Innovare per una società sostenibile

Con uno staff di oltre 1.850 persone, sede principale a Leuven in Belgio, e uffici in Belgio, Olanda, Taiwan, Stati Uniti, Cina e Giappone, Imec è senza alcun dubbio il leader mondiale per quanto riguarda la ricerca nella nanoelettronica e nelle nanotecnologie, applicata principalmente all’informatica e alle comunicazioni, alla sanità e al medicale, all’energia sostenibile e alla sicurezza dei trasporti, settori a cui fornisce soluzioni tecnologiche pronte per l’uso industriale. Il tutto, come ci ha spiegato Luc Van den Hove, Chief Executive Officer di Imec, con il prioritario obiettivo di fornire le basi per una vita migliore in una società sostenibile. Van den Hove, che ha trascorso tutta la sua carriera in Imec, iniziando nel 1984 come ricercatore per poi arrivare nel 2009 alla guida del centro di ricerca in qualità di Executive Vice President e Chief Operating Officer, ci ha spiegato il ruolo fondamentale delle tecnologie nanoelettroniche per il raggiungimento di una società sostenibile e i punti di forza in termini di capacità di innovazione che l’Europa non può perdere.

• Nel 2009 Imec ha festeggiato i suoi primi 25 anni di attività. Quali sono i risultati più importanti che ottenuti nell’ambito delle tecnologie nanoelettroniche?
Negli ultimi 25 anni, la miniaturizzazione dei chip è stata al centro di gran parte degli sforzi compiuti dall’industria. Ed era anche uno dei principali obiettivi di Imec. È stata un’impresa costellata da straordinari successi, e siamo fieri del nostro ruolo. Oggi è ancora importante raggiungere un’ulteriore miniaturizzazione, per l’industria e per Imec. Tuttavia, siamo anche arrivati a una fase in cui i circuiti elettronici sono talmente piccoli e potenti da risultare adatti per un’intera gamma di applicazioni che solo qualche anno fa erano fuori dalla portata. Oggi l’elettronica, ad esempio, permette di ottenere interfacce verso il corpo umano. Nello specifico, abbiamo realizzato un circuito integrato che è in grado di interagire con le singole cellule nervose. Tutte queste nuove possibilità porteranno a nuove e promettenti applicazioni negli anni a venire.

Recentemente, Imec ha annunciato un accordo con GlobalFoundries sulle tecnologie Cmos. Quali risultati dovrebbe fornire questa collaborazione?
La collaborazione con GlobalFoundries è molto importante per Imec e per i nostri partner, dal momento che rafforza la nostra collaborazione con le fonderie e, di conseguenza, anche l’ecosistema che offriamo all’interno dei nostri programmi per gli Idm e per la comunità fabless e fablite. Prevediamo che nei prossimi anni questa collaborazione fornirà un’ulteriore spinta ai nostri programmi di ricerca.

In questi primi tre anni alla guida di Imec, quali sono le sfide più difficili che si è trovato a dover affrontare?
L’attività di ricerca di Imec ha lo scopo di contribuire a risolvere le grandi sfide che il mondo sta affrontando. Ci impegniamo con l’obiettivo di ottenere risposte per una società che invecchia, per il numero crescente di persone che soffrono di patologie croniche, per giungere a soluzioni abbordabili per i Paesi in via di sviluppo nel campo della sanità, per una mobilità migliore e più sicura, per risolvere le enormi congestioni del traffico e i problemi legati all’urbanizzazione insostenibile. La base delle soluzioni per queste sfide sarà trovata in una combinazione di tecnologie e di discipline diverse. In Imec, disponiamo di molte delle tecnologie e delle competenze richieste, sotto un unico tetto. Una delle principali sfide che abbiamo affrontato negli ultimi anni è stata una riorganizzazione per garantire che le varie discipline possano collaborare in modo ottimale allo scopo di pervenire in modo efficiente a soluzioni innovative basate sulla tecnologia. Un’altra sfida per affermare in futuro il successo di Imec consiste nel trovare l’organizzazione giusta in cui ci sia un giusto equilibrio fra la ricerca esplorativa e la ricerca basata su piattaforma, da cui l’industria a livello mondiale possa beneficiare in modo ottimale attraverso un modello aperto per l’innovazione.

L’unico modo per uscire da una crisi è innovare. In che modo Imec aiuta l’industria a raggiungere questo obiettivo?
Imec ha creato un ecosistema unico, in cui i ricercatori e gli ingegneri che operano in azienda possano collaborare con i nostri ricercatori. Nei nostri laboratori, essi possono coniugare le loro competenze, sfruttando le proprie forze e unendole ai punti di forza degli altri partner. In questo modo il nostro modello di business, ovvero innovazione attraverso la ricerca collaborativa, è una risorsa per i nostri partner attuali e futuri. Un simile modello consente loro di prepararsi per il futuro, condividendo allo stesso tempo i costi e i rischi della ricerca pre-competitiva.

In che modo i semiconduttori sono la tecnologia abilitante per un nuovo mondo sostenibile?
Per molte delle sfide che la società si troverà ad affrontare negli anni a venire, la tecnologia fornirà una parte decisamente importante della risposta. Pensate alla generazione e al trasporto dell’energia solare. O al modo in cui ci apprestiamo a organizzare il traffico sostenibile, a monitorare l’ambiente o a comunicare. Al centro di tutti questi sistemi ci saranno i circuiti e i sensori elettronici. Circuiti e sensori che diventeranno sempre più piccoli e più efficienti di quelli che abbiamo oggi.

I semiconduttori si stanno espandendo al di fuori dei mercati tradizionali in aree come la sanità e la medicina. Quali sono gli sviluppi più interessanti in questi campi?
I circuiti elettronici allo stato dell’arte sono allo stesso tempo potenti ed estremamente piccoli. Sono così piccoli e potenti che possiamo iniziare a pensare alla realizzazione di minuscoli sensori non invasivi. Sensori che potete indossare permanentemente sul vostro corpo e che inviano i dati sulla vostra pressione del sangue o sul livello di glucosio al computer del vostro medico. Passando a una fase ancora successiva: abbiamo raggiunto una scala in cui i chip possono comunicare (ad esempio con segnali elettrici) con organismi biologici, come le cellule. Stiamo lavorando sull’elettronica che può essere usata per esaminare le cellule in vitro, ma anche in vivo. Si tratta di tecnologie interessanti per svelare la causa di alcune patologie come il cancro e l’Alzheimer,… e per sviluppare nuove terapie.

L’efficienza energetica e i consumi di potenza costituiscono un aspetto importante in tutti i settori dell’elettronica. Quali saranno i prossimi sviluppi in questo settore?
Nei prossimi anni, la ricerca e sviluppo in tema energetico dovrebbe occuparsi delle nuove tecnologie chiave per la rete del futuro, una rete in cui l’energia sarà generata, immagazzinata, trasportata e consumata in modo intelligente e sostenibile. In Imec, abbiamo scelto di concentrarci su quattro argomenti che saranno essenziali: la generazione sostenibile di energia proveniente dal sole; la conversione efficiente di tale energia per l’uso in rete, attraverso l’elettronica di potenza; l’immagazzinamento dell’energia per quando è necessaria; l’utilizzo di una quantità inferiore di energia, ad esempio attraverso l’illuminazione efficiente a Led, la comunicazione wireless efficiente, i circuiti integrati ad alta efficienza.

La produzione elettronica si sta spostando sempre più al di fuori dell’Europa. Secondo voi, quali provvedimenti sono necessari per mantenere la nostra regione competitiva?
La produzione in grandi volumi si sta realmente spostando verso l’Asia. La fabbricazione in grandi volumi a costi contenuti richiede megafab di grandi dimensioni. Non è possibile competere contro queste grandi megafab con i più piccoli impianti presenti in Europa, a causa dei costi elevati. L’Europa dovrebbe concentrarsi sui propri punti di forza, ossia sui prodotti e sulle tecnologie basate sull’innovazione. L’Europa detiene realmente una posizione di supremazia nella ricerca e nello sviluppo. Oggi noi viviamo in un mondo globale. Anche per questo motivo, non dovremmo limitarci alla sola Europa. Il modo migliore per essere leader in Europa, è quello di primeggiare a livello mondiale. Dovremmo instaurare collaborazioni su scala globale basate sui punti di forza reciproci. Questa forza nell’innovazione è anche esemplificata nel campo delle apparecchiature per la produzione dei semiconduttori e nello sviluppo dei materiali. Sarà essenziale assicurare il mantenimento dell’ecosistema in Europa allo scopo di stimolare lo sviluppo economico attorno a queste tecnologie abilitanti essenziali.

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