Realtà in arrivo nei Pcb

Fondata nel 1971, Stevenage Circuits impiega oltre un centinaio di dipendenti e vanta un fatturato annuale di 9 milioni di sterline, con una capacità complessiva di 15 milioni.
Quale fornitrice approvata delle divisioni britanniche del gruppo Finmeccanica – anche se attualmente non impegnata in contratti diretti di fornitura a ditte italiane – Stevenage Circuits è oggi particolarmente interessata al mercato italiano e all’avviamento di rapporti commerciali con l’Italia. Per questo motivo ha iniziato una collaborazione con i team di Napoli e Milano dell’agenzia governativa UK Trade & Investment. Stevenage Circuits opera principalmente nel settore della difesa, dell’aeronautica e dei dispositivi elettromedicali, ma anche nell’industria spaziale, nelle telecomunicazioni e nella sicurezza. Abbiamo rivolto qualche domanda a Robert Brown Managing Director di Stevenage Circuits Ltd.

SCL è pronta ad avviare rapporti commerciali in Italia. Da dove nasce l’interesse per il nostro Paese?
La nostra base globale di clienti appartiene in modo predominante ai settori della difesa, spazio, aerospazio, medicale e sicurezza. Se consideriamo difesa, spazio e aerospazio, questi sono i tre maggiori settori di mercato rappresentati nella produzione italiana. SCL non ha clienti italiani diretti e la nostra ricerca ha evidenziato che, in quei mercati, vi è un supporto limitato alla produzione italiana di pcb.
 
Si parla di avviamento di rapporti commerciali. Quali caratteristiche deve possedere il vostro partner ideale?
Il nostro partner ideale deve rispecchiare i nostri valori. Sebbene il prezzo sia sempre un fattore importante, tuttavia per SCL e i nostri clienti non è esso l’elemento guida. Semmai è l’affidabilità dei pcb, insieme alle prestazioni e alle funzionalità, il cardine della nostra strategia. Di certo i guasti non sono una opzione. I nostri clienti lavorano a stretto contatto con i nostri ingegneri per raggiungere quegli obiettivi.

Secondo voi, quali sono nel mercato italiano i comparti più interessanti?
A oggi, con l’aiuto del consolato britannico in Italia, DTI ha organizzato numerose presentazioni aziendali italiane e visite. Queste iniziative hanno coinvolto i settori della difesa, dello spazio e dell’aerospazio. Ognuno di essi ha mostrato molto interesse in SCL e sono stati sviluppati programmi che ci hanno enormemente interessati. Crediamo che ci siano molti altri settori come il medicale e il marittimo che potrebbero trarre altrettanto beneficio da iniziative simili.

Considerando la vostra offerta di prodotto, ci saranno delle soluzioni su cui punterete in modo particolare per l’Italia?
La nostra ricerca di mercato ha individuato in Italia un basso o inesistente supporto locale per pcb complessi, ad alta ingegnerizzazione, RF Microwave, High Frequency in metal-back e metal clad. Inoltre, abbiamo anche individuato una richiesta per pcb multilayer a microvia flessibili, rigido-flessibili che richiedono, da un lato, una ingegnerizzazione avanzata, dall’altro, una particolare attività di ricerca e sviluppo.
 
Sempre rispetto al mercato italiano, vi siete già posti degli obiettivi come numero di partner, copertura del territorio, vendite, fatturato? 
No, non ancora. Siamo ancora all’inizio. Disponiamo tuttavia una struttura molto ampia che ci consente di non avere vincoli o limiti. Siamo nelle condizioni di crescere insieme alla nostra base di clienti.
 
Più in generale, come sta rispondendo il mercato dei circuiti stampati alla crisi internazionale?
In generale il mercato dei pcb nell’emisfero occidentale è come un animale braccato, pericoloso e imprevedibile. Notiamo una riduzione nel numero dei produttori e una crescita dei procuratori di affari, con un inevitabile calo della qualità dei pcb. Questa è la ragione per cui diamo molta importanza agli investimenti e al miglioramento della nostra tecnologia. È proprio questo aspetto a differenziarci dalla maggior parte dei produttori europei di circuiti stampati.
 
Qual è la principale sfida che il settore deve affrontare in una congiuntura difficile come quella attuale?  

Direi senz’altro l’investimento di capitale. Nel periodo 2010-2011 SLC ha investito 2,5 milioni di sterline in tecnologia, in un momento in cui la maggior parte dei produttori europei di pcb operavano tagli finanziari.

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