Nel 2010 la distribuzione di semiconduttori tornerà a crescere

Con un calo complessivo del 24%, il 2009 si è dimostrato uno degli anni peggiori della storia della distribuzione di semiconduttori in Europa. Nonostante la contrazione delle vendite si sia ridotta nel corso della seconda parte dell'anno, da un confronto trimestrale risulta una perdita per la distribuzione di oltre il 40% dal valore record registrato nel primo trimestre del 2007. In base ai dati consolidati dal Dmass, l'associazione che a livello europeo riunisce i fornitori di semiconduttori, nell'ultimo trimestre del 2009, in cui il fatturato del settore si è attestato a 960 milioni di euro, il calo sul trimestre precedente si è limitato al 10,7%.

Georg Steinberger, presidente della Dmass, ha così commentato: "Gli effetti peggiori della crisi sembrano essere, almeno per il momento, terminati, e la nostra industria sta tornando al suo normale comportamento ciclico, dal congelamento degli acquisti si è infatti passati a una situazione di allocazione. La situazione attuale degli ordini sembra comunque suggerire una crescita sana, almeno per la prima metà del 2010. E sembra che l'attuale oscillazione del mercato non sia interamente guidata dalla correzione degli stock. Se a questo si unisce il fatto che la comparazione avviene con un anno molto brutto, per il 2010 sembra prospettarsi una crescita a due cifre”.

Dal punto di vista regionale, i tassi di crescita per l'ultimo trimestre del 2009 vanno dal +0,4% registrato dalla penisola iberica al -17,7% del Regno Unito. La Germania, principale mercato europeo, ha registrato un calo del 9,6% e un fatturato di 314 milioni di euro; l'Italia ha perso l'11,2% e fatturato 104 milioni di euro; la Francia è calata del 15,8% e ha fatturato 78 milioni di euro, mentre il Regno Unito con un fatturato di 83 milioni di euro è diminuito del 17,7%. Il consolidato per i paesi dell'Europa orientale è di 111 milioni di Euro (-6,1%) mentre quello dei paesi nordici (Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca) è di 87 milioni di euro (-11,5%). Puntualizza ancora Steinberger: “Si tratta di un andamento che in realtà non rispecchia la specifica situazione dei Paesi. Nel corso del 2009 tutte le aree geografiche hanno sofferto più o meno allo stesso modo della situazione di criticità e l'unico paese che chiude l'anno con un calo limitato al 10% è la Polonia, che però vista l'estrema dipendenza dal contract manufacturing, potrebbe ribaltare la propria situazione anche in un anno di ripresa".

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