Dispositivi diagnostici indossabili: cosa riserva il futuro?

Pazienti e consumatori sono i maggiori sostenitori dei dispositivi diagnostici indossabili mentre un medico su due ne auspica un maggiore utilizzo.

Molex e Avnet hanno pubblicato i risultati del sondaggio globale “Dispositivi diagnostici indossabili: il futuro del monitoraggio medico”, commissionato a Dimensional Research.

603 gli individui qualificati intervistati, che ricoprono ruoli di progettazione e con responsabilità per i dispositivi diagnostici indossabili.

Sostegno e accettazione in crescita

Un numero crescente di sostenitori sta incoraggiando un maggiore utilizzo dei dispositivi diagnostici indossabili, guidato da pazienti e consumatori (61%), medici e altri professionisti sanitari (47%) assieme agli assistenti domiciliari (44%). Non sorprende che le compagnie assicurative, alcuni medici e altri professionisti sanitari, assieme ai tecnici sanitari, rimangano esitanti o si oppongano a un maggiore utilizzo.

Entro i prossimi cinque anni, tuttavia, gli ingegneri progettisti si aspettano un’adozione diretta da parte dei consumatori di dispositivi per il controllo dell’obesità (61%), il rilevamento e la correzione della postura (59%), il rilevamento di malattie in base al respiro (51%), il monitoraggio della salute riproduttiva (50%) e il monitoraggio di malattie infettive (49%).

Tra gli esempi di nuovi dispositivi medicali indossabili che si prevede saranno disponibili entro i prossimi cinque anni si annoverano quelli per il monitoraggio del diabete, del sonno, per l’analisi dell’andatura, per la scansione CT mobile, per le anomalie genetiche e per il deterioramento della vista.

Persistenza delle sfide progettuali

Nonostante l’ottimismo per il futuro, quasi tutti i partecipanti hanno identificato sfide progettuali, quali le aspettative dei consumatori per la facilità d’uso (42%), l’esigenza di un’interfaccia utente semplice e di documentazione completa (41%), le difficoltà di progettazione in contesti di assistenza domiciliare non controllati (40%) e la complessità dei processi di approvazione normativa (34%).

Le aree che ostacolano i processi di progettazione comprendono costo (38%), durata (37%), potenza (35%), miniaturizzazione (33%), acquisizione dei dati (30%) e connettività (30%). Infatti, tre quarti degli intervistati riferisce che i limiti di connettività hanno un impatto sulle capacità attuali di raccolta dei dati pertinenti per il monitoraggio e l’analisi della salute.

Le tre principali innovazioni nei materiali che sono state riferite con maggior frequenza comprendono la biocompatibilità, i dati funzionali e di affidabilità per i materiali emergenti e le simulazioni di “test di usura” nel mondo reale.

Il recupero energetico accende l’interesse

Nel complesso, gli intervistati si sono dimostrati ottimisti riguardo al potenziale per il recupero dell’energia (ad esempio calore corporeo, sudore, battito cardiaco, movimento, ecc.) per l’alimentazione della funzionalità del dispositivo indossabile.

Pur riconoscendo la necessità di tempo e innovazione per far progredire questo settore, gli intervistati hanno citato il movimento (49%), il calore corporeo (35%) e il sudore (13%) come le fonti più valide per il recupero dell’energia.

La collaborazione guida l’innovazione

Secondo il 63% degli intervistati, una forte collaborazione tra industria, governo e gruppi accademici dovrebbe guidare la maggior parte delle innovazioni nei dispositivi diagnostici indossabili.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome