Analogici in calo, tiene TI

Per
quanto l'incertezza dell'economia mondiale abbia causato negli ultimi anni le
continue oscillazioni del mercato dei circuiti integrati di tipo analogico, il 2012
è stato indubbiamente uno dei peggiori, per questo segmento. Gli analogici
hanno infatti perduto il 7% rispetto al 2011, con un fatturato di soli 40 miliardi
di dollari, anche se ciò va considerato entro la sfavorevole congiuntura
dell'intero mercato dei semiconduttori, che ha subito un calo medio del 3%
durante l'anno scorso. Inoltre, tutti i mercati inclusi in quello degli
analogici hanno registrato un andamento scoraggiante, con la sola eccezione del
wired. Quello del power, dell'automotive e delle comunicazioni sono stati i più
resistenti, mentre quello dei computer, delle interfacce e dei prodotti per la conversione
dei dati hanno subito il colpo più duro. Quanto alle aziende, per gli analogici
Texas Instruments resta la prima produttrice, in termini di quota di mercato: la
società, infatti, ha chiuso il 2012 con una share del 16,7% dell'intero mercato,
equivalente a 6,6 miliardi in termini di fatturato. Nel 2011, infatti, Texas
Instruments ha concluso l'acquisizione di National Semiconductor, e
l'operazione si è confermata un vero successo in termini di profitto, poiché ha
permesso all'azienda, nel 2012, di far arrivare le proprie quote relative alle interfacce
e ai circuiti integrati power a percentuali del 27% e del 24%, a partire
rispettivamente da valori del 23% e del 21%. Con la recente decisione di riorganizzare
le proprie attività, infine, TI ha potuto focalizzare i propri sforzi proprio
sul suo mercato principale, quello degli analogici, e ciò ha garantito alla
società di tener testa alla crisi.

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