Anche nell’elettronica attenzione alle sostanze pericolose

Il Regolamento 1907/2006, concernente la registrazione, la valutazione e l'autorizzazione delle sostanze chimiche, detto Reach, è entrato in vigore il 1° giugno del 2007 dopo 8 anni di dibattito che hanno portato alla stesura di ben 849 pagine di regolamento. L'unico censimento disponibile sui componenti chimici è quello realizzato nel 1981 che ha evidenziato l'esistenza di 100.106 sostanze sul mercato. Tra quelle utilizzate, fabbricate o importate in quantità uguali o superiori a 1.000 tonnellate, il 21% non è provvisto di informazioni per un utilizzo sicuro del prodotto, mentre il 65% riporta informazioni insufficienti. Solo il 3% è stato sottoposto a test completi. Nel frattempo in Europa sono aumentati i casi di allergie, asma, di alcune tipologie di cancro e di patologie riproduttive. Le malattie della pelle dovute all'esposizione solare sono state la causa della perdita di 3 milioni di giorni lavorativi. Inserendo l'obbligo di fornire informazioni per un uso sicuro a tutti i livelli della catena di approvigionamento, il regolamento Reach mira a proteggere sia l'ambiente che la salute.

I dati sulle sostanze Svhc
La sfida più grande per l'industria è stata quella della raccolta dei dati sull'eventuale presenza, in quantità pari allo 0,1% per peso totale, di sostanze Svhc (Substances of very high concern) ovvero di sostanze estremamente problematiche, in un determinato prodotto. L'obbligo minimo è quello di fornire il nome della sostanza e le informazioni per un uso sicuro fino all'ultimo livello della catena di approvigionamento. Le sostanze classificate come Svhc comprendono le sostanze cancerogene, mutagene, o tossiche per la riproduzione. Inoltre, la lista include sostanze che tendono a persistere nell'ambiente e a bioaccumularsi negli organismi, quelle tossiche e infine altre sostanze, come gli interferenti endocrini, che hanno un impatto sull'ambiente acquatico. Nell'ottobre del 2008 l'Agenzia europea per le sostanze chimiche ha pubblicato una lista con le prime 15 sostanze Svhc e, nel gennaio del 2009, sette di queste sono state sottoposte ad un'analisi più approfondita per decidere se dovessero essere soggette a un regime, piuttosto costoso, di "autorizzazione all'uso". Queste sette sostanze sono state approvate e la Commissione europea determinerà la data in cui queste verranno aggiunte all'Annesso XIV. Questi obblighi entreranno in vigore dai 24 ai 48 mesi successivi. Dal momento in cui tale regime entrerà in vigore, gli utenti finali potranno utilizzare queste sostanze esclusivamente per l'uso autorizzato e potranno acquistare il prodotto solo dall'azienda con autorizzazione. La necessità di raccogliere dati in merito al Reach ha portato alla circolazione di molte lettere standard in diversi formati. Molti fabbricanti hanno rifiutato di utilizzare le richieste standard e hanno preferito promuovere un'informazione tramite propri siti o database centralizzati (questi ultimi hanno avuto una lenta fase di sviluppo). Le linee guida del regolamento tuttavia incoraggiano un approccio proattivo, piuttosto che un semplice link a un sito web. Si sono anche verificati episodi in cui c'è stata una richiesta di informazioni non obbligatorie, come i dati relativi alla pre-registrazione e i certificati di conformità Rohs. Le successive sostaze Svhc verranno pubblicate gradualmente ; il prossimo gruppo è previsto per il 2010, il che significa che il capitolo Reach rimarrà aperto ancora per diversi anni.

Gomme e plastiche
Delle 15 sostanze Svhc, tre sono ftalati utilizzati in gomme, Pvc, adesivi, inchiostri, lacche e colle per conferire ai prodotti flessibilità. Un altro gruppo è rappresentato dalle Sccp, paraffine clorurate a catena corta che vengono adoperate principalmente come plastificanti, ma anche come ritardanti di fiamma, e che sono utilizzate anche in gomme e Pvc. L'Hbcdd, ovvero l’esabromociclododecano, è un ritardante di fiamma che viene utilizzato nel polistirolo ad alta densità. La maggior parte dei componenti passivi non contiene Svhc, in quanto non hanno al loro interno parti in gomma o Pvc, mentre il polistirolo viene utilizzato nei contenitori ma non nei componenti. Esistono tuttavia dei componenti che hanno parti di gomma, come i condensatori elettrolitici. In genere presentano un anello o un tappo in gomma che può contenere un tipo di ftalato o delle Sccp. I condensatori elettrolitici sono avvolti da un'etichetta in Pvc plastificato, anch'esso contenente ftalati. Alcuni componenti passivi possono contenere Pvc nel loro rivestimento, avere anelli in gomma o essere riempiti con materiali che contengono uno dei tre ftalati classificati come Svhc o Sccp. Alcuni connettori in Pvc potrebbero essere plastificati, altri avere guarnizioni in gomma o adesivi flessibili che potrebbero contenere ftalati. Ma anche alcuni filtri con bordi in gomma o rivestimenti possono contenere Svhc. Le induttanze e le bobine hanno fili in rame rivestiti di vernice. Queste vernici vengono realizzate in modo da non fratturarsi ed è possibile che contengano un ftalato come plastificante. I potenziometri in alcuni casi possono avere tappi di gomma. In generale, i progettisti elettronici dovrebbero tenere presente che se una parte contiene gomma o plastiche flessibili come il Pvc, è possibile che questo contenga ftalati o Sccp, oppure queste sostanze possono essere presenti nel materiale di isolamento o nell'inchiostro utilizzato per la marcatura.

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