Giunto all'ottava edizione, il NI Automotive Forum ha rappresentato quest'anno l'occasione ideale per confrontarsi su importanti temi come la riduzione del rischio, la conformità alle normative e agli standard di Functional Safety, la validazione e le certificazioni di conformità, i sistemi Safety Critical e di test real-time.
Proprio per questo, la nuova norma Iso 26262 introduce un nuovo modo di pensare, progettare e applicare i dispositivi elettrici ed elettronici. La Iso 26262 è uno standard Automotive Safety funzionale, che si applica in tutto il ciclo di vita di sicurezza per tutti i sistemi elettronici automotive ed elettronici legati alla sicurezza. Aspetti di sicurezza funzionale sono integrati in ogni fase di sviluppo del prodotto, dalle specifiche, attraverso la progettazione, implementazione, integrazione, verifica, validazione e il rilascio per la produzione. “La situazione del mercato è difficile”, ha spiegato Fabio Cortinovis, responsabile commerciale dell'area mediterranea di National Instruments, nel saluto di benvenuto, “ma noi continuiamo a fare investimenti. Il filo conduttore della nostra strategia è quello di dominare la complessità, semplificandola in ogni fase del ciclo di vita del prodotto, test compreso”. Infatti, secondo recenti studi di settore, l'aumento del contenuto di elettronica a bordo dell'auto crescerà esponenzialmente entro il 2015, contribuendo ad aumentare il costo e la complessità dei veicoli. In quest'ottica, l'esigenza della semplificazione implicherà una maggiore integrazione dei sistemi elettronici a bordo veicolo e a una profonda conoscenza delle normative internazionali che mirano ad aumentare il grado di sicurezza nelle auto.
Le nuove sfide della sicurezza
All'evento hanno partecipato illustri esponenti e decision maker del settore che, nel corso di una vivace tavola rotonda, si sono confrontati con il pubblico sui risvolti delle tecnologie odierne sul mercato, come gli sviluppi dell'elettrificazione del veicolo e le moderne sfide di validazione per ridurre consumi ed emissioni.
“La Iso 26262”, ha spiegato Marco Bellotti di Fiat Group Automobiles, “è una norma internazionale riconosciuta da tutti i car maker. Le automobili sono già prodotte con alti livelli di sicurezza, tuttavia la Iso 26262 porta ordine e rigore nella definizione dei requisiti e nell'uso di metodi specifici di test. Ciò che è nuovo nel testing è infatti l'esigenza della tracciabilità, a vantaggio del cliente finale che compra l'automobile. L'obiettivo è vendere prodotti sicuri e fare percepire questa sicurezza”. A spiegare i legami e il salto di qualità che comporta la Iso 26262 rispetto allo standard Automotive Spice, ci ha pensato Giuseppe Lami, ricercatore Cnr e presidente di Automotive Spin Italia. “Lo standard Automotive Spice non è lo stato dell'arte, è uno standard che parla di processi, dice cosa fare ma non come. A questo ci pensa la Iso 26262. Automotive Spice ha portato enormi vantaggi, ad esempio nella valutazione dei fornitori. Certo, si è arrivati con fatica a metabolizzarne il discorso relativo ai processi ed ecco che ora è arrivata la Iso 26262. Desidero sottolineare che non va fatto l'errore di pensare Automotive Spice e Iso 26262 come diversi, perché in realtà vanno integrati. Automotive Spice deve dare le sue pratiche a Iso 26262, quindi non va inventato nulla di nuovo. Anche la Iso va inquadrata in un discorso di processo, con la possibilità di rendere la qualità del prodotto finale molto più facilmente raggiungibile”. La Iso 26262 cambia il rapporto tra car maker e fornitori di semiconduttori e crea nuove opportunità. L'ha spiegato Valerio Giorgetta di Magneti Marelli. “Car maker e fornitori oggi condividono la concezione dell'oggetto fino alla produzione e alla verifica. Questo rappresenta un'opportunità per fare entrare nuovi player e farne uscire altri, ovvero chi non si adegua. Adattarsi, poi, significa anche cambiare cultura e investire”.
Questioni aperte e soluzioni
In questo momento, però, ci troviamo in una fase di transizione per gli standard, con progetti avviati con Automotive Spice ma da concludere con la nuova norma. “Alle architetture e ai sistemi già partiti vanno apportate delle modifiche con analisi di impatto, solo che non abbiamo le linee guida per farlo”, ha spiegato John Favaro di Intecs. “Ci sono anche problemi di processo con clienti che hanno chiesto la ISO 26262 quando il progetto era terminato. In questi casi, si parla di reverse engineering”. Una risposta verso questo genere di questioni aperte arriva senz'altro dalla tecnologia National Instruments e dalla sua collaborazione con Ibm, come ha ricordato Enrico Mancin. “Come Ibm condividiamo in pieno l'obiettivo di National Instruments di semplificare la complessità. L'adozione dello standard ISO 26262 va proprio in questa direzione. Non dimentichiamo, poi, che il tema della Functional Safety non è nuovo. Il software sempre di più oggi sta diventando un elemento differenziante. Ibm significa piattaforme aperte, integrabili, in cui sono inseribili strumenti come quelli di National Instruments”. Anche la tecnologia di National Instruments è aperta a plug-in dei partner a seconda delle necessità dei clienti. È fresco tra l'altro l'annuncio di NI VeriStand 2011: aperto e configurabile, consente di creare applicazioni e simulazioni di test real-time come hardware in-the-loop e celle di test. Gli ingegneri possono combinare NI VeriStand 2011 con Inertia, un add-on di Wineman Technology, che aggiunge una suite di strumenti a NI Veristand per il controllo ottimizzato a ciclo chiuso di celle di test basate su dinamometro e servo-ideaulico. National Instruments ha anche annunciato il modulo Can ad alta velocità NI 9862 C Series, il nuovo ampliamento della famiglia NI-Xnet delle interfacce ad alte prestazioni progettato per comunicare con le reti embedded. Il modulo espande la famiglia NI-Xnetper le piattaforme hardware NI CompactDaq e CompactRio e introduce Can per NI CompactDaq. Il nuovo modulo della Serie C rende portatile le misure basate su Can e possibili sistemi di datalogging.