Il giro di boa

Che l’economia generale non stia veleggiando ancora verso mari tranquilli lo sa benissimo Claudio Andrea Gemme, lui, genovese, per anni ai vertici di Ansaldo Sistemi Industriali, da poco più di un anno alla presidenza di Confindustria Anie. Lo abbiamo incontrato giusto per tirare le somme su un anno difficile, fitto di avvenimenti e trasformazioni radicali, sperando di ottenere da lui qualche elemento che possa diradare le nebbie di una navigazione perigliosa sui mari agitati e imprevedibili dell’economia e dei mercati internazionali.

È poco più di un anno che lei ha preso il controllo di Anie. È stato certamente un anno difficile. Può riassumerci quelle che sono state le difficoltà e le soddisfazioni incontrate in questi mesi?
Le soddisfazioni sono state tante perché la vita associativa è molto stimolante grazie alla presenza in Anie di tanti soci molto attivi, con idee sempre interessanti e poi sono affiancato da una squadra di vicepresidenti a cui ho delegato alcuni dei temi (ricerca e innovazione, education, pmi, internazionalizzazione, progetti di filiera) che sono per noi fortemente strategici. Le difficoltà sono legate al momento congiunturale difficile, complicato per le piccole come per le grandi aziende che combattono con una domanda interna quasi inesistente e con credito sempre più ridotto.

In occasione della recente conferenza stampa della Federazione si è parlato di una contrazione del mercato dell’elettronica pari al 12%. Quali sono le sue percezioni per il prossimo semestre?
Il mancato consolidamento della ripresa internazionale si sta riflettendo negativamente sulle tendenze espresse dall’industria delle tecnologie rappresentata da Anie. I settori Anie hanno chiuso il 2011 con una flessione del volume d’affari aggregato del 4,2% a cui è seguita, nel primo quadrimestre 2012, come segnalato nel corso dell’ultima Assemblea annuale della Federazione, una ulteriore contrazione del fatturato superiore al 10%. Anche i più recenti dati di produzione industriale mantengono un trend negativo, con una caduta cumulata annua nei primi sette mesi del 2012 dell’11% per l’Elettrotecnica e del 3% per l’Elettronica. Non sono emerse in questi ultimi mesi indicazioni per una svolta ciclica in chiusura d’anno e le attese relative al secondo semestre 2012 sono negative perché la domanda domestica si conferma ancora molto debole.

Quali sono i principali progetti in cui Anie è coinvolta in questo momento che possano contribuire a gettare una luce di ottimismo su un futuro che pare incerto?
In un contesto in rapido mutamento come Federazione occorre adeguarsi alle esigenze del mercato e delle aziende associate offrendo nuovi modelli di business. È per questo che dal 2012 alla tradizionale attività federativa si sono aggiunti progetti trasversali che, coinvolgendo più associazioni e riunendo diverse merceologie, sono in grado di rispondere in maniera innovativa alle richieste di un mercato in profonda sofferenza. Le tecnologie Anie, portatrici di Innovazione, si pongono quindi come “guida” per la crescita “intelligente” del Paese attraverso la costituzione del Gruppo E-Mobility che, facendo leva sulle sinergie tra i comparti rappresentati da
Anie, da giugno 2012 opera con l’obiettivo di affrontare le tematiche tecniche e strutturali legate alla mobilità elettrica, per il quale sviluppo l’industria Elettrotecnica ed Elettronica rivendica il ruolo chiave di offerta di soluzioni tecnologiche innovative. Inoltre, è in via di definizione in questi giorni anche un progetto sul Building che, riunendo i comparti Anie, mira allo sviluppo di un modello di edificio sempre più rispondente agli obiettivi di Efficienza e Risparmio Energetico.

Sappiamo che la Federazione è in prima linea per quello che riguarda il sostegno alle aziende che sono state coinvolte nel recente terremoto dell’Emilia. Quali sono le attività che verranno da questo momento intraprese da Anie?
Il Sistema
Anie ha aderito all’iniziativa di Confindustria che a fine maggio ha firmato un accordo con le Segreterie Generali di CGIL, CISL, UIL per assumere un’iniziativa congiunta e aiutare le popolazioni, i lavoratori e il sistema produttivo dei territori dell’Emilia-Romagna colpiti dal sisma. L’iniziativa ha previsto presso le aziende una raccolta di contributi volontari da parte dei singoli lavoratori - tramite la trattenuta dalla busta paga dell'equivalente di un'ora di lavoro – con l’impegno delle aziende a devolvere un contributo equivalente per la medesima finalità.

Al momento la Federazione si compone di 11 associazioni. Assisteremo alla nascita, in un futuro prossimo, di qualche nuova realtà associativa?
Stiamo lavorando su un grande progetto che è quello dell’unificazione in
Anie del mondo delle energie rinnovabili, a partire dal fotovoltaico che oggi conta una rappresentanza frammentata in diverse associazioni fuori e dentro il sistema confindustriale.

Si conosce, a grandi linee, la roadmap di ANIE per la crescita: industria e innovazione sono le due colonne portanti. Può spiegarci in breve quali saranno le proposte della Federazione in relazione a questi due importanti soggetti?
Attraverso la costituzione di Comitati interassociativi,
Anie si impegna a fornire alle aziende associate solide basi e strumenti finalizzati alla crescita. Con questi obiettivi è operativo il Comitato Ricerca&Innovazione che vuole favorire la partecipazione delle imprese ai Bandi Europei su “Smart City” e “Smart Grid”, progetti di fondamentale importanza per le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche. L’industria delle tecnologie punta da sempre sull’innovazione, rappresentando oltre il 30% degli investimenti privati italiani in R&S. In parallelo all’interno di Anie è attivo il Comitato Education che si occupa di affrontare il tema della qualificazione delle risorse aziendali consapevole dell’importanza della formazione come valore e leva per la competitività.

Aspetto interessante è senz’altro quello dall’internazionalizzazione. Possiamo vedere insieme questo argomento?
In questi ultimi anni l’apertura ai mercati esteri è divenuta elemento caratterizzante delle strategie messe in campo dalle imprese
Anie per fronteggiare le incognite di un mercato interno più debole, infatti quasi la metà del volume d’affari generato dai settori Anie origina oggi oltreconfine. Credo che nei prossimi anni l’esplorazione di nuovi mercati si confermerà importante fattore a sostegno della crescita. Il peggioramento del quadro macroeconomico impone però di operare con maggiore selettività sui mercati esteri, attuando scelte sempre più mirate. A tale scopo sono in programma missioni imprenditoriali all’estero per le aziende Anie, perché sono convinto che il valore aggiunto dato dalla rappresentanza di Sistema acquisisca centralità in una fase complessa come l’attuale, in quanto vetrina privilegiata dell’eccellenza tecnologica di cui sono depositarie le imprese.

Due parole sul piccolo, ma importante mondo dei circuiti stampati. Come viene rappresentato dalla Federazione questo settore?
Il settore dei circuiti stampati in Italia come in Europa ha subito un brusco ridimensionamento all’inizio degli anni 2000 con l’esplosione della bolla speculativa delle telecomunicazioni. Negli ultimi 10 anni si è assistito ad un fenomeno di forte concentrazione delle aziende manifatturiere che per esempio in Italia erano oltre 100 nel 2002 e sono ad oggi rimaste non più di 10. L’unico paese europeo ad avere ancora una consistente domanda interna è la Germania e anche le poche aziende rimaste in Italia costruiscono la maggior parte del fatturato sull’export e molto di questo verso la Germania. In alcuni casi il 90% del fatturato di un produttore italiano di pcb è dato dall’export. Nel 2009 si è verificata una ulteriore flessione a causa della grande crisi finanziaria che ha colpito il mondo ma nel 2010 vi sono stati segnali di ripresa. Non abbiamo i dati ufficiali 2011 ma da alcune interviste con aziende associate la ripresa è continuata fino a fine anno dopo si è nuovamente rientrati in un periodo di recessione che prosegue tutt’oggi. Il settore è ben rappresentato in
Anie dall’Associazione Componenti Elettronici che aggrega importanti realtà che hanno mantenuto la produzione all’interno dei confini nazionali. Obiettivo dell’Associazione è quello di valorizzare tali aziende che rappresentano un sostegno per il settore manifatturiero italiano.

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