Scelte d’acquisto tecnologiche

Investire nei sistemi di processo è oggi più difficile, per la situazione di mercato particolarmente volatile che non concede nessuna visibilità se non sul breve periodo, per un rallentamento nella progressione tecnologica e per via dei lotti a piccoli numeri. L’usato “visto e piaciuto” e i sistemi ricondizionati diventano così una valida alternativa d’acquisto. La chiusura di molte realtà ha aumentato la disponibilità di sistemi sia per assemblare con tecnologia superficiale che per saldare a onda. Il settore della lavorazione conto terzi è quello più sensibile all’offerta dell’usato e del ricondizionato, che non sono esattamente la stessa cosa. Il primo è offerto generalmente funzionante, ma con la formula “visto e piaciuto”, mentre il secondo è stato sottoposto a verifica e manutenzione e viene proposto, dal rivenditore ufficiale o da una realtà indipendente, con sei mesi di garanzia. Il distributore è probabilmente il canale più sicuro, ha accesso ai ricambi originali e possiede la conoscenza del prodotto, oltre ad avere la responsabilità del marchio. Le aziende indipendenti, usualmente anche dei broker, hanno la capacità di operare a livello internazionale, dove recuperano i ricambi a volte originali e a volte no. Frequentemente arrivano all’acquisto dei sistemi attraverso le aste fallimentari, a volte comperano direttamente da grosse aziende che per vari motivi decidono la dismissione dei sistemi. Ci sono poi alcune piccole realtà, che in qualche modo s’inseriscono facendo compravendita di sistemi che non sempre hanno costi inferiori ai primi, ma sulla cui affidabilità si potrebbero porre molti punti di domanda; è un acquisto sicuramente più azzardato.

I criteri di scelta
Un primo criterio di scelta è sicuramente quello economico. Più realisticamente è da valutare il rendimento del sistema, che dovrebbe allinearsi tendenzialmente con quello del nuovo, in particolare se a ricondizionarlo e venderlo è il distributore ufficiale, sebbene non sempre sia completamente comparabile col nuovo perché di una o più generazioni precedenti. Il costo iniziale del sistema e la produttività sono solo due delle variabili che portano alla decisione di acquisto; le altre riguardano l’affidabilità e la capacità del distributore di supportare il prodotto nel tempo di vita utile. La solidità del distributore e di conseguenza la probabilità che sopravviva alla vita utile del prodotto non è oggi così scontato! Sono questi, nel loro insieme, fattori che dovrebbero influenzare il reale costo del bene.
 Tenendo presente che il rischio esiste anche per l’acquisto del nuovo, in particolare investendo in marche poco o per nulla conosciute (senza storico di riferimento), c’è da decidere anche il livello di rischio oltre il quale non si desidera andare. L’incidenza dell’aspetto finanziario ha un peso rilevante, il costo del sistema deve essere valutato ben oltre il costo d’acquisto; un costo contenuto, attrattiva che spesso prevede anche una consegna veloce, può nascondere un ricondizionamento superficiale, che sul medio periodo emergerà facendo lievitare i costi per manutenzione, per ricambi e di fermo della produzione, vanificando parte del risparmio iniziale. Serve ovviamente una chiara analisi delle necessità di produzione, valutando le ore di utilizzo, il previsto ritorno economico e le disponibilità finanziarie o quanto si sarebbe disposti a spendere per l’acquisto di tecnologia. Puntando sul nuovo entrano in gioco variabili come la disponibilità degli aggiornamenti software, consistenza e reperibilità del servizio tecnico, l’inclusione nel prezzo di vendita dell’installazione, l’avviamento e il training, eventuali estensioni della garanzia e il contratto di manutenzione, i manuali in italiano.

Nel segno del massimo risparmio
L’acquisto con la modalità “visto e piaciuto” costituisce l’opzione più economica. Il costando può rasentare anche il 25-30% rispetto al nuovo. Modalità preferita dalle piccole e medie aziende che di norma si mettono direttamente in contatto con un broker che dà seguito alla richiesta con un’indagine, individuando una o più soluzioni in base principalmente alla sua convenienza d’acquisto. Con questa modalità di transazione, il più delle volte il sistema passa di mano senza neppure superficiale manutenzione.
Seppur funzionante il sistema non è coperto da nessuna garanzia, il brocker non è in grado di garantire nessun servizio tecnico di supporto né ricambi o training operativi.
Se ci sono problemi nascosti, il contenuto costo d’acquisto si rivela in realtà solo il costo iniziale. L’acquirente che si avventura in queste operazioni è spesso capace di metter mano alle macchine e di avviarle al processo, ma questo non vuol dire assenza di costi addizionali o di ritardi nell’avviamento. Se il sistema “visto e piaciuto” è venduto direttamente dal distributore, viene garantita la funzionalità di base al momento dell’acquisto con la sostituzione delle parti dichiaratamente rotte, che comunque non assicura per il futuro.

Il sistema ricondizionato
Un sistema si definisce ricondizionato quando è stato completamente smontato fino a mettere a nudo la struttura portante. Le varie parti funzionanti sono ripulite da ogni contaminante, la revisione prevede la sostituzione di tutte le parti che presentano usura, utilizzando ricambi originali. Questa operazione richiede la corretta rimozione non solo delle parti chiaramente danneggiate e rotte, ma anche di quelle che nei piani di manutenzione programmata del costruttore richiedono la sostituzione dopo un determinato tempo ciclo di lavoro, indipendentemente dal loro stato di conservazione. Non è facile stabilire il livello di ricondizionamento a cui il sistema è stato sottoposto, non tanto per la carrozzeria quanto per la meccanica e le parti d’usura in genere. Le parti mobili, come ad esempio le teste delle Pick & Place, hanno cavi che subiscono una sollecitazione notevole durante i continui spostamenti, nei forni ci sono i gruppi di convezione e i cuscinetti, nelle saldatrici le resistenze dei crogioli e le giranti, ogni sistema di produzione ha diverse parti che sono state sicuramente messe a dura prova durante la precedente vita lavorativa e che richiedono la sostituzione. Dove è fisicamente possibile si aggiorna sia l’hardware che il software, portando il sistema al massimo livello consentito per quella versione. Questi interventi radicali danno al sistema una potenzialità a volte superiore rispetto alle specifiche originali. In questo caso il costo al cliente finale si aggira attorno al 50- 60% del costo del sistema nuovo ed è coperto da garanzia di un anno.
Alla fase d’installazione del sistema nell’impianto produttivo seguono il setup e l’avviamento, il training agli operatori per l’utilizzo e la manutenzione ordinaria. L’approccio al sistema ricondizionato deve considerare anche la continuità di assistenza e la disponibilità dei ricambi da parte del costruttore, perché se il sistema proposto è uscito di produzione e diventerà sempre più difficile reperire i ricambi.

Il finanziamento
In alcune situazioni l’acquisto del nuovo è l’unica alternativa percorribile. Dove il sistema costituisce una risorsa indispensabile ed è sicuro che sarà pienamente sfruttato per le sue potenzialità, è inutile cercare scorciatoie.
In questi casi diventa più importante concentrarsi sulla formula con cui pagare. Il ricorso al leasing diventa premiante perché a seguito del costante mutamento tecnologico, consente un frequente adeguamento tecnologico, difficilmente perseguibile con l’autofinanziamento. Il ricorso al leasing costituisce un argine all’obsolescenza dei sistemi e permette alle aziende una flessibilità finanziaria adatta a favorire il turnover dei sistemi di produzione. Il leasing operativo in particolare, oltre a non richiedere ingenti esposizioni finanziarie, consente di non anticipare grosse somme alla stipula del contratto e di avere un impegno mensile fisso e quantificabile anticipatamente.
Nella mensilità rientra anche il canone di manutenzione e l’eventuale sostituzione delle parti di ricambio. Alla fine del contratto, di durata usualmente quinquennale, il cliente è libero di dismettere il bene o di sostituirlo con uno più aggiornato. Analizzato sotto un profilo puramente tecnologico, è possibile tenere costantemente aggiornato il proprio parco macchine senza poi doversi curare della sua dismissione e a costi rigorosamente fissi, senza che si debba inciampare in spese non preventivate. Nel caso ad esempio di una Pick & Place sarà possibile sostituire la macchina acquistandone una capace di montare una nuova famiglia di componenti o con maggiore capacità di feeder, senza doversi curare di piazzare il sistema attualmente in uso.

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