Il futuro della domotica italiana secondo Assodomotica


Ingegner Mongiovì, ricordiamo ai lettori con quale finalità è nata Assodomotica…

L'aspetto peculiare del mercato della domotica, la sua specificità, consiste nell'integrare molteplici tecnologie, coinvolgendo operatori provenienti da ambiti professionali diversi. Obiettivo dell'Associazione, fin dal suo esordio nel 2005, è proprio quello di favorire questo processo di integrazione, di divulgarne la cultura, costituendo una sorta di ponte tra saperi differenti, che attingono - ad esempio - all'elettronica, all'informatica, alle telecomunicazioni. Accelerare la crescita del mercato della domotica è la nostra mission da sempre…

Una rapida istantanea del mercato…

Si compone essenzialmente di quattro segmenti. Il primo - che definiamo delle “applicazioni avanzate” - vede protagoniste abitazioni particolarmente estese, ville e, più in generale, residenze private di particolare pregio. Gli impianti avanzati richiedono un progetto personalizzato, che coinvolge, oltre all'installatore, il progettista e l'architetto. La seconda fascia di mercato riguarda, invece, quegli impianti realizzati dall'installatore direttamente sull'utente finale, che ne fa esplicita richiesta per il proprio appartamento. Il terzo segmento è quello degli “impianti base” forniti a capitolato dalle imprese di costruzione e il quarto, infine, è quello delle applicazioni specifiche destinate ad anziani e disabili.

Qual è, tra questi, il segmento in più rapida evoluzione?

Sono due le fasce di mercato che si stanno “muovendo” in modo importante. La prima è quella delle applicazioni avanzate, caratterizzata da un'utenza evoluta, che conosce da tempo le tecnologie domotiche e ne apprezza i vantaggi. L'altra fascia è quella degli impianti di base resi disponibili dalle imprese di costruzione, consapevoli - ormai - di una domanda sempre più in crescita e del valore che acquista un'abitazione dotata di un impianto domotico base, eventualmente implementabile ed espandibile in base alle specifiche esigenze del cliente.

Quanti sono, ad oggi, gli impianti domotici installati nel nostro paese?

Nel 2005 erano circa diecimila, cifra che - dando ragione alla nostra previsione - è addirittura raddoppiata nel 2007. I prossimi anni? Entro il 2010 prevediamo circa 100.000 impianti installati…

Come si spiega questo forte trend di crescita?

Si tratta innanzitutto di un fatto culturale. Negli ultimi tre anni, sia tra gli utenti finali che tra gli stessi operatori, è aumentato il grado di conoscenza della materia e, conseguentemente, la consapevolezza dei vantaggi legati alle tecnologie domotiche. In particolare, si è notata una forte spinta comunicativa da parte delle principali aziende elettriche operanti nel settore residenziale, che hanno lanciato sul mercato soluzioni domotiche di base, insieme alle forniture di materiale elettrico tradizionale. Sono stati, poi, avviati importanti piani di formazione destinati agli installatori, al fine di trasferire loro le conoscenze circa le nuove modalità di realizzazione degli impianti, e quelle aziende maggiormente orientate agli impianti avanzati hanno creato reti di “system integrator” in grado di fornire soluzioni domotiche con alti livelli di integrazione e comunicazione avanzate anche su Internet. Si tratta di iniziative importanti, che continueremo a sostenere e a realizzare.

Quanto costa oggi un impianto domotico?

Rispetto ad alcuni anni fa, oggi i costi sono alla portata di un'alta percentuale di abitazioni. Il costo di un impianto “tipo”? Dipende dal numero di applicazioni. Normalmente una villa di medie dimensioni ne possiede quattro o cinque, fra le quali la sicurezza antintrusione, il controllo ambientale, il controllo della temperatura su più zone, il controllo di alcune luci e - sempre più spesso - telecamere integrate con il videocitofono, oltre alla gestione remota dell'intero impianto. Diciamo che, per questa tipologia di sito, il progetto chiavi-in-mano va dai 25 ai 30mila euro. Nel caso di un impianto base, si parte da 2-3.000 euro.

L'applicazione più richiesta dall'utente?

Senz'altro la sicurezza, ambito professionale che vede un numero sempre maggiore di installatori avvicinasi alla cultura domotica, intravedendo in questo mercato un interessante sbocco per il proprio business. Anche le applicazioni relative al comfort ambientale sono fra le più richieste, in virtù del risparmio energetico che ne deriva. Pensi che, in base alla nostra esperienza, consentono un risparmio sui costi energetici che sfiora il 30-35%...

Il bisogno più frequente?

La semplicità di utilizzo. Sia per quanto concerne la gestione da remoto dell'impianto che la creazione degli scenari. Nel concreto, l'utente chiede - ad esempio - di poter alzare e abbassare le tapparelle, accendere e spegnere le luci, inserire e disinserire il sistema di allarme attraverso un unico comando. Troppe interfacce da gestire lo confondono. Per questo motivo predilige interfacce semplici come l'utilizzo di touch-screen, che danno possibilità di dare comandi di scenari e attivare una serie di funzioni. Il sistema più è facilmente programmabile, più si adatta alle esigenze di personalizzazione di ogni cliente.

Parliamo di formazione…

Come dicevo all'inizio, la mission della nostra Associazione è diffondere la cultura della domotica tra tutti gli operatori della filiera, compresi produttori di sistemi, costruttori edili, integratori, progettisti, installatori, architetti e molte altre figure professionali. Da qualche tempo si assiste a iniziative che vanno al di là del semplice corso tecnico incentrato sul prodotto. Tra queste, i master presso le Università, corsi specifici all'interno di Istituti tecnici, scuole di formazione con finanziamenti del Fondo Sociale europeo, tutti progetti che spesso vedono coinvolta Assodomotica.

Ingegnere, che cosa vede nel futuro della domotica italiana?

Per prima cosa intravedo un'esigenza, sulla quale si sta peraltro già lavorando. Si tratta della creazione di una interoperatività tra i vari sistemi, conseguibile tramite un collegamento che sfrutta la rete locale. Intravedo, quindi, l'esigenza dello sviluppo di reti locali all'interno delle abitazioni - collegate a Internet in modo stabile - in modo che sia possibile la fornitura di servizi, la comunicazione tra sistemi, sotto-sistemi e componenti, oltre alla comunicazione via Web. Questo è il futuro.

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