Rifiuti elettronici: di chi è la responsabilità?

La Direttiva Weee dell'Unione europea è stata adottata nel 2003 e sarebbe dovuta entrare in vigore il 13 agosto 2005, anche se la maggior parte degli stati membri non ha rispettato tale scadenza. Tutti gli stati membri hanno implementato la legislazione Weee a livello nazionale entro il 1° gennaio 2008. A scapito dei produttori, i requisiti purtroppo variano di molto di stato in stato. La Commissione Europea ha avvisato alcuni Stati della non corretta trasposizione della direttiva Weee, e la mancata modifica comporterà un procedimento legale di fronte alla Corte Europea. La Direttiva Weee appare piuttosto chiara, e consta di soli 19 articoli, contro i 141 articoli del regolamento europeo Reach. Tuttavia, l'implementazione della Weee è piuttosto complessa a causa dei diversi approcci adottati dagli Stati membri. La Commissione europea ha condotto un approfondito esame della direttiva Weee e della sua implementazione e ha inviato le proposte di modifica. Sono stati impiegati dei consulenti per esaminare le modalità in cui è stata implementata e per suggerire miglioramenti. L'Okopol, l'Università delle Nazioni Unite e l'Ecolas (ora Arcadis) hanno pubblicato 3 studi, consultabili sul sito della Commissione Europea. Questi studi dimostrano la varietà delle regole di implementazione ed evidenziano che gli approcci adottati da alcuni Stati non rispecchiano l'intento legislativo principale.

Approcci troppo diversi
Un esempio è la questione del far diventare i “Produttori” responsabili dei propri prodotti alla fine del loro ciclo vitale. In molti Stati dell'Unione europea, la Weee è vista solo come un costo addizionale che non incoraggia realmente la progettazione eco-compatibile. Nel 2005, oltre 9 milioni di tonnellate di apparecchiature elettriche sono state immesse sul mercato europeo, con una percentuale di riciclaggio che varia del 20% circa per strumenti elettrici fino al 70% per le apparecchiature di controllo e monitoraggio. L'impegno stesso degli Stati UE varia notevolmente: la Norvegia raccoglie oltre 13 kg per abitante, l'Inghilterra circa 10kg, ma molti paesi dell'Europa dell'est raccolgono meno di 1kg per abitante.
La Weee è implementata a livello nazionale tra gli stati membri, ciascuno dei quali ha diverse regole e sistemi. Tutti gli stati hanno dei Pcs (Schemi di conformità del produttore), cui i produttori possono aderire a pagamento. La maggior parte di questi schemi è operante solo nei singoli stati, anche se ci sono delle eccezioni. È possibile che i produttori soddisfino i requisiti individualmente, ma pochissimi lo trovano fattibile. Alcuni stati hanno diversi Pcs, in Inghilterra ad esempio ce ne sono più di 40, mentre negli Stati Uniti ci sono pochi schemi e nella maggior parte dei casi un unico schema per categoria di prodotti. Alcuni stati, come il Belgio, hanno un unico Pcs nazionale, anche se i produttori hanno la possibilità, se lo vogliono, di adempire ai loro obblighi individualmente.
Gli obblighi dei produttori differiscono nel caso siano nel mercato “business to consumer” o “business to business” e inoltre si differenziano fra gli Stati Membri. A rendere la situazione ancora più confusa, ogni stato ha una propria definizione di mercato business to consumer e business to business. Alcuni paesi hanno preparato liste di prodotti che sono considerati “business to consumer” e tutto ciò che non vi è incluso è da considerarsi “business to business”. Altri paesi permettono ai produttori di decidere e vengono utilizzate diverse definizioni.

Di chi è la responsabilità?
La Direttiva Weee dichiara che i produttori sono responsabili per il finanziamento dello smaltimento dei propri prodotti alla fine del loro ciclo vitale. I “produttori” possono essere i fabbricanti, gli importatori o i distributori. Tuttavia le responsabilità non sono le medesime in tutti gli Stati UE. In alcuni stati il fabbricante, il distributore o l'importatore sono classificati come “produttori” e devono adempiere gli obblighi finanziari. In diversi altri stati, tuttavia, la responsabilità del produttore può essere assolta dall'esportatore, con sede in un altro stato membro, o in alcuni casi al di fuori del territorio UE. Ad esempio, in Inghilterra, Belgio, Olanda e alcuni altri paesi, un distributore che importa apparecchiature è classificato come “produttore” ma può decidere di non registrarsi se il costruttore straniero adempie a tutti gli obblighi del produttore, tramite la registrazione e l'adesione agli schemi di conformità.

Venditori a distanza
La situazione delle vendite a distanza è piuttosto complessa. Ci sono compagnie che esportano direttamente apparecchiature a utenti in altri paesi. I venditori a distanza possono incorrere in obblighi del loro paese di appartenenza o dei paesi in cui i prodotti vengono venduti.
All'incirca la metà degli stati UE richiede (o permette) ai venditori a distanza di registrarsi e assumere un obbligo finanziario, mentre alcuni stati permettono la registrazione solo ai venditori nazionali. Alcuni stati membri richiedono ai fabbricanti che esportano ad altri stati UE di fornire dati sulle esportazioni, il che significa che i venditori a distanza in alcuni casi si devono registrare due volte, in altre non si devono registrare affatto.
I venditori a distanza con sede in uno stato non rientrano ovviamente nella giurisdizione delle autorità Weee negli altri stati membri, e al momento non esiste un meccanismo che imponga le leggi Weee al di fuori dei confini nazionali.

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