L'ondata nera di acqua, fango e detriti che ha drammaticamente sconvolto il Giappone potrebbe lasciare un segno profondo anche sulla microelettronica mondiale. I precedenti, purtroppo, ci sono. Nel mese di settembre 1999 un terremoto scosse l'isola di Taiwan. Fu infinitamente meno catastrofico di quello giapponese di questi giorni, ma provocò seri danni al mercato globale degli Lcd e dei subassiemi per Pc. Le fabbriche di Taipei dovettero rallentare il ritmo di produzione provocando ferite in interi settori industriali. Ci volle parecchio tempo perché tutto tornasse alla normalità.
Oggi la situazione è molto più drammatica. I giapponesi producono più del 40% delle Nand vendute in tutto il mondo, il 15% circa delle Dram. E le memorie a semiconduttore sono un elemento indispensabile in qualunque applicazione: dalla lavatrice all'automobile, dal cellulare al Pc. In Giappone ci sono anche alcuni dei principali fornitori dei chip usati nelle applicazioni consumer; alcuni dei più grandi fabbricanti di microcontrollori, di optoelettronica…
Le scarse e frammentarie notizie disponibili a pochi giorni dalla tragedia indicano che pochi dei grandi stabilimenti hanno subito danni importanti, anche se qualche produttore ammette di non aver ancora potuto verificare lo stato reale delle apparecchiature e degli impianti. Le prefetture a nord di Tokyo, le più colpite dal cataclisma, vantavano una forte densità di fabbriche di semiconduttori. Inevitabilmente la produzione si dovrà fermare per qualche tempo.
Le infrastrutture di base del Paese sono in parte distrutte. Gli annunciati black-out elettrici, gli inevitabili blocchi della produzione e le problematiche logistiche provocheranno ripercussioni per molto tempo. Saranno anche rallentati gli investimenti che tutto il settore stava affannosamente facendo per allineare l'offerta alla domanda. Nei prossimi mesi il volume globale di circuiti integrati immessi sul mercato potrebbe essere molto inferiore alla domanda, provocando un rallentamento dei consumi.
Lo tsunami, dopo aver procurato morti e danni in Giappone, rischia di abbattersi su tutta l'elettronica mondiale. Il primo effetto potrebbe essere un'impennata verso l'alto di alcuni prezzi, primi fra tutti quelli delle memorie Flash e Dram. Per adesso è impossibile fare previsioni. Mentre scrivo, non si conosce ancora la risposta ad alcune domande fondamentali. Tutto dipende dai tempi che l'impeccabile organizzazione giapponese impiegherà per cercare di rimettere tutto in sesto. Questa volta l'impresa è davvero titanica. Ma il Giappone ha già dimostrato nel suo recente passato di sapersi riprendere, più forte di prima, anche dalla prove più dure: in bocca al lupo!