Mi accingo a scrivere questo editoriale nel momento in cui Piazza Affari sta perdendo il 2%. È tutto il giorno che sale e che scende senza tregua, come d'altronde nella tradizione delle ultime tre settimane. Per i mercati internazionali è un mese da dimenticare questo agosto che si sta chiudendo con temperature torride e insopportabili.
Non ho certo intenzione di ripercorrere fatti noti a chiunque. L'unica magra consolazione è che chi, come me, soffre di un'acuta avversione per le notizie da spiaggia, ha avuto senz'altro l'opportunità, nelle scorse settimane, di occuparsi di cose molto più interessanti del gossip da ombrellone, qualcosa che riguarda tutti molto da vicino e che, disgraziatamente, non evapora come i pettegolezzi con il volgere della stagione.
Una domanda che mi pongo di continuo negli ultimi giorni è: come reagirà il mercato dell'elettronica a un momento tanto difficile per l'economia internazionale? È difficile dirlo. Le crisi nordafricane, il terremoto in Giappone, i tonfi del comparto finanziario nelle ultime settimane, che gettano la cupa ombra dell'orso sui mercati, hanno raffreddato gli entusiasmi d'inizio anno per un 2010 andato tutto sommato a gonfie vele: un 5,9% in più (a fronte della corrispondente flessione del 18,3% di quell'annus horribilis che è stato il 2009) è un risultato di tutto rispetto.
Secondo le ultime valutazioni di ANIE, il vero motore trainante del comparto nel corso dell' “anno della ripresa” (che poi non so ancora se si possa definire tale) sembra sia stato l'export: +10,5% nel 2010, +7% nella prima parte del 2011, coincidente però con una debolezza generalizzata del canale domestico. Il mercato interno continua a pagare infatti la penalizzazione provocata dalla carenza di investimenti infrastrutturali e, soprattutto, risente in modo acuto di quelle tensioni internazionali che sono ancora al momento sulle prime pagine dei giornali. Vicende che determinano una costante instabilità dei mercati, soprattutto in quelli delle materie prime.
Ho controllato in questo momento il prezzo dell'oro: qualche minuto fa ha sfiorato quota 1900 $ l'oncia.
Non so cosa ci aspetti nei prossimi mesi, né ho intenzione di azzardare delle ipotesi. Al momento posso dire soltanto che la temperatura è elevata, la finanza internazionale è in ebollizione, il calore delle cannonate nelle strade di Tripoli e di Hama arroventa un clima che, nel Mediterraneo, è sempre più incandescente.
Doveva essere un agosto di relax e invece è stato un mese da dimenticare.