AAA… competenze tecnologiche cercasi


Nella terza edizione dell'Osservatorio congiunturale realizzato da Anie è stato dedicato ampio spazio all'approfondimento del tema delle risorse umane. Le competenze professionali rappresentano, come recentemente indicato dalla Commissione Europea, elementi essenziali di una strategia della competitività industriale in una “economia basata sulla conoscenza”. Le indicazioni fornite dalla Commissione sono rivolte a favorire l'innalzamento dei livelli di istruzione, in particolare nell'ambito delle discipline tecnico-scientifiche e ingegneristiche. La dotazione di capitale umano qualificato si rivela un fattore cruciale di successo nel mutato contesto di concorrenza internazionale. Nel biennio 2006-2007 lo spostamento verso produzioni a più alto contenuto qualitativo, sostenuto da innovazioni di prodotto e di processo, ha permesso alle tecnologie del made di Italy di cogliere opportunità di crescita soprattutto nei mercati esteri. Alla luce dei processi di trasformazione che stanno interessando l'industria nazionale in senso stretto, l'emergenza tecnico scientifica che caratterizza l'Italia in termini di capitale umano costituisce un elemento di particolare criticità. Il ritardo di adeguamento nei livelli di competenza tecnologica delle risorse umane è reso evidente dall'indagine Pisa condotta dall'Ocse, uno dei principali indicatori internazionali che misura la preparazione degli studenti in ambito tecnico scientifico. Preoccupanti i risultati per l'Italia, che si colloca nelle ultime posizioni con un punteggio inferiore alla media. Secondo i più recenti dati diffusi da Eurostat, il nostro Paese fra il 2000 e il 2006 non riduce anzi aumenta il divario nelle lauree scientifiche rispetto all'Unione a 27 Stati: il numero dei laureati in queste discipline è sceso dal 7,7% al 6,8% del totale dei laureati. La mancanza di adeguate competenze conoscitive si ripercuote sulle infrastrutture della conoscenza di cui necessitano le imprese.

Lo scenario per le imprese Anie
L'industria Anie è costituita dai comparti ad alta e medio alta tecnologia che più di altri competono secondo fattori di contenuto innovativo dei prodotti e necessitano, dunque, di adeguate competenze tecnico scientifiche delle risorse umane impiegate. Nei settori dell'elettrotecnica ed elettronica il progetto Electra, realizzato dalla Direzione Industria della Commissione Europea, in linea con quanto espresso dalla strategia di Lisbona, prevede con riferimento agi investimenti in capitale umano l'implementazione di misure di formazione e istruzione che consentano al 50% degli studenti di proseguire con livelli più elevati di istruzione e di questi il 25% verso discipline tecnico-scientifiche e ingegneristiche. L'indagine condotta fra le imprese del campione evidenzia in primo luogo come l'aggravarsi del contesto congiunturale stia influenzando la domanda occupazionale espressa dal settore: solo il 25 %degli intervistati dichiara di aver effettuato assunzioni nell'anno in corso (il 24% per l'Elettrotecnica e il 26% per l'Elettronica). Nella ripartizione territoriale le aziende che operano nel Centro manifestano in corso d'anno il maggiore fabbisogno di nuovi dipendenti (il 38% sul totale). Molto interessante, nel dettaglio dimensionale, il dato relativo alle medie imprese che registrano una percentuale di assunzioni più elevata rispetto alla media del settore (pari al 37%).

Il 50% assume a tempo indeterminato
Nel 2008 gli operatori del settore si sono rivolti prevalentemente a personale con precedente esperienza professionale (il 65,6% sul totale). In corso d'anno la ricerca di personale al primo impiego ha coinvolto il 23,6% delle aziende intervistate. Hanno espresso una domanda di posizioni per giovani al primo impiego superiore alle media del settore le aziende fornitrici di materiale da installazione (51,4% sul totale del campione) e quelle attive nei comparti Trasporti ferroviari ed elettrificati (36,4%), Informatica (39,1%) e Sicurezza ed Automazione edifici (33%). Nella ripartizione territoriale, le aziende che operano nelle regioni settentrionali, sia del Nord Est sia del Nord Ovest, mostrano l'orientamento più accentuato a puntare sui giovani senza precedente esperienza (rispettivamente il 30% e il 19% del campione). Al profilo professionale prevalentemente richiesto - con precedente esperienza - risulta speculare il tipo di contratto offerto: nel 2008 oltre la metà degli intervistati dichiara di aver privilegiato strumenti contrattuali a tempo indeterminato. Il 35,5% delle aziende del campione ha previsto l'inserimento di personale con contratti a tempo determinato. Da segnalarsi il ricorso a contratti di inserimento e di apprendistato (in aggregato per il 26,3% delle imprese del campione): tali tipologie sono particolarmente significative in quanto testimoniano la volontà dell'impresa ad “investire” formando personale spesso alle prime esperienze professionali.

Capitale umano a sostegno dell'innovazione
L'analisi condotta fra le imprese ha permesso di raccogliere indicazioni riguardanti il fabbisogno di know how richiesto ai nuovi assunti. La ricerca di personale da parte delle aziende del campione si è rivolta prevalentemente verso figure dotate di specifiche competenze tecniche: in particolare diplomati tecnici (per il 50% degli intervistati, tale quota sale al 61,4% nell'area Elettronica) e laureati in materie tecnico scientifiche (24,7%). Secondo le attese, nel caso delle grandi aziende la richiesta più sostenuta riguarda i laureati in materie scientifiche e tecniche (il 56,6% sul totale delle aziende contro il 26,2% nel caso dei diplomati tecnici). Il ricorso a personale tecnico altamente qualificato (laurea specialistica) appare maggiormente concentrato in alcuni comparti in cui coinvolge oltre la metà delle aziende del campione: fra questi, i Trasporti ferroviari ed elettrificati, la Ristorazione collettiva, gli Apparati per comunicazioni e l'Informatica. Appare ancora meno rilevante la quota di imprese che ricorrono a laureati triennali seppur di ambito tecnico (il 16,1% sul totale). L'industria Elettrotecnica ed Elettronica, che contribuisce al 45% della spesa industriale in ricerca intra muros, esprime una domanda di capitale umano fortemente specializzato e qualificato a sostegno dell'innovazione e dei processi di innalzamento qualitativo delle produzioni. Interessanti considerazioni derivano dalle dichiarazioni delle aziende riguardanti il divario fra domanda e offerta con riferimento alle competenze richieste. Le indicazioni fornite dalle imprese sono confermate dall'annuale indagine promossa da Unioncamere attraverso il progetto Excelsior che fotografa a livello nazionale le principali dinamiche relative al mercato del lavoro. È interessante osservare come fra i principali motivi indicati per la difficoltà di reperimento di personale, la mancanza di un'adeguata qualificazione ed esperienza nei candidati è segnalata dal 42% del totale delle imprese manifatturiere. Secondo l'indagine, a seguito del settore della carta e dell'editoria, sono le imprese attive nell'elettrotecnica e nell'elettronica (il 45,8% sul totale degli intervistati, tale quota sale a sfiorare il 50% nella sola Elettronica) a mostrare le maggiori difficoltà nella ricerca di figure professionali adeguatamente qualificate.

La carenza di competenze scientifiche high skill
In base alle considerazioni introduttive che mostrano il gap di infrastrutture della conoscenza che ancora caratterizza il Paese al confronto con i principali competitor europei, non stupisce osservare che quasi il 50% delle aziende del campione (ben il 60% nell'area Elettrotecnica) ha segnalato difficoltà nel reperire figure professionali di elevata specializzazione (ingegneri e programmatori). Il 46,1% dichiara difficoltà nel trovare risorse con adeguate professionalità tecniche, ossia tecnici informatici e di laboratorio. La carenza di competenze scientifiche high skill nelle risorse umane in entrata si ripercuote negativamente sui fabbisogni occupazionali espressi dalle imprese, limitandone la capacità competitiva. Sono proprio tali figure a essere maggiormente collegate alle strategie di riposizionamento competitivo delle imprese, ossia quelle addette alle fasi di progettazione e sviluppo di nuovi prodotti (ingegneri, tecnici di laboratorio) e al conseguimento di maggiori margini di efficienza dei processi organizzativi (programmatori e tecnici informatici). È interessante osservare che il 14,2% degli intervistati (tale quota sale al 18,8% nell'Elettrotecnica) dichiara difficoltà a reperire personale di vendita. Alla luce dei processi di riposizionamento sui mercati esteri, le aziende stanno sperimentando nuove aree di sbocco per le produzioni di settore e necessitano, dunque, di figure professionali qualificate a operare in un contesto che non ha più solo caratteristiche locali.

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