L'assalto all'area Euro e la crisi dei debiti sovrani sono stati argomenti di traino nel corso della manifestazione fieristica bavarese, Productronica 2011, che si è conclusa il 18 novembre scorso. L'appuntamento è stato naturalmente un test per valutare, non solo la stabilità del comparto elettronico in un momento di difficoltà acuta come quello che stiamo vivendo, ma soprattutto un'occasione per considerare gli atteggiamenti che si hanno all'estero nei confronti di noi italiani (soprattutto come aziende e realtà industriali). Certo, gli imbarazzanti teatrini politico-mediatici e le croniche incapacità decisionali che hanno caratterizzato la politica italiana negli ultimi tempi sono un costante motivo di diffidenza all'estero, ma questo si sa e non deve neppure diventare un'ossessione.
E' sicuro che la piega meno accettabile è quella di sentirsi emarginati per la nostra inaffidabilità, ma - a detta (quasi) di tutti in Germania - chi è affidabile in questo momento? La Francia forse, con con la prestigiosa tripla A messa in discussione dalle agenzie internazionali di rating? La Spagna, con una disoccupazione da incubo e a crescita zero? La stessa Germania che, nonostante la sua costanza, ha frenato sensibilmente a livello produttivo negli ultimi mesi? Difficile a dirsi.
Sta di fatto che - forse proprio in virtù di un ambiente che guarda maggiormente al concreto qual è quello del mercato elettronico rappresentato a Monaco - non potrei dire di aver trovato a Productronica particolari difficoltà nel confrontarmi con colleghi e operatori stranieri.
Ma al di là di questo, quali sono state le vere sensazioni avvertite a Productronica 2011? Direi, per cominciare, un grande ottimismo di fondo, per un comparto che è naturalmente reduce da un paio di anni di decisa crescita (anche se sempre condizionata dall'incertezza per il futuro), che ha mostrato se stesso in un momento culmine per attività di mercato. Tantissimi sono stati i visitatori (il 34% in più rispetto al 2009) e numerose le aziende produttrici che hanno stipulato interessanti contratti di vendita nei quattro giorni di fiera, secondo uno schema che ci trasporta indietro a momenti d'entusiasmo ormai dimenticati.
Ma su tutto ciò, nei frenetici quattro giorni trascorsi a Monaco, è aleggiata di continuo una costante e sgradevole sensazione di spessa preoccupazione, quel timore che passava sui volti degli interlocutori (italiani, tedeschi o americani non fa differenza) affrontando argomenti relativi al prossimo futuro. E non sto parlando solo del futuro dell'Italia, parlo di quei timori per una fase economica depressiva incombente, condivisi un po' da tutti i partecipanti a Productronica 2011, che hanno rovinato quella che poteva essere veramente una festa da ricordare.