Passivi: di successo, ma non per tutti

Mentre il mercato tedesco dei passivi mostra da diversi anni il suo lato migliore, la gestione efficiente della piccola componentistica, che rappresenta la maggior parte dei componenti passivi, non è un'impresa alla portata di tutti. E ciò non riguarda solo i buyer delle aziende Oem, ma anche la distribuzione. La maggior parte del fatturato realizzato in distribuzione per i componenti passivi sembra, infatti, in base alle ultime statistiche di Europartners, essere in mano a pochissimi distributori broadliner o specializzati. Tra questi Rutronik, soprattutto in Germania, occupa un ruolo di assoluto rilievo. Il distributore broadliner, leader in questo segmento, si è posto da sempre l'obiettivo di ridurre in modo significativo i prezzi di gestione della piccola componentistica. Questo è reso possibile da una serie di moduli logistici sviluppati in modo intelligente in combinazione con il programma completo di componenti, da quelli di basso a quelli di più alto valore.

Passivi, la Cenerentola dei componenti

I componenti passivi stanno registrando crescite interessanti soprattutto nei settori di mercato dell'elettronica automotive e industriale. Delle richieste provenienti da questi settori ne beneficiano, con diverse velocità di crescita, tutti le principali famiglie di prodotto: condensatori, resistenze, induttori e componenti passivi HF.
"Va sempre però considerato l'altro lato della medaglia" è il commento in merito di Ernst Gengenbach, responsabile della divisione dedicata ai componenti passivi di Rutronik, illustrando la "croce" di questi prodotti. "A causa del loro basso valore unitario e dell'alto impegno amministrativo e logistico, i componenti passivi vengono spesso considerati delle cenerentole, sia dal punto di vista della distribuzione che dei buyer" ci spiega Gengenbach. "Le spese di approvvigionamento della piccola componentistica superano generalmente il costo dei prodotti stessi. I vantaggi ottenuti in caso di costo unitario non aiutano a diminuire le spese interne di approvvigionamento."
Vale infatti la pena ricordare che circa il 70% dei componenti presenti su una tipica scheda sono passivi, e che il loro costo rappresenta l'80% di quello di tutti i componenti, ma solo circa il 6-7% di quello totale della scheda. Le spese di gestione per la piccola componentistica sono circa quattro volte superiori a quelle degli altri componenti. Dal punto di vista statistico un ordine del valore di 10 euro di un pezzo produce spese di processo paragonabili a un analogo ordine di 10.000 euro di un pezzo di valore alto, vale a dire in media circa 150 euro. Il tempo di elaborazione del processo di approvvigionamento va generalmente da due a tre ore.

Tutti i componenti da un unico fornitore

"La situazione è chiaramente sfavorevole" riflette Gengenbach, "e richiede soluzioni che permettano al buyer e al distributore un trattamento vantaggioso." Per ottimizzare la gestione della piccola componentistica è quindi opportuno sia migliorare il processo di approvvigionamento (riducendo contemporaneamente spese di approvvigionamento, varietà di pezzi e numero di fornitori) che perfezionare il servizio di fornitura e abbattere le scorte di magazzino.
"Sono questi i punti critici su cui occorre intervenire" è il consiglio di Gengenbach. Ad esempio se tutti quanti i componenti vengono acquistati da un unico produttore le spese per ogni prodotto sono ragionevoli. In altre parole: prodotti di valore medio - alto in un unico ordine diminuiscono drasticamente le spese di approvvigionamento e di trattamento. Pertanto per l'acquisto di componenti passivi, Gengenbach consiglia di concentrarsi su fornitori con uno spettro di fornitura completo, in modo tale da ottenere effetti combinati.
Per migliorare la gestione della piccola componentistica un distributore deve poi presentare, oltre a un'offerta completa, anche servizi logistici convincenti. In questo risulta utile un'analisi ABC professionale che copra i deficit nella catena di processo e consigli adeguate soluzioni logistiche per la riduzione delle spese nella Supply Chain. "Le sfide in questo senso sono diverse: si tratta ad esempio di mantenere basse le scorte nei magazzini di produzione e intermedi; di creare un portafoglio di prodotti specifico per i clienti; di garantire allo stesso tempo un'elevata capacità di fornitura" afferma Gengenbach. "Spesso il cliente ha queste esigenze che a prima vista sembrano escludersi a vicenda, ma di cui il distributore deve tenere conto con soluzioni logistiche su misura, come magazzini di consegna o inventari gestito dal venditore."

L'importanza di una visione a lungo termine della pianficazione

I principi per il miglioramento e il risparmio a lungo termine prevedono quindi innanzitutto un'ottimizzazione dei processi di approvvigionamento, una fatturazione a lungo termine e una comunicazione anticipata del fabbisogno dei componenti necessari. "I risparmi ottenuti grazie a processi ottimizzati sono fra l'altro duraturi, mentre i prezzi dei componenti rappresentano una grandezza tutto sommato imprevedibile, dipendente da diversi parametri globali, come i costi delle materie prime, le quotazione del dollaro, o le politiche dei produttori; tutte cause che né il buyer né il distributore, possono influenzare in maniera significativa" conclude Gengenbach.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome