Germania: la prima in Europa

Non esiste, nei paesi di lingua tedesca, un addetto ai lavori che non la conosca: la ZVEI (Zentralverband Elektrotechnik und Elektronikindustrie) ovvero la Federazione Centrale dell'Industria Elettrotecnica ed Elettronica, è infatti, con le sue 1500 aziende associate, portavoce di un numeroso gruppo di società che generano quasi il 90% del fatturato del settore. E questo non è poco, se si pensa che le previsioni attuali parlano di un giro d'affari di oltre 190 miliardi di euro (+6% a prezzi correnti) per il 2007!

Il biglietto da visita della ZVEI
La federazione, con sede a Francoforte sul Meno, fu fondata a Berlino nel 1918 ed è costituita da 23 associazioni specialistiche e da 5 membri specialistici corporativi; con ciò essa copre tutto il campo di questo settore industriale che, con 802.500 occupati alla fine del 2006, è al secondo posto in Germania (dopo la meccanica) in termini di fatturato. Se invece, quale unità di misura, si usa la capacità di innovazione, l'industria elettrica tedesca occupa decisamente il primo posto, non solo in Germania, bensì in Europa, dato che, come sottolinea Gotthard Graß, direttore generale della ZVEI, "Oltre ad esportare due terzi della sua produzione, essa genera il 40% del suo volume d'affari con prodotti, sistemi e soluzioni nati negli ultimi tre anni."
La ZVEI rappresenta i suoi membri e ne cura gli interessi con particolare riguardo ai settori economico-commerciale, tecnologico ed ecologico di pertinenza. Socio della federazione può diventare non solo ogni azienda tedesca attiva nel settore elettrotecnico/elettronico, ma anche, in qualità di membro straordinario, le aziende estere la cui centrale non si trovi in Germania.
"Noi siamo il portavoce e il rappresentante legale del nostro ramo industriale", precisa Graß, spiegando le funzioni e i compiti della ZVEI. La federazione contribuisce infatti anche alla definizione delle condizioni di contorno caratterizzanti il contesto tecnico-economico in cui agiscono gli operatori del settore. "Ed anche a livello politico abbiamo la forza e l'autorità necessarie a rimuovere ostacoli che vanificherebbero persino gli sforzi dei più grandi gruppi industriali tedeschi", spiega megliop Graß.

Il ruolo della ZVEI
In base allo statuto, la ZVEI ha due compiti principali:
- La cura degli interessi economico-professionali delle aziende associate, in particolare tramite la cooperazione con enti statali (anche a livello di legislazione), con le rappresentanze di forze politiche, economiche e sociali nonché con quelle di numerose altre istituzioni.
- La promozione dello sviluppo tecnico ed economico dell'industria elettrotecnica ed elettronica tedesca.
"Il nostro obiettivo a lungo termine è di favorire la crescita del settore da noi rappresentato; a questo scopo non ci limitiamo a formulare pretese, bensì contribuiamo con nostre iniziative concrete a promuovere lo sviluppo economico e a ridurre la burocrazia, con l'ulteriore obiettivo di limitare il carico fiscale, in particolare quello per le aziende" aggiunge Graß. Tutto questo si sintetizza in un corrispondente programma politico che la ZVEI verifica ed aggiorna costantemente. È da notare, inoltre, che queste attività della federazione non si limitano al territorio tedesco, ma coinvolgono anche i parlamenti e i governi dei paesi con cui la Germania ha rapporti commerciali.

Il primo al mondo
Secondo dati forniti dalla ZVEI, l'industria elettronica ed elettrotecnica è il ramo industriale con il maggior fatturato a livello mondiale, superando così sia l'industria meccanica sia quella automobilistica e quella chimica. Come mostra l'istogramma (Fig. 2), tale mercato ha raggiunto, con 2.467 miliardi di euro, il suo massimo storico nel 2000, anno cui seguì una contrazione che lo condusse ad un minimo relativo, pari a 1.891 miliardi di euro, nel 2003. La ripresa, iniziata nel 2004, è ancora in corso e si fa sentire in particolare in Asia. L'ultimo dato disponibile mostra che nel 2005 il mercato mondiale aveva raggiunto un volume pari a 2.132 miliardi di euro (senza il mercato del software e dei servizi relativi). Se si aggiungono anche i fatturati di questi due settori, il volume complessivo mondiale raggiunge addirittura i 2.800 miliardi di euro nel 2005. Nel decennio 1995 - 2005 la crescita media annua è stata pari al 4,5%.
Con un peso relativo del 43%, l'Asia rappresenta ormai il mercato regionale più grande al mondo. La crescita maggiore, nel periodo in considerazione, è stata quella registrata in Cina, che è passata da un 3% scarso al 15% del volume del mercato mondiale nel 2005, superando così anche il Giappone, il cui mercato equivale al 14% di quello mondiale.
È interessante notare che in Europa le variazioni del settore, dopo il 2001, sono state minime: il fatturato nel mercato europeo (Ue dei 25) è rimasto pressoché costante e rappresenta circa un quinto del mercato mondiale. Un buon quarto del mercato europeo è costituito, nel 2005, da quello tedesco che è pari al 5,9% di quello mondiale (software e servizi inclusi). La ZVEI prevede che, a medio termine, l'espansione in atto nel settore elettronico, in parallelo a quella dell'economia mondiale (Fig. 3), continui ad un ritmo maggiore di quello degli altri settori industriali.

Il gigante europeo
Nonostante il pesante impatto economico negativo causato dalla riunificazione, la Germania resta la potenza economica più importante dell'intera Ue. Nel 2006 il suo Pil è stato pari a 2303 miliardi di euro, con un incremento in termini reali del 2,7% rispetto al 2005. E per quest'anno, le previsioni variano fra il +2,3% (previsto dal governo) e il +2,9% (fonte OECD). Non sorprende quindi che anche nel settore elettrotecnico ed elettronico, in cui da ben oltre cent'anni questo paese si posiziona fra i primi al mondo, la Germania sia un vero e proprio colosso. Nel 2006, infatti, il volume d'affari complessivo è stato di 179,4 miliardi di euro, con un incremento dell'8,5% (nominale) rispetto all'anno precedente. Di grande importanza è il fatto che questa espansione sia stata accompagnata, per la prima volta dal 2000, anche da una crescita del numero degli occupati nel settore che, con un incremento dello 0,4%, ha raggiunto le 802.500 unità (Fig 4). Questa tendenza positiva si è persino rafforzata nei primi sei mesi del 2007, nei quali la crescita dell'occupazione è stata dell'1,2% (Tab. 1), sicché, come prevede Graß, alla fine di quest'anno gli occupati saranno probabilmente 815.00. Non va però qui taciuto il fatto che le persone attive del settore erano, nel 2000, ben 882.600: un fatto questo, che impone di riflettere sugli eventuali effetti dell'estensione ad est dell'Unione e su quelli della globalizzazione. Un solo dato basta a illustrare i possibili effetti di quest'ultima: l'industria elettronica tedesca dà attualmente lavoro a ben 460.000 persone al mondo (Germania esclusa).
Va tenuto presente che l'espansione registrata lo scorso anno è anche dovuta ai notevoli investimenti effettuati dall'industria tedesca che, nel 2006, ha speso ben 9,4 miliardi di euro per attività di R&S e 1,5 miliardi per l'istruzione specialistica. E i fatti mostrano che questi soldi sono stati spesi bene (Fig. 5). La Tabella mostra inoltre che anche il grado di utilizzo degli impianti è aumentato passando dall'80,9% del 2005 all'86,2% nel 2006 (un valore mai più registrato dal 2000).
Un fatto che colpisce, specialmente se visto dal punto di vista dell'Italia, è l'attivo crescente della bilancia commerciale dell'industria elettrica tedesca. Infatti l'export, che nel 2005 era stato di 136,3 miliardi di euro (con un aumento del 6,0% rispetto all'anno precedente), nel 2006 è aumentato del 9,1% portandosi a quota 148,7 miliardi di euro (Tab. 1). Dal 2005 al secondo trimestre (compreso) del 2006 le importazioni erano però sempre aumentate ad un ritmo maggiore delle esportazioni (raggiungendo nel 2006 i 130,6 miliardi di euro), con l'evidente pericolo che l'attivo della bilancia commerciale si potesse presto azzerare. Ancora una volta però la Germania, da decenni molto attenta a che ciò non avvenga, è riuscita a invertire la tendenza in modo drastico, tanto che, mentre le esportazioni continuano a crescere fino al secondo trimestre di quest'anno (sia pure ad un ritmo moderato), le importazioni sono in costante riduzione da ormai tre trimestri successivi (v. Tab. 1). Il risultato di questa tendenza è una bilancia commerciale in attivo, nei primi sei mesi di quest'anno, di ben 11,3 miliardi di euro.

Il commercio con l'Italia
Questa posizione di forza dell'industria elettrica tedesca si manifesta in modo particolare quando si considerano i dati riguardanti l'interscambio commerciale con l'Italia. Secondo fonti della ZVEI, infatti, nel 2006 la Germania ha esportato in Italia prodotti elettrotecnici ed elettronici per un valore di 8,372 miliardi di euro, mentre il valore dei corrispondenti beni importati dall'Italia è stato di soli 3,634 miliardi di euro. Non migliora certo la situazione il fatto che il divario che queste cifre evidenziano sia pressoché costante da anni. Motivo di cauta soddisfazione per l'Italia sono però i dati relativi ai primi sei mesi di quest'anno: mentre infatti l'export tedesco, con 4,187 miliardi di euro, è diminuito del 3,5%, l'importazione dal nostro paese è aumentata del 5,6%, raggiungendo i 1,870 miliardi di euro (che però non rappresentano neanche il 45% dell'import dalla Germania). Questa inversione di tendenza per il settore eletttronico italiano viene confermata da ANIE che, recentemente, ha quantificato il fatturato del settore italiano nel 2006: esso ha raggiunto, con un incremento a prezzi correnti pari al 6,4%, i 59,3 miliardi di euro. Contemporaneamente l'export è aumentato dell'8,0% (nominale) raggiungendo i 26,091 miliardi di euro.
Da sempre, ed ancora oggi, chi scrive si sorprende del fatto che in Italia per moltissime aziende la lingua e la mentalità tedesche siano quasi "terra incognita", ciò che spiega facilmente il disavanzo commerciale dell'industria elettrica italiana nei confronti di quella tedesca (dato che proprio queste carenze, più che la concorrenzialità e la qualità dei prodotti italiani, spiegano i dati poco consolanti per il nostro paese). E ciò nonostante che da anni la Germania sia uno dei due principali clienti dell'industria elettrica ed elettronica italiana. Forse è arrivato il momento di prendere le contromisure necessarie.

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