Scenari ed evoluzioni dell’IoT


Le stime suggeriscono che entro il 2020, il 39% dei 23 miliardi di apparati connessi al web sarà rappresentato da soluzioni Internet of Things, superando di gran lunga i dispositivi e i telefoni mobili.
Considerando che nel 2013 la percentuale era solo l'1% del totale dei sistemi elettronici in rete, siamo alle porte di una rivoluzione di gran lunga superiore all'ondata tecnologica che si è verificata con l'avvento della telefonia mobile.
Nell'ambito di questa crescita esplosiva, il settore industriale giocherà un ruolo da protagonista.
In tale contesto, la crescente disponibilità di reti, standard e piattaforme permetterà anche alle applicazioni Machine-to-Machine di evolvere verso il concetto di Internet delle cose, garantendo al settore una base per uno sviluppo ancora più solido e pervasivo.
Con Tony Spizzichino, Senior Sales Director Italy & South Eastern Europe di Telit Wireless Solutions, abbiamo analizzato gli scenari che si vanno delineando per questo mercato ad altissimo potenziale di crescita, approfondendo come un driver tecnologico come Telit possa tenere il passo con l'evoluzione in atto.
Controllata dall'israeliana Telit Communication PLC, Telit sviluppa, produce e commercializza moduli M2M (Machine-to-Machine) che permettono a macchinari, apparati e veicoli di comunicare attraverso una rete wireless. Telit affonda le proprie radici in Italia, in particolare a Trieste e a Cagliari, dove ancora risiede il "cervello" dell'azienda.
Proprio a Cagliari, insieme all'università locale, Telit ha dato vita a un centro di eccellenza nel campo delle telecomunicazioni wireless, invidiato a livello mondiale.
Nata nel 1986 a Trieste come semplice startup tecnologica, Telit si è inizialmente sviluppata grazie all'avvento dei cellulari per automobile, arrivando a competere negli anni 90 con i colossi della telefonia mondiale. Dopo alcune vicissitudini finanziarie, nel 2003 la società viene rilevata da un imprenditore israeliano, che la riposiziona nel nascente mercato dell'M2M.
Dal 2003 in poi Telit concretizza un'aggressiva strategia che le permette, nel giro di poco tempo, di assumere un ruolo di leadership nel settore M2M per applicazioni industriali.
Oggi, a undici anni dalla svolta, Telit può vantare uno share del 22% del mercato di riferimento a livello mondiale, con punte del 59% e del 65% rispettivamente in Europa e in Italia.
"Siamo presenti direttamente in 49 nazioni e abbiamo più di 5.000 clienti industriali nel mondo", spiega Pizzichino, sottolineando come quasi la metà dei circa 700 dipendenti Telit sia dedicata alla ricerca e allo sviluppo.
Con un'esperienza di R&D che assomma a quasi 1.300 anni/uomo, Telit è una realtà fortemente concentrata sull'innovazione di prodotto. Attualmente il portafoglio prevede di 150 diverse soluzioni, basate su 16 tecnologie wireless e supportate da 165 certificazioni a livello mondiale.
La produzione avviene totalmente in outosourcing con una decina di partner manifatturieri, uno dei quali localizzato in Cina: qui, nel 2012, sono stati prodotti quasi 13 milioni di moduli di conversione wireless.

Quali segmenti del mercato M2M siano più promettenti per Telit?

"Quelli dove si concentra principalmente la nostra presenza sono la telematica per automotive - che in Italia rappresenta il 47% del mercato totale - e lo smart metering, soprattutto gas - che costituisce circa il 25% delle vendite locali. A seguire, troviamo logistica, vending e smart open building, cioè remotizzazione dei sistemi di automazione dell'edificio".

Che numeri esprime il mercato?

"Nel 2013, a livello mondiale sono stati venduti oltre 50 milioni di moduli in tecnologia cellulare (2G, 3G, 4G eccetera); l'Europa assorbe 15 milioni di moduli, cioè il 30% del mercato, mentre l'Italia circa 2,5 milioni. Dal 2011 al 2019 le stime indicano per l'Europa un tasso di crescita composito del 26%. L'andamento è abbastanza costante, anche se il 2013 ha visto una crescita sostanzialmente piatta. Nei prossimi 5 anni vedo una conferma del trend attuale, con valori dal 20 al 30% almeno fino al 2018. Grazie ad alcune iniziative di standardizzazione, si avranno dei forti impulsi su alcuni segmenti, in particolare l'automotive e il metering. Entro il 2017 tutte le autovetture dovranno infatti essere connesse e questo comporterà un forte incremento dei servizi. Lo stesso dicasi per il segmento degli smart meter, dove la spinta verso la riduzione dei consumi renderà sempre più frequente la remotizzazione dei contatori".

E guardando ancora più lontano?

"Dovrebbe iniziare a svilupparsi il segmento della 'health', un settore molto importante, se non dal punto di vista del fatturato, almeno da quello sociale. Grazie alle applicazioni M2M, gli impatti positivi sulla salute dei cittadini e sui costi della sanità possono essere enormi. Anche la domotica potrebbe essere un segmento in forte crescita, ma oggi soffre più degli altri per la mancanza di standard".

Alla luce di questa evoluzione quale sarà la strategia Telit?

"Oltre che sull'hardware e sulla importantissima parte di software di comunicazione che equipaggia i nostri modem, da qualche anno stiamo investendo per aumentare il novero di tecnologie offerte: alle tecnologie cellulari si sono affiancate altre soluzioni nate da acquisizioni e investimenti in R&D, soprattutto nel settore del posizionamento (Gps, Glonast, Gnss eccetera). Questa funzionalità è ormai obbligatoria all'interno della telematica delle connected car. Investimenti importanti sono stati effettuati anche nel campo delle tecnologie short range, utili soprattutto nello smart metering. Due degli elementi strategici più significativi riguardano l'evoluzione verso i servizi a valore aggiunto e verso la connettività. Il concetto alla base di questa strategia è molto chiaro: finora Telit ha venduto dei modem che per funzionare necessitavano di una scheda Sim. In futuro, sarà sempre più importante vendere prodotti già connessi".

Da cosa deriva questa strategia di apertura ai servizi?

"Uno dei fattori di blocco che vediamo nel mercato M2M è la frammentazione delle reti di comunicazione. L'esigenza di corredare i moduli modem con un abbonamento a un operatore di telefonia mobile, crea una notevole barriera d'ingresso. Questo vale specialmente per gli attori più piccoli, i quali - oltre al progetto del sistema - devono stipulare dei contratti con realtà scarsamente focalizzate sulle particolari esigenze delle comunicazioni M2M. Noi stiamo lavorando perché il nostro modem sia un oggetto sempre più semplice da utilizzare, economico e ricco di funzionalità. L'idea è di offrire una soluzione già connessa alla rete e gestibile da remoto attraverso il portale Telit. Ciò offre un grande vantaggio in termini di time to market, qualità e ritorno d'investimento".

Come si riflette tutto questo nella strategia di prodotto?

"Telit ha investito molto, sempre con l'obiettivo di rendere più semplice la vita ai clienti. Oggi, per esempio stiamo integrando nel nostro portafoglio i prodotti di una società statunitense - acquisita recentemente - leader negli ambienti gestionali. Ciò permetterà alle applicazioni di smart metering di fruire di una 'piattaforma' pronta all'uso e dotata di tutte le interfacce verso i sistemi di fatturazione più diffusi, quali Sap, Oracle eccetera. Utilizzando una piattaforma preassemblata, il cliente può inserire il proprio valore aggiunto semplicemente personalizzando capacità e servizi. L'idea alla base della nostra strategia è quella di accorciare la catena, offrendo degli strumenti facili da utilizzare e ricchi di funzioni".

Parliamo di hardware: stesso approccio all'insegna della semplicità?
"Sì. L'offerta Telit attualmente è divisa in famiglie accomunate da un "fattore di forma" omogeneo che consente di scalare i progetti verso l'alto o verso il basso semplicemente cambiando il modulo. Questo riduce gli oneri e facilita ulteriormente lo sforzo di progettazione del cliente, il quale può definire un'unica piattaforma adattabile di volta in volta a tutti gli standard mondiali. Tale metodo - che ha fatto la fortuna di Telit - vale per tutte le famiglie: moduli cellulari, moduli short range e moduli di posizionamento. In pratica, i costi di sviluppo del cliente li abbiamo già assorbiti noi".

In prospettiva quali sfide dovrete affrontare?

"Le sfide sono parecchie, da quelle concettualmente più semplici - che vertono sul miglioramento delle prestazioni e dei consumi - all'implementazione dei protocolli sicurezza. La sfida più complessa, e che secondo me sta rallentando l'affermazione dell'IoT, è quella dell'interoperatività. Attualmente non esiste uno standard che permetta di trasferire le informazioni da un'applicazione M2M verticale a un ambiente IoT orizzontale, dove le informazioni possano essere messe a fattor comune con altri sistemi. Il processo di standardizzazione è in atto da tanto tempo, ma è 5 anni indietro rispetto alla realtà dell'industria".

Il passaggio da società di prodotti a società di servizi comporta un enorme sforzo fatto di investimenti, acquisizioni e organizzazione interna… Quali risultati vi aspettate?

"La strategia è in fase di piena attuazione, ma i clienti che stanno utilizzando i nostri servizi a valore aggiunto sono già molti. Si tratta di una strategia unica e innovativa che va nella direzione dell'internet delle cose e che sicuramente ci porterà ad essere leader nel settore IoT come già lo siamo nel settore dell'M2M industriale".

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