiamo nel campo dell’elettronica da sempre, ormai sono esattamente vent’anni”, racconta Alessandro Ratti, titolare di RSR. “Siamo specializzati nella progettazione di componenti e solo occasionalmente seguiamo anche la produzione, solo nel caso di campionature o di tirature comunque al di sotto dei cinquanta pezzi”. Progettazione, prototipazione e realizzazione del software abbinato ai componenti elettronici sono stati individuati da subito come fattori sui quali poter convogliare competenze e abilità acquisite nel tempo, scartando a priori la tentazione di puntare a ordini numericamente più consistenti ma inevitabilmente legati alla concorrenza sul prezzo. Fondamenta stabili, sulle quali costruire una realtà capace di adattarsi all’evoluzione del mercato. “La prima attività riguardava le bilance elettroniche, un settore dove all’inizio si era in pochi”, prosegue Ratti. “In Italia era un settore importante, poi negli ultimi anni si è registrato un calo, tanti hanno dovuto chiudere e noi abbiamo cercato alternative”.
Un destino comune a tante aziende in una provincia dove il trasferimento delle grandi industrie ha lasciato segni ancora evidenti sul territorio. Secondo i dati Infocamere elaborati dalla Camera di Commercio Industria e Artigianato di Como infatti, nel 2012 alla voce Fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche risultano registrate 15 aziende, una cifra molto bassa per il volume storico dell’economia locale. A parziale consolazione, è utile rimarcare come rispetto all’anno precedente, emerga un aumento di due unità. Cifre ancora più contenute per quanto riguarda l’ambito più specifico della Fabbricazione di componenti elettronici, con 8 aziende attive, rimaste invariate negli ultimi due anni.

Tra progettazione e specializzazione
Dati di fronte ai quali emerge l’importanza di sapersi adattare ai mutamenti di scenario, senza tuttavia snaturare le proprie potenzialità. “Abbiamo individuato alternative promettenti in ambito automobilistico”, riprende Ratti, “mettendo a punto sistemi per la revisione degli autoveicoli. In Italia siamo non più di una decina in grado di progettare questo tipo di attrezzature”. Come nel caso delle bilance, affrontare la nuova sfida nella manutenzione degli autoveicoli, sfruttando la spinta dell’obbligatorietà delle procedure per la revisione periodica, ha permesso di mettere a frutto l’esperienza e insistere nell’attività di sviluppo, un impegno faticoso i cui risultati però sono quasi garantiti. “Cerchiamo sempre di arrivare a produrre qualcosa che non sia semplice evoluzione, ma porti a qualcosa di nuovo. Per esempio, dove nel campo delle misurazioni una volta si usavano i sistemi a bolla, ora la norma sono strumenti elettronici, e noi siamo stati tra i primi a metterli a punto”. I risultati in questo caso non tardano ad arrivare. Proprio da questi successi è però importante cogliere la motivazione per proseguire. Consapevoli di quanto possa rivelarsi pericoloso cedere alla tentazione di godersi un traguardo. “Non ci si può fermare un momento, bisogna sempre studiare e aggiornarsi. È faticoso, ma è anche quello che ci ha salvato dall’abbattimento dei costi. Bisogna mantenere un rapporto costante con il cliente, per sapere esattamente ciò di cui ha bisogno e ottenere indicazioni utili su dove orientare la nostra ricerca. In questo caso, parlare la stessa lingua è fondamentale e in questo senso il territorio presenta ancora buone opportunità”.

Un territorio a bassa vocazione elettronica
Per avere un’idea di quanto queste difficoltà siano reali, è sufficiente considerare lo stato di salute del settore più generico nel campo dell’elettronica. La Fabbricazione di altri componenti elettronici in provincia di Como conta infatti 26 aziende, una cifra decisamente limitata nel contesto di un’economia tra le più forti in Italia. Un settore, inoltre, in sofferenza, dove si contano tre imprese in meno rispetto al 2011. “Devo precisare come spesso la nostra sia un’attività anticiclica, perché quando gli affari vanno bene, di solito si tende a investire meno sulla progettazione”, spiega Ratti. “Incrociando le dita, posso comunque affermare che ce la caviamo bene. La nostra strategia sembra pagare, al punto che stiamo cercando nuove figure e anche per il 2013 mi sento ottimista”.

Alcuni spunti per essere ottimisti
La capacità di ascoltare un cliente a tradurre quindi in pratica le relative esigenze, permette a RSR di non doversi preoccupare più di tanto della concorrenza, ma di pensare soprattutto a mantenere elevato il proprio profilo in fatto di competenze e capacità di sviluppare nuovi sistemi. Aiutare il cliente a soddisfare una propria necessità offre all’azienda la possibilità di estendere le competenze e a sua volta di proporre ulteriori sviluppi e messe a punto. Un circolo virtuoso i cui risultati si fanno apprezzare. “Credo che l’elettronica sia un settore con ancora ampie possibilità di sviluppo e intendiamo individuarle. Gli spunti non mancano, come per esempio portare più tecnologia sui prodotti di largo consumo, penso a una maggiore integrazione tra hardware e software in un settore come quello dei telefoni cellulari, magari per ottenere un’interfaccia simile. Parliamo però di idee in un contesto decisamente complicato dove c’è parecchio da lavorare”. Osservando con attenzione una realtà dove l’elettronica è un elemento ormai usuale nella vita di molte persone, gli spunti non mancano. Quello capace di fare la differenza, è l’abilità nel coglierli e tradurli in soluzioni concrete alla portata di tutti. “In tanti ambienti di uso comune, spesso le difficoltà di utilizzo sono ancora da superare”, conclude Alessandro Ratti. “Penso quindi ad ambienti di sviluppo più amichevoli, interfacce grafiche più immediate e più uniformi, capaci anche di favorire la diffusione”.

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