Microelettronica e industria: i protagonisti ne discutono a Mecspe

    L’elettronica è il motore dell’innovazione, soprattutto nell’industria (ma non solo). È stato questo il tema di un interessante dibattito organizzato a Parma in occasione di Mecspe, la fiera italiana di riferimento per l’industria manifatturiera. Attorno al tavolo cinque “grossi calibri”: Carmelo Papa, executive vice president di STMicroelectronics; Roberto Siagri, presidente & amministratore delegato di Eurotech; Matteo Bambini, marketing manager di National Instruments; Massimo Vanzi, professore universitario, imprenditore e profondo conoscitore della piccola e media impresa in Italia; Annamaria Di Ruscio, amministratore delegato di Netconsulting Cube.

    Come aiutare il piccolo imprenditore a sfruttare l’elettronica per competere? Le ricette messe sul tavolo sono chiare e convergenti, in modo stupefacente. Non è la tecnologia o l’elettronica a fare la differenza, per lo meno non in prima battuta. Per avere successo, l’imprenditore non deve aver paura di rischiare. Un rischio calcolato, certo; ma non bisogna mai dimenticarsi di osare. È indispensabile coltivare la creatività e dare retta al proprio istinto, continuare a farsi venire idee nuove e verificarne la possibilità di successo. Sembra buffo, vero? Grandi esperti di tecnologia che affermano che, dopotutto, non è la tecnologia a fare la differenza. Serve la scintilla di genio, l’intuizione felice. Quasi banale, come constatazione. Ma una volta avuta l'idea entra prepotentemente in gioco la tecnologia, indispensabile per arrivare a una realizzazione concreta, industrializzabile, capace di generare ricchezza. E la tecnologia non deve far paura. Ormai è diventata accessibile, sotto forma di blocchi di base standard da utilizzare senza avere alle spalle grandi competenze. Moduli di base, strumenti programmabili, strutture embedded intelligenti e pronte per l’uso: tutto questo esiste, è disponibile, si può acquistare. Non bisogna perdere tempo cercando di ripartire ogni volta da zero. Quello che serve, i mattoncini elettronici necessari per dare vita a un progetto ambizioso esistono già, il più delle volte. Bisogna saperli usare. Guardarsi attorno, quindi. Con attenzione e tenendo le orecchie sempre ben aperte. Fare molta attenzione alle start-up: coltivarle, conoscerle, magari aiutarle finanziariamente per poterne utilizzare i frutti.

    Insomma: è vero che la microelettronica è il motore dell’innovazione. Senza microelettronica non si va da nessuna parte. Ma l’evoluzione del settore mette a disposizione una pletora di soluzioni microelettroniche embedded, pronte per l’uso, facili da integrare in sistemi complessi. Quindi, per avere successo bisogna concentrarsi sulla creatività: aguzzare l’ingegno e identificare l’idea vincente. Appoggiandosi con intelligenza e competenza su chi rende disponibili le tecnologie di base in modo semplice, economico e facile.

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