2009, un anno importante per le normative ambientali

Il 2009 sembra essere stato un anno di fondamentale importanza per quanto riguarda la legislazione ambientale, un anno in cui sono stati compiuti numerosi passi in avanti nelle direttive più importanti, dalla EuP alla Rohs passando per la Reach.

L'ecodesign dei prodotti che consumano energia
Fin dal principio, l'attenzione è stata alta nei confronti della direttiva europea EuP. Questa direttiva mira a un miglioramento dell'efficienza energetica dei prodotti nell'arco dell'intero ciclo vitale, a partire dall'estrazione della materia prima sino al riciclaggio alla fine del ciclo di vita. Le prime misure di implementazione sono già entrate in vigore, con obblighi previsti per il 2010. Quelle relative alle perdite in modalità off e stand-by degli EuP e i convertitori per televisioni sono state le prime misure di implementazione ad essere state pubblicate. In seguito ai primi 20 studi condotti è stato redatto un piano per i prossimi tre anni e la Commissione europea ha annunciato che verranno condotti studi su altre 17 categorie di prodotti, con l'obiettivo di migliorarne l'efficienza energetica. Queste categorie comprendono svariati prodotti, quali trasformatori, macchine per il caffè, attrezzi per i macchinari, lavatrici professionali e impianti di aria condizionata.

Nuove categorie e nuove sostanze
I cambiamenti proposti alla direttiva Rohs, noti come Rohs2 aggiungono le categorie 8 (strumenti medicali) e 9 (strumenti di monitorizzazione e controllo). Anche queste categorie erano comprese nella lista di prodotti della Direttiva Weee ma erano state omesse dallo spettro della legislazione Rohs a causa di dubbi sull'utilizzo sicuro della saldatura senza piombo. L'implementazione di queste due categorie è prevista per il 2014 tranne che per i dispositivi medici di diagnostica in vitro (2016) e per gli strumenti di monitorizzazione e controllo industriale (2017). Altre quattro sostanze sono state messe in evidenza e aggiunte all'Annesso 3. Anche se al momento non sono state messe al bando, verranno valutate al più presto e, nel caso in cui comportino rischi inaccettabili, potrebbero essere soggette a restrizioni. I tre ftalati (BBP, DBP e DEHP) utilizzati come plasticizzanti per rendere il Pvc più flessibile, ed un ritardante di fiamma brominato (HBCDD), appaiono nella lista di sostanze candidate alla categoria Svhc (sostanze estremamente pericolose) e potrebbero necessitare di un' "autorizzazione all'uso". L'attuale lista di esenzioni alla normativa Rohs è stata rivista e, partendo dalle 5 categorie esaminate, si prevede l'eliminazione, la rinomina o l'aggiunta di nuove esenzioni. Queste esenzioni potrebbero venire implementate verso la fine del 2009, anche se le elezioni al Parlamento europeo potrebbero ritardarne il processo e quindi probabilmente slittare al 2010. Si prevede un periodo di tolleranza di 18 mesi per permettere ai costruttori di conformarsi. La lista di prodotti inclusa nella Direttiva Weee è ora parte dell'Annesso 2 della Rohs, rendendone più semplice l'eventuale aggiornamento da parte della Commissione europea.  Venti delle esenzioni per le categorie 8 e 9 sono elencate anche nell'annesso 6 e vengono chiariti a beneficio della Commissione europea termini come "attrezzatura" per quanto riguarda attrezzature più grandi, "parti di ricambio" e "militare". La normativa Rohs prevederà la marcatura CE e il termine "Produttore" è stato rimosso e sostituito da nuove responsabilità a carico del costruttore, dell'importatore e del distributore. L'entrata in vigore della nuova direttiva Rohs è prevista per il 2011/ 2012, con un periodo di transizione di 18 mesi per gli stati membri.

L'evoluzione delle sostanze chimiche pericolose
Le norme Reach hanno subito una rapida evoluzione a partire dall'annuncio delle prime sostanze Svhc nell'ottobre 2008. A ciò è seguito, fino a dicembre 2008, un periodo di sei mesi per la pre-registrazione; si sono ricevute 2,75 milioni di pre-registrazioni da 65.000 aziende, per circa 150.000 sostanze. L'attuale processo di registrazione è ora avviato, con scadenze nel 2010, 2013 e 2018. A gennaio ci sono stati ulteriori sviluppi, con 7 delle 15 sostanze Svhc incluse in un documento di consultazione pubblica, che comprende una bozza con le prime sostanze raccomandate per l'inserimento nella lista di sostanze che richiedono l' "autorizzazione all'uso". Si tratta di un'area che comporta un costo significativo per l'industria, con una spesa standard di circa 50.000 euro, anche se ci può essere una riduzione dei costi a seconda della dimensione dell'azienda. La normativa Reach prevede la comunicazione di determinate informazioni nel caso in cui negli articoli siano presenti sostanze Svhc. La norma è applicabile anche a prodotti provenienti da paesi non europei, anche se il costruttore non è obbligato a fornire proattivamente queste informazioni. In questi casi, la responsabilità ricade sull'importatore. Quest'obbligo prevede l'indicazione della Svhc e, nei casi applicabili, delle indicazioni per un uso sicuro del prodotto. Come per la Rohs nel 2006, il flusso di informazioni dipende soprattutto dai costruttori. Si sono già diffuse preoccupazioni per quanto riguarda le tempistiche, anche perchè il compito di fornire velocemente questi dati è compito della catena di fornitura. L'attuale obbligo riguarda l'indicazione del nome della sostanza, e quando necessario, dei dati per l'uso sicuro. Fornire informazioni di pre-registrazione, anche se spesso richiesto, non è un obbligo effettivo.

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