L’editoriale di Settembre 2010

Anche in Italia il mercato dei chip ha fatto faville, nel primo semestre dell'anno. I numeri pubblicati da Anie e Assodel (le due organizzazioni degli operatori del settore) parlano di aumenti molto sostenuti. Il fatturato complessivo della microelettronica venduta nel Bel Paese è cresciuto del 24% nei primi sei mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2009. Il settore industriale ha recuperato addirittura il 30% e anche l'auto è cresciuta del 17%.

Pierluigi Bondi, presidente dell'Associazione Nazionale Componenti Elettronici, Anie, ha commentato: “In Italia esistono ancora forti aree di domanda di componenti elettronici in comparti come l'automobile, l'automazione industriale e gli elettrodomestici. Per queste ragioni, superata la crisi, dobbiamo essere uniti nel cercare di stimolare questi settori, affinché possano ripartire mantenendo le produzioni locali e continuando ad alimentare la domanda interna”.

Il boom dell'Italia elettronica si inserisce in un contesto globale altrettanto positivo. Malcolm Penn è uno degli esperti più ascoltati del settore e soprattutto uno di quelli che sembrano azzeccarci più degli altri. Secondo le sue previsioni, nel 2010 il volume d'affari globale del mercato della microelettronica aumenterà del 36% rispetto al 2009. Numeri quasi mai visti, e che ben pochi immaginavano di vedere anche solo alcuni mesi fa. La situazione è “troppo” positiva, al punto da creare grossi problemi.

Come sottolinea sempre Penn: “Il top management delle aziende del settore non sembra capace di fare bene il proprio lavoro. In tempi di crisi hanno ridotto drasticamente le risorse produttive. Oggi stanno procedendo troppo lentamente a fare gli investimenti necessari per tenere il ritmo di un mercato in ebollizione”. Il risultato è semplice: in molti casi i chip scarseggiano sul mercato. Con effetti clamorosi. Nissan ha di recente dovuto fermare quattro impianti in Giappone e, secondo alcune fonti, lo stop sarebbe causato da ritardi nella consegna dei chip da parte di STMicroelectronics.

Dopo i pianti e la crisi del 2009, il boom del 2010. E l'anno prossimo? Continueremo ad andare sulle montagne russe? Certo la crescita non potrà continuare a questi livelli, assolutamente innaturali e insostenibili. Il solito Penn prevede comunque ottimi risultati per il 2011, con aumenti del 14% rispetto al già eccezionale 2010. Qualcuno è più timoroso e fa notare che, dopotutto, le economie globali si stanno ancora leccando le ferite e il tasso mondiale di disoccupazione è a livelli altissimi. Forse un po' di cautela non guasta. Di certo è difficile pensare a un tonfo brusco e repentino. Non c'è alcun segnale che vada in quella direzione. La crescita rallenterà. Ma questo è un bene, altrimenti la situazione diventerebbe insostenibile.

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