Supply Chain a prova di futuro

Supply Chain
Cargo boxes standing around mainboard with a CPU in the center. Cargo shipment and distribution concept. 3D illustration.

Nell’ultimo anno e mezzo, “resilienza” è stata la parola d’ordine sia in Digi-Key che nell’intero settore della supply chain dell’elettronica. Si applica a tutto ciò che hanno fatto Digi-Key e i suoi partner, che hanno previsto esuberi e scorte in abbondanza, ma che hanno anche assicurato i progetti esistenti e assicurato la continuità alle attività. 

Quando entriamo nella fase di ripresa, parte della guarigione significa ricostruire la fiducia dei clienti. E per fiducia intendo la fiducia nella supply chain globale e nell’economia. Anche se la supply chain si risana, un intoppo può innescare un effetto a cascata con implicazioni enormi. Per ricostruire questa fiducia è necessaria visibilità sui dati analitici della supply chain, in modo che i clienti possano capire cosa costituisca un intoppo e cosa sia indicativo di una tendenza a lungo termine. Ecco perché, per quanto sia stato utile essere resilienti, la “resilienza” sembra essere reattiva piuttosto che proattiva, e mi rincuora vedere che questo sta iniziando a cambiare.

Fig. 1 – Digi-Key sta investendo nelle innovazioni per la supply chain al servizio dei clienti per molti anni a venire

Rialzarsi più forti di prima

Prima e durante la pandemia, le supply chain erano come le tessere del domino. Se una cade, l’intera fila crolla. 

Basti pensare a Ever Given, la nave container rimasta bloccata nel Canale di Suez per una settimana nel 2021. Si è trattato di un singolo evento che ha causato enormi problemi a centinaia di aziende. Come possiamo evitare che questi eventi imprevedibili abbiano un impatto negativo così forte? Si è trattato solo di un evento, niente a che vedere con l’impatto globale della pandemia COVID-19. Dobbiamo guardare avanti e iniziare a pianificare altri potenziali disastri naturali e cambiamenti normativi che potrebbero influire sulla disponibilità di materiali e componenti. 

Al momento, mi sembra che abbiamo superato la fase “domino” della supply chain. Ora sembra più una torre Jenga, dove si possono sfilare alcuni pezzi senza la torre crolli. Ma se ne sfili troppi, o quelli sbagliati, l’intera struttura crolla. Dobbiamo costruire un futuro in cui le supply chain assomiglino a una casa di Lego: sicura, riorganizzabile e quasi indistruttibile.

Supply chain: le forze del futuro

Per costruire supply chain veramente resilienti e dinamiche, è necessario considerare molte forze. Alcune tra quelle che osservo con attenzione sono i modelli di domanda e offerta esponenziali, la scarsità di materie prime, l’economia e l’impatto dei prezzi sul comportamento dei consumatori e le tendenze nel mercato del lavoro. 

Domanda e offerta esponenziali

In un mondo perfetto, domanda e offerta si sincronizzano in modo uniforme. Nel mondo reale, purtroppo, spesso una supera l’altra. Sono sicuro che nessuno dimenticherà le carenze di beni di consumo del 2020. Nel mondo dell’elettronica, durante la pandemia molte persone hanno optato per il lavoro agile e avevano bisogno di un computer nuovo. Poi, quando il mondo si è riaperto, la domanda di auto nuove è ripresa in modo selvaggio. 

D’altro canto, anche un eccesso di offerta può causare problemi e intaccare rapidamente i profitti dell’azienda. Ad esempio, problemi su dove immagazzinare le scorte in eccesso, come continuare a venderle e ricavarne un profitto, se l’inventario rimane desiderabile a lungo, possono causare problemi a monte e a valle della supply chain.

Questi picchi di domanda esponenziale continueranno ad esistere, così come i momenti di eccesso dell’offerta. Entrambi devono essere integrati nelle previsioni per gestire meglio le scorte e adattarsi quando forze esterne spostano l’equilibrio.

Scarsità di materie prime: un problema per la supply chain

Materie prime come il litio e il cobalto sono molto richieste ma non sempre facili da reperire. I produttori che hanno bisogno di materiali difficilmente sostituibili devono tener conto di fattori quali potenziali dazi, condizioni meteorologiche, nuove normative ambientali e prezzi variabili di queste materie prime per garantire che la loro produzione non ne risenta. Un modo per contrastare questa tendenza è l’innovazione dei prodotti. Gli ingegneri utilizzano geometrie più piccole, in modo da ridurre la quantità necessaria di un determinato prodotto senza sacrificare la capacità del prodotto finale. L’abbiamo visto più volte, come nel caso dei computer che oggi possono essere molto più piccoli rispetto ai primi che occupavano una stanza ed erano esponenzialmente meno potenti. 

Il vecchio proverbio dice: “La necessità è madre dell’invenzione”. La necessità di questi componenti non è destinata a scomparire. Ma la disponibilità potrebbe ridursi, ed è per questo che è stranamente una delle tendenze che più mi entusiasmano. Non vedo l’ora di conoscere le nuove tecnologie ne deriveranno. 

Economia e prezzi

Ovviamente, l’economia sarà sempre una forza che detta quasi tutto. Con l’aumento dell’inflazione, i consumatori cercano di spendere meno ma di ottenere comunque un buon rapporto qualità/prezzo e di questo ne risente l’intera filiera. Allo stesso tempo, tra la manodopera, l’aumento del costo dei materiali, le tariffe e altro, i fornitori sono schiacciati dai costi. 

Sebbene non esisterà mai un modello perfetto per prevedere l’economia, possiamo tener conto delle forze note e del loro impatto sul comportamento, che possono essere integrate nelle nostre proiezioni. 

Fig. 2 – Digi-Key ha recentemente inaugurato l'ampliamento del centro di distribuzione prodotti (PDCe) di 205.000 mq per tenere il passo con la crescente domanda

Carenza di manodopera

Dobbiamo anche essere consapevoli di forze come la carenza di manodopera che avrà un impatto sulla disponibilità dei prodotti. Il Giappone ha bisogno di oltre 200.000 ingegneri nei prossimi due anni per mantenere gli attuali livelli di produzione. Il Giappone prevede che nel 2030 avrà 270.000 posti di lavoro nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’IoT che non sarà in grado di coprire. 

Una delle cause di questa tendenza è l’invecchiamento della popolazione. Il Giappone, in particolare, sta lottando contro questo problema. Gli ingegneri che hanno progettato e costruito i nostri componenti stanno andando in pensione e sempre meno persone sono disponibili a occupare i posti vacanti. 

Non solo c’è in gioco una piramide demografica invertita, ma l’aumento della necessità di questi prodotti fa crescere la domanda e quindi aggrava il divario di competenze. Si pensi a quante cose richiedono tecnologie che non esistevano anche solo dieci anni fa. Ora tutto è intelligente. Quasi tutti i pezzi delle auto sono ormai dotati di un componente elettronico. E con l’aumento dell’IoT e della connettività? La domanda è destinata a salire alle stelle, il che significa che c’è bisogno di un numero ancora maggiore di ingegneri e professionisti IT.

Nessuna di queste forze è nuova, ma la necessità di inserirle accuratamente nelle previsioni della supply chain è destinata a diventare sempre più importante. La pandemia ha contribuito a sottolineare quanto sia importante tener conto di tutte queste forze e spero che tutti noi abbiamo imparato questa lezione.

Investire nella produzione 

Un modo per far fronte all’aumento della domanda di componenti elettronici è, naturalmente, aumentare la produzione. E certamente i produttori lo hanno fatto. Ma i cambiamenti massicci nella produzione richiedono tempo. 

Ad esempio, le fabbriche di semiconduttori richiedono anni di costruzione e ancora più per produrre i componenti di silicio necessari. Quindi, nonostante si possa aver avviato un impianto tre anni fa, per fare un esempio, tuttora potrebbe avere difficoltà a produrre materiale. 

La produzione non è un’attività in cui basta semplicemente premere il pulsante “Play”, ma deve essere pianificata oltre l’oggi e il domani. Per essere veramente dinamici, dobbiamo costruire oggi per i prossimi 10, 20, 50 anni – e inserire queste produzioni anche nelle previsioni.

Innovazione nella supply chain di Digi-Key

Digi-Key sta investendo nelle innovazioni per la supply chain al servizio dei nostri clienti per molti anni a venire. Dall’apertura dell’ampliamento del centro di distribuzione prodotti (PDCe) di 205.000 metri quadrati, per tenere il passo con la crescente domanda, all’istituzione della più grande Zone di commercio estero (FTZ) degli Stati Uniti, il team sta esaminando ogni aspetto per garantire che la supply chain sia dinamica ora e per affrontare le sfide del futuro.

Digi-Key Marketplace è una piattaforma online attraverso la quale moltissimi produttori e distributori vendono i loro prodotti tramite Digi-Key, spediti dal fornitore stesso. Con 3,38 milioni di SKU attivi su questa piattaforma, quando le scorte sono limitate, questa risorsa aggiuntiva è un altro modo per alleviare le tensioni della supply chain per i nostri clienti. 

L’azienda sostiene la diversità con ruoli nuovi e ampliati nella supply chain per contribuire a fornire nuove prospettive nello sviluppo di soluzioni innovative e affrontare le carenze di manodopera, tra cui nuove posizioni regionali nella supply chain in tutto il mondo.  Digi-Key si impegna ad aiutare tutti a trovare, acquistare e vendere i pezzi di cui hanno bisogno. A tal fine, è stato lanciato uno strumento di riferimento incrociato molto apprezzato dalla clientela. È un passo fondamentale per garantire che possano reperire i pezzi più difficili in modo tempestivo. Sono iniziative come queste che aiuteranno le supply chain degli utenti finali a essere dinamiche.

In generale, il futuro della supply chain deve essere più che resiliente. Deve essere dinamico per soddisfare le esigenze dei clienti e, in ogni fase, gli stakeholder devono avere accesso a informazioni in tempo reale.

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