L’Italia hi-tech in cerca di innovazione

I numeri relativi all'andamento dell'industria elettrotecnica ed elettronica, settore tra i più competitivi nel panorama industriale italiano, non sono certo tra i più confortanti. Nel 2007 è cresciuto il fatturato (+5,7%) e hanno tenuto le esportazioni (+3%), mentre è risultata in preoccupante calo la produzione (-6,8%). A tenere il passo sono state soprattutto le medie imprese, che si stanno indirizzando verso produzioni più qualitative e innovative, e le imprese del Nord Ovest.
È questo in estrema sintesi il quadro emerso dall'Osservatorio Congiunturale promosso da Anie, Intesa Sanpaolo e Unioncamere con l'obiettivo di monitorare le tendenze dell'industria hi-tech italiana, presentato alla fine di aprile e arricchito da un rapporto dell'Istituto Tagliacarne sulle aspettative a breve, da un approfondimento di Intesa Sanpaolo sulla redditività delle imprese e dalla presentazione dell'Indice Anie delle 4i relativo alla domanda di innovazione in infrastrutture.

La produzione sta scomparendo

Se nel corso del 2006 i settori dell'hi-tech avevano registrato un tasso di crescita doppio rispetto a quello dell'industria manifatturiera, nel 2007 si è assistito a un ridimensionamento dei volumi decisamente importante (-6,8%), che ha portato a un scarto con il picco del 2000 superiore ai 20 punti percentuali. Per l'elettrotecnica, tradizionale driver del settore, nel 2007 la quasi totalità dei comparti ha mostrato una contrazione in termini di produttività, anche se meno accentuata di quella che si è registrata nell'elettronica. Da segnalare, in particolare, il calo nei livelli produttivi del settore degli elettrodomestici, pesantemente coinvolti, a causa delle spinte concorrenziali, in fenomeni accentuati di delocalizzazione produttiva delle produzioni a minor valore aggiunto. Eccezione in positivo il settore degli ascensori e delle scale mobili, costantemente in espansione nell'ultimo decennio. Pochi cambiamenti per il macrosettore dell'elettronica, i cui livelli produttivi risultano in continuo deterioramento. Se nel 2006 la produzione industriale in ambito elettronico sembrava aver ripreso un certo vigore, evidenziando un tasso di crescita superiore alla media, nel 2007 il comparto ha mostrato un importante ridimensionamento. Da segnalare in positivo solo il dato del settore delle comunicazioni, che sembra avere arrestato la caduta che aveva portato a una perdita di volumi superiore al 20%.
Tale situazione appare ancora più preoccupante se la si confronta con quella dei principali paesi partner europei. Il passo lento del nostro Paese risulta ancora più evidente; +13% per la produzione hi-tech tedesca e +7,9% per quella spagnola, in una media dell'area euro del 9,1%.

Una pausa di assestamento

Potrebbe trattarsi di una pausa di assestamento? La speranza è che un ritorno a un andamento positivo possa manifestarsi a partire dalla seconda metà di quest'anno, con un'evoluzione che potrebbe essere spinta da un ripreso vigore sui mercati esteri che andrebbe a compensare la mancata crescita sul mercato italiano.
Quel che è certo, come ha spiegato Guidalberto Guidi, presidente di Anie nel corso dell'incontro, è che nel nostro Paese è in atto un cambiamento della produzione hi-tech: “Il gap di crescita tra produzione e fatturato è un chiaro segnale di una profonda ristrutturazione in corso nel tessuto produttivo nazionale” ha commentato Guidi. “Stiamo assistendo a una trasformazione selettiva del settore manifatturiero hi-tech, all'insegna di innovazione, qualità e nuovi mercati, che ha già cominciato a dare i primi importanti risultati. Il ridimensionamento della base produttiva nazionale ha interessato negli ultimi anni soprattutto le realtà di grandi dimensioni, mentre i livelli di attività delle piccole e medie imprese sembrerebbero per alcuni comparti aver ritrovato un assetto di marcia, cogliendo opportunità interessanti sui mercati esteri”.

Tiene il fatturato, con nuove opportunità per l'export

Un dato più positivo è quello che proviene dall'analisi del fatturato; l'industria hi-tech ha chiuso il 2007 con una crescita del fatturato pari al 5,7% (valore che però, depurato dall'effetto prezzi, cala al +3,4%). Il ritmo di crescita appare sostanzialmente allineato per i due macrocomparti; +6,3% per l'elettrotecnica e +4,9% per l'elettronica. Da un'analisi dei differenti comparti si notano i tassi di crescita più interessanti per l'elettrotecnica nell'ambito dell'energia, dell'illuminazione e dei cavi, mentre risultano essere l'automazione e i sistemi per comunicazioni a guidare l'incremento del giro d'affari nell'elettronica. Il fatturato realizzato sul mercato nazionale risulta interessante, con una crescita del +5,1% per l'elettrotecnica e del 7,1% per l'elettronica. Più modesta invece la crescita delle esportazioni, che hanno registrato un incremento del +3%, a causa della brusca frenata sui mercati esteri di alcuni comparti dell'elettronica come gli apparati telecom e la componentistica. Si è registrato invece un ritmo sostenuto nelle esportazioni dell'area elettrotecnica, in crescita nel 2007 dell'8,2%. Sempre per quanto riguarda l'export va segnalato che le principali opportunità sono derivate dall'aumento della domanda proveniente dai produttori di materie prime energetiche. L'incremento dell'export verso i Paesi Opec è risultato infatti in netta accelerazione, al contrario di quanto è avvenuto sui mercati dell'area Nafta. Interessante anche l'espansione verso i Paesi dell'area Bric, che stanno acquisendo un nuovo peso come importatori di beni strumentali. L'export dell'elettrotecnica ha invece cambiato i propri protagonisti; il tradizionale importante contributo del settore degli elettrodomestici ha registrato una dinamica in calo, compensata però da nuovi protagonisti come i produttori di cavi e i fornitori di tecnologie per il mercato dell'energia. I due macro comparti differiscono anche nel saldo dei conti con l'estero; l'elettrotecnica è un esportatore netto mentre il comparato dell'elettronica si dimostra un importatore netto, con una bilancia commerciale ormai in deficit da tempo.

Prospettive in via di miglioramento, grazie all'export

Alcune indicazioni sul possibile andamento dell'anno in corso provengono dall'analisi del portafoglio ordini. Il livello degli ordini presenti a fine 2007 potrebbe suggerire un miglioramento soprattutto nel canale estero, con un contributo più sostenuto che potrebbe provenire dall'area elettronica. Tale recupero sui mercati esteri potrebbe essere guidato ancora una volta dalle produzioni dell'automazione e delle comunicazioni, mentre dovrebbe mantenersi negativo l'apporto delle componentistica. Allo stesso tempo ci si attende però un indebolimento del canale domestico, che si sta rivelando in decisa frenata. Si evidenzia infatti una significativa contrazione degli ordini nei trasporti ferroviari e anche nell'energia, mentre nell'elettronica sono previste crescite a due cifre solo nella strumentazione di misura.

Ottimismo, nonostante tutto

Per analizzare l'attuale congiuntura del settore, l'Istituto Tagliacarne ha realizzato per conto di Anie un'analisi su un campione di 400 imprese relativa all'ultimo quadrimestre del 2007 e al primo del 2008. Poco meno della metà degli imprenditori intervistati ha dichiarato per la chiusura d'anno una ripresa dei livelli di attività. A sorpresa, le piccole e le medie aziende mostrano tassi di crescita tendenziali superiori alla grande impresa (rispettivamente +6,8% e 5,6% contro +5,1%), mentre per quanto riguarda le aree geografiche, sono le imprese del Nord Ovest a mettere a segno l'incremento più elevato del giro d'affari complessivo (+7,6%). La crescita del volume d'affari aggregato è sostenuta dalle buone performance delle vendite oltreconfine. Sono le aziende del Nord Est a mettere a segno la crescita maggiore sui mercati esteri, e anche le piccole imprese sembrano aver saputo cogliere, grazie a fenomeni di riqualificazione e innovazione, le opportunità sui mercati esteri.
Il quadro previsionale disponibile all'inizio del 2008 non sembra anticipare cambiamenti significativi allo scenario attuale e appaiono prudenti anche le aspettative degli imprenditori, influenzate anche dalla criticità della congiuntura macroeconomica. Le imprese contattate segnalano per il primo quadrimestre del 2008 una sostanziale stabilità in termini di produzione, fatturato e occupazione; leggermente più positive le aspettative per gli operatori del Nord Est e per le medie aziende del settore.
Sempre nella stessa indagine sono stati approfonditi alcuni aspetti tra cui quello delle strategie di investimento. Le scelte delle imprese in termini di investimenti realizzati e attesi confermano le strategie di riposizionamento in corso nel settore. Oltre il 50% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di aver effettuato investimenti nel 2007 soprattutto in impianti, macchinari e attrezzature. Per quanto riguarda le intenzioni di spesa per l'anno in corso, l'85% delle imprese dichiara di avere piani di investimento che interessano il territorio nazionale.

La ristrutturazione delle imprese

Infine un ulteriore approfondimento è stato offerto dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che ha realizzato un'indagine relativa alla redditività delle imprese dal 1990 al 2006, mostrando la trasformazione in atto nell'industria hi-tech italiana. Dopo una fase di difficoltà a cavallo del decennio le imprese del settore sono riuscite a migliorare la propria redditività, misurata dal Roi (Return on investment), grazie a un andamento crescente dei fatturati e al recupero dei margini, avvenuto nonostante il forte incremento dei costi delle principali commodity. Lo studio ha mostrato inoltre, come le imprese dei settori Anie abbiano registrato significative modifiche strutturali che hanno contribuito a sostenere il Roi, anche nei periodi più critici. La ristrutturazione è stata diretta al recupero dell'efficienza e all'alleggerimento delle strutture aziendali, con un calo dell'integrazione verticale e un incremento della produttività del lavoro. “La capacità di recupero e la ristrutturazione mostrata dalle imprese” ha sottolineato Enrico Salza, Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo “testimonia la vitalità della parte migliore del nostro sistema industriale”.

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