Soluzioni per un’esperienza digitale completa

Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1980 a San Josè in California, si è dedicata allo sviluppo e al perfezionamento di tecnologie indirizzate a ottimizzare la trasmissione e l’elaborazione di segnali digitali, con particolare attenzione a precisione, time-to-market ed evoluzione degli standard. Oggi Idt sviluppa semiconduttori mixed-signal a basso consumo destinati al mondo della comunicazione digitale, forte di un vasto patrimonio tecnologico orientato al futuro. La società conta su più di 2.400 dipendenti presenti in tutto il mondo, sulla produzione di oltre 1.300 prodotti offerti in 15.000 differenti confi gurazioni, su un canale di vendita che garantisce una copertura capillare, sulle competenze nel silicio a segnali misti dei diversi centri di progettazione e su una struttura dedicata alla produzione, all’assemblaggio e al test. A seguito della pesante crisi che ha colpito il settore dopo il 2000, Idt ha subito una profonda evoluzione e una importante riorganizzazione, guidata negli ultimi anni da Pietro Polidori, vice president per l’area Emea.

Quali sono i programmi più importanti a cui si è dedicato in Idt?

Ho incominciato a lavorare in Idt 13 anni fa, e da allora il mio impegno è stato costantemente rivolto alla crescita della mia azienda. Quando nel 2002, a seguito della crisi che ha interessato il settore delle comunicazioni, in un momento non particolarmente felice per l’industria dei semiconduttori, mi sono trovato a guidare l’attività commerciale di Idt in Europa, la situazione non era tra le migliori. Mi sono quindi totalmente dedicato a riportare la società alle crescite, e in questo senso il mio primo impegno è stato rivolto ad un alleggerimento della struttura e dei costi. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, abbiamo dovuto fare scelte drastiche e a volte anche difficili, in termini di ridimensionamento della struttura e dei partner. Scelte che comunque si sono rivelate vincenti; a dimostrazione una nuova struttura, il cui fatturato è praticamente raddoppiato e i cui costi sono stati dimezzati. Grazie a questo Idt è ritornata a crescere; oggi è un’azienda sana e solida, con un fatturato di circa 800 milioni di dollari, un cash fl ow positivo e un margine operativo del 20%.

È cambiato molto rispetto al passato nelle strategie di Idt?

Per uscire dalla crisi che negli anni passati ha portato ad una significativa riduzione dei vendor presenti sul mercato, non è stato ovviamente sufficiente ridurre i costi, ma è stato necessario reinventare una strategia completamente differente. Siamo così passati dall’essere una società dedicata alla produzione di Sram e di dispositivi commodity, incentrata sulla vendita del prodotto, caratterizzata da una produzione di tipo verticale e con una strategia basata sul processo, ad essere una società che sviluppa soluzioni di timing, video, switching e memory interface, focalizzata sui dispositivi analogici Assp, in grado di instaurare con il cliente un rapporto di tipo collaborativo, con una produzione di tipo flessibile e una strategia basata sull’applicazione. Grazie a questo oggi possiamo proporci come un’azienda “solution driven”, leader assoluto nell’ambito delle tecnologie mixedsignal dedicate ai digital media, ovvero a tutte quelle informazioni che si muovono su qualsiasi infrastruttura di rete in formato digitale.

Qual è il vostro punto di forza e di differenziazione in termini di sviluppo tecnologico?

Il nostro punto di forza a livello di sviluppo tecnologico è da ricercarsi nella capacità di mixare le tecnologie che abbiamo disponibili. Per questo abbiamo adottato un modello di business assolutamente sinergico tra tutte le divisioni, che ci permette di comprendere quali sono le tecnologie che è possibile utilizzare come base per lo sviluppo dei prodotti futuri, come dei mattoncini del Lego che possono essere impiegati per fare costruzioni differenti. Un facile esempio in questo senso può essere quello della nostra tecnologia SerDes, che abbiamo utilizzato nel computing, ad esempio nei prodotti AMB o nei PCIe, nelle comunicazioni, con i prodotti sRIO switch, e nel consumer con i nuovi prodotti DisplayPort. Per questo abbiamo anche radicalmente modificato l’approccio ai clienti; ora cerchiamo di essere più attenti nel comprendere le loro reali necessità, nel guardare le soluzioni da loro adottate e nel proporre eventualmente delle valide alternative che consentono di migliorare ulteriormente le prestazioni dei prodotti finali.

Quali reali vantaggi può portare ai clienti il vostro nuovo modello di business?

Possiamo dire che le nostre capacità progettuali portano al cliente vantaggi in termini di miglioramento del time-to-market, di profonda comprensione delle applicazioni e di supporto progettuale attraverso una solida struttura di Application Engineer locali. Dal punto di vista dell’eccellenza tecnologica i benefici per il cliente sono da ricercarsi nell’ottimizzazione dell’applicazione, nell’integrazione dei prodotti analogici con un conseguente risparmio energetico, economico e di spazio, e nell’offerta di soluzioni customizzate e di architetture più efficienti. Infine non va dimenticato che la nostra solidità finanziaria rappresenta per il cliente un valore importante, in termini di una maggior consapevolezza e di sicurezza della nostra stabilità, della nostra capacità di continuare ad investire e della nostra futura presenza sul mercato.

Qual è la strategia che in Idt traina lo sviluppo di nuovi prodotti? Come siete orientati per quanto riguarda le scelte produttive?

Siamo tra le società di semiconduttori maggiormente orientate a investire nella ricerca, e lo dimostrano i numeri: 160 milioni di dollari investiti in R&D, che corrispondono a circa il 20% del fatturato. Tali investimenti sono distribuiti ai vari Design Center di cui disponiamo a livello mondiale, e in particolare a quello di Shanghai, dove oltre 140 persone si dedicano alla progettazione di quelle che saranno le tecnologie del futuro. Per quanto riguarda le scelte produttive, nel corso di questi ultimi anni abbiamo modificato le strategie scegliendo un modello di tipo “fablite” che ci permette di concentrarci sul nostro core business. Oggi infatti realizziamo direttamente circa la metà dei prodotti, mentre la parte restante viene prodotta in outsourcing da partner che, investendo in tecnologie e processi all’avanguardia, sono in grado di gestire con efficienza e rapidità prodotti su vasta scala.

Quali sono i mercati e le applicazioni finali che stanno trainando le vostre crescite e quali soluzioni offrite ai clienti di questi settori?

Computing e communication rimangono i nostri mercati di riferimento, entrambi con una share del 40%, mentre si è progressivamente ridotto il ruolo delle Sram, settore in cui non stiamo più investendo, a favore del mercato consumer, che oggi costituisce il 14% del nostro business. Mercati in fermento come quelli di server, Pc e notebook esigono tempi di sviluppo sempre più brevi e continui aggiornamenti tecnologici. In questo campo Idt si distingue per la sua offerta di tecnologie di timing, comunicazione seriale ad alta velocità e switching. Oggi l’incremento di prestazioni si affi anca alla pressante esigenza di bassi consumi: gli switch di Idt consentono di realizzare soluzioni applicative ad alte prestazioni e bassi consumi per il trasferimento dei contenuti digitali, grazie anche al know-how in materia di comunicazioni seriali ad alta velocità. Non sono da meno le soluzioni per Pc e notebook, che consentono all’utente di fruire al meglio delle prestazioni multimediali audio e video. L’elaborazione di sistemi che consentono di rimuovere gli ostacoli a un rapido ed efficace accesso alle informazioni che percorrono il network è invece il contributo di Idt alla comunicazione digitale. Questo risultato è ottenuto incrementando l’efficienza di network e application specifi c processor attraverso l’ottimizzazione di alcune funzioni basilari del core. L’affidare funzioni attinenti alla qualità del servizio a clocks, motori di ricerca e pre-processing switches, riservando al processore l’elaborazione del contenuto, è la chiave del successo di Idt nel settore communication. Il mercato consumer, costituito da game console, lettori Dvd, fotocamere, telefoni, set-top box, ma anche Tv digitali e dispositivi di intrattenimento per l’auto, è in continua e rapida evoluzione. In questo settore gli utenti esigono prestazioni sempre maggiori, costi inferiori e maggiore autonomia di alimentazione; l’obiettivo di Idt è di offrire soluzioni in grado di incrementare prestazioni ed effi cienza energetica. Se nel computing e nel communication possiamo tranquillamente affermare di avere raggiunto in determinate applicazioni una posizione di assoluta leadership, è il consumer il settore a cui attualmente stiamo dedicando una particolare attenzione e in cui, pur essendo già discretamente posizionati, pensiamo di avere ancora molte soluzioni da offrire.

Recentemente avete creato una divisione focalizzata allo standard DisplayPort. Quali sono le aspettative di crescita in questo senso?

Facendo leva sul DisplayPort, lo standard di interfacciamento per la visualizzazione digitale proposto dalla Vesa, ci siamo da tempo concentrati sullo sviluppo di soluzioni di controllo e di interfacciamento per la nuova generazione di display digitali. Abbiamo combinato le competenze nel campo delle tecnologie seriali, di memorizzazione e di interfacciamento per offrire ai clienti servizi di progettazione ottimizzati, personalizzati e orientati all’effi cienza energetica. Disponiamo già di un prodotto DisplayPort funzionante, e stiamo stringendo accordi con i clienti e i partner del settore. Integrando una serie di dotazioni avanzate per la minimizzazione dei consumi, la riduzione dei costi e della complessità del progetto, i nostri dispositivi DisplayPort costituiscono un importante elemento di differenziazione per il mercato dei display. Ed essendo stati precursori nel supportare questa nuova tecnologia nutriamo grandi aspettative e siamo convinti che il DisplayPort possa costituire per Idt un ottimo, anche se non l’unico, motore di crescita.

Che ruolo occupa la distribuzione all’interno delle vostre strategie commerciali?

Durante la fase di ristrutturazione dell’azienda abbiamo anche deciso di cambiare il modello di business, scegliendone uno in cui la distribuzione riveste un ruolo fondamentale. Per questo abbiamo scelto dei partner di riferimento a cui delegare tutte le attività, anche quelle legate al design-in e alla demand creation. Il distributore deve però essere motivato e poter lavorare in completa sicurezza. Per questo motivo la politica distributiva di Idt è basata su un rapporto con pochi player: il gruppo Arrow, che opera su tutto il territorio europeo, affiancato in ogni Paese da un distributore nazionale focalizzato sulle attività di design-in (Kevin Shurter in Italia). La distribuzione riveste oggi per Idt un ruolo importante, e non solo perché dal canale deriva oltre il 45% del nostro fatturato, ma anche perché è in grado di supportarci nelle attività di creazione della domanda. Oggi, grazie anche all’evoluzione della nostra offerta di prodotto e alla nostra presenza sui reference design dei maggiori produttori, per il distributore siamo diventati molto più appetibili di un tempo, e insieme, soprattutto nell’ultimo periodo, siamo riusciti a realizzare delle crescite interessanti.

Dal suo osservatorio privilegiato, quali differenze riscontra nello sviluppo di nuovi progetti tra l’Italia e gli altri Paesi europei?

È vero che l’Italia non ha più grandi e importanti realtà produttive attive nel settore, ma è anche vero che nel nostro Paese esistono centri di progettazione che stanno generando ottimi progetti, e che non hanno nulla da invidiare alla Francia o al Regno Unito. Sono assolutamente convinto che in ambito progettuale l’Italia possa avere ancora molto da dimostrare, grazie anche all’elevato numero di talenti che siamo in grado di far uscire dalle Università. Gli italiani sono ben visti in tutto il mondo come ricercatori, e anche i nostri manager a livello europeo godono di un ottimo posizionamento. Sono anche certo però che siamo ancora al di sotto delle nostre potenzialità e che si possa fare molto di più; viviamo in un settore che con una gestione differente potrebbe essere facilmente rivitalizzato.

Quali sono i vostri progetti di crescita per i prossimi anni?

Gli obiettivi che ci siamo posti per il nostro anno fiscale 2011 sono decisamente ambiziosi e ci proiettano nei prossimi tre anni a un incremento del fatturato del 40%. Le crescite previste sono basate su razionali molto forti. Siamo infatti una realtà solida, ben gestita, con una strategia molto aggressiva e ottimamente posizionata per crescere, e siamo convinti che i nuovi prodotti che verranno lanciati nei prossimi mesi daranno un apporto importante. Tra i mercati in cui pensiamo di poter sperimentare le crescite più significative va citato sicuramente il consumer, settore in cui stiamo già lavorando nell’ambito degli handset e dei flat panel display, prodotti che credo continueranno a trainare lo sviluppo del mercato dei semiconduttori nei prossimi anni. Per quanto mi riguarda, il mio personale obiettivo è ancora più ambizioso, ed è di proseguire sulla strada intrapresa negli ultimi tre anni, portando Idt a crescere in Europa più velocemente del mercato e, se possibile, anche più di quanto farà Idt nel mondo.

Rientrano negli strumenti utilizzati per crescere anche le acquisizioni?

In passato abbiamo fortemente benefi ciato di una serie di importanti acquisizioni, tra cui è esemplifi cativa quella di Ics, che ci ha permesso di diventare leader nei prodotti di timing. Per questo posso solo confermare che Idt è da sempre ben disposta verso le acquisizioni, ma solo quando si tratta di portare in casa nuove competenze e tecnologie. A conferma un team interno che in Idt è dedicato alle attività di Merger & Acquisition.

La situazione economica è critica e il 2008 è incominciato sottotono. Qual è la vostra visione sull’andamento dell’industria dei chip per l’anno in corso?

Giunti ormai alla metà dell’anno possiamo con certezza affermare che il 2008 sia un anno di transizione, caratterizzato dalla notevole pressione in termini di prezzi che si sta verifi cando su alcuni mercati, tra cui quello delle memorie e, per le imprese europee, dalle sofferenze legate ai problemi valutari. La crescita per l’industria dei semiconduttori dovrebbe posizionarsi tra il 2,5% e il 6%. In questo panorama il ruolo produttivo dell’Europa si è già da tempo ridimensionato, ma fortunatamente possiamo ancora contare su una forte base progettuale.

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