Secondo i dati diffusi dall'Istat, l'industria italiana delle tecnologie - Elettrotecnica ed Elettronica - rappresentata da Anie Confindustria ha mantenuto a ottobre 2013 indicazioni di discontinuità nell'andamento della produzione industriale.
A ottobre 2013, nel confronto con lo stesso mese del 2012, l'elettrotecnica ha evidenziato un incremento della produzione industriale del 9,0%; l'elettronica ha invece sperimentato una flessione del 2,3% (sostanzialmente stabile la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).
Nel confronto congiunturale le due macro-aree mostrano andamenti disallineati. A ottobre 2013, nel confronto con settembre 2013, l'elettrotecnica ha registrato una variazione positiva del 4,8%, l'elettronica ha invece una mostrato una flessione dell'1,6% (+0,7% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).
Nella media dei primi dieci mesi del 2013, nel confronto con l'anno precedente, le due macro-aree mostrano andamenti disallineati. L'elettrotecnica ha evidenziato una variazione annua negativa dello 0,2%; l'elettronica ha invece registrato un risultato cumulato annuo positivo (+1,9%).
“Anche nella seconda metà del 2013 l'industria elettrotecnica ed Elettronica italiana ha mantenuto indicazioni di discontinuità nell'andamento della produzione industriale - afferma Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria - Lo scenario di riferimento in cui operano le imprese continua a caratterizzarsi per una costante incertezza. La ripresa internazionale si conferma a macchia di leopardo e a più velocità, con mercati che hanno evidenziato un consolidamento delle prospettive di crescita e altri che stentano a mostrare un'effettiva svolta ciclica. Dato il contributo importante che la domanda estera ha assunto negli ultimi anni, questo elemento giocherà un ruolo rilevante nei prossimi mesi per la tenuta dei settori industriali dell'elettrotecnica e dell'elettronica.”
“Le prime indicazioni di uscita dalla recessione per l'economia italiana sono ancora premature per riflettersi adeguatamente sulla domanda interna rivolta al settore industriale - prosegue Gemme - L'avvio di una lenta e graduale ripresa nel mercato interno resta ostacolata da una molteplicità di fattori, fra cui la debolezza di consumi privati e investimenti. L'andamento positivo delle esportazioni nel nostro comparto è solo un palliativo che per fortuna tiene ancora in vita le nostre aziende, ma è chiaro che non ci si può affidare solo alle vendite estere per ridare linfa a un'industria di fatto prostrata dalla crisi economica in atto e dalle problematiche interne al nostro Sistema Paese. Interventi quali lo snellimento burocratico, l'abbattimento dei costi dell'energia e la riduzione del cuneo fiscale possono aiutare il manifatturiero italiano a rialzare la testa.”