L’editoriale di marzo 2012

Un segmento applicativo da tenere sott'occhio, nel 2012? Certamente quello delle applicazioni per l'automobile. Secondo IC Insights, una delle più quotate società globali di ricerche di mercato, nel settore dell'auto i chip digitali e quelli analogici cresceranno dell'11% nel 2012. E anche nel 2011 le cose non erano andate proprio male, con incrementi rispettivamente dell'11% per i componenti digitali e del 26% per gli analogici. I motivi sono molti e basta aprire le porte (o il cofano) delle nostre automobili per rendersene conto. Il cruscotto assomiglia sempre di più a un computer di bordo ricco di funzioni, con navigatori sempre più complessi e, spesso, connessi alla rete. Gli specchietti retrovisori riportano segnalazioni di ogni tipo e a volte, addirittura, l'immagine prodotta da telecamerine che facilitano il parcheggio senza urtare troppo bruscamente le altre auto posteggiate.

Tanti gadget utili. Ma soprattutto tanta sicurezza in più e maggior efficienza energetica. I sistemi anti-collisione sono ormai montati di serie da alcuni dei marchi più prestigiosi: radar o videocamere a lunga distanza che si accorgono di un potenziale pericolo avvisando il guidatore o, in alcuni casi, agendo direttamente sull'impianto frenante. Lettori biometrici analizzano il volto di chi guida, si accorgono se sta per assopirsi e gli consigliano la "sosta caffè" (ricordate la pubblicità di una nota marca tedesca?). Si fanno strada norme sempre più restrittive che, in alcuni Paesi, obbligano all'installazione di sensori che misurano automaticamente la pressione delle gomme. I sistemi per la stabilizzazione automatica ormai sono un accessorio di cui nessuno potrebbe fare a meno.

A questo si aggiungono tutti i più sofisticati accorgimenti per consumare sempre meno benzina (con quel che costa!) e ridurre drasticamente le emissioni in atmosfera. Tutte cose che, inevitabilmente, richiedono elettronica di potenza e intelligenza digitale. Il prossimo passo: l'auto elettrica o, almeno, ibrida alla portata di tutti. E anche qui l'elettronica la fa da padrone: per sincronizzare al meglio il motore a scoppio con quello elettrico, o per aiutare a ridurre il peso e prolungare la durata delle batterie.

L'Italia ha in mano le carte giuste e può giocare un buon ruolo in questo mercato così effervescente: Fiat, con il suo centro ricerche, e Magneti Marelli hanno sicuramente qualcosa da dire. Con vantaggio di tante aziende piccole e medie che fanno parte del loro indotto.

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