Che succede in Germania?

    Anche l'industria elettrotecnica ed elettronica tedesca risente della crisi finanziaria mondiale che, nel frattempo, è sfociata in una recessione globale: il suo fatturato, infatti, dopo aver fatto registrare una robusta crescita nel 2006 (+8,5% a prezzi correnti rispetto al 2005) ed una più modesta espansione nel 2007 (+1,6%), quando il giro d'affari era stato di 182,2 miliardi di euro, negli ultimi mesi del 2008 presenta chiari segni di debolezza che interessano tutti i settori relativi. Come risulta dai dati forniti dalla ZVEI (Zentralverband Elektrotechnik- und Elektronikindustrie e.V., Federazione Centrale dell'Industria Elettrotecnica ed Elettronica), nel novembre 2008 le vendite complessive hanno avuto un volume pari a 15,1 miliardi di euro, il che equivale a una riduzione dell'11,6% rispetto allo stesso mese del 2007. È stata questa la seconda sensibile contrazione nel 2008, dopo il calo di ottobre (-3% rispetto all'ottobre del 2007). Ciò nondimeno, nei primi undici mesi del 2008 il fatturato complessivo è aumentato dello 0,8% raggiungendo i 168,2 miliardi di euro. Nonostante la crescita, però, basta uno sguardo ai dati di novembre per riconoscere che le prospettive per i prossimi mesi restano tetre. A suggerirlo è l'andamento degli ordini che, nel novembre 2008, hanno subito una drastica flessione pari al 21,7% rispetto all'anno precedente (v. Tabella 1 e Fig. 1). Si tratta della contrazione più forte dal settembre 2001. In particolare sono crollate le commesse dei clienti nazionali (-26,6%), ma anche quelle dei clienti esteri sono in forte diminuzione (-16,0%). L'unico segmento a segnare una crescita degli ordinativi è quello delle apparecchiature medicali (+4,0%). Da gennaio a novembre '08 le commesse risultano inferiori del 2,3% rispetto ai corrispondenti dati del '07, nonostante vi sia stata una crescita degli ordini da clienti nazionali pari al 2,4%, più che controbilanciata, però, da una contrazione degli ordini esteri del 7,1%. La media degli ordini ricevuti da gennaio ad ottobre equivale a 2,4 mesi di produzione, mentre nello stesso periodo gli impianti hanno lavorato all'87% della loro capacità massima. Questo valore però, ad ottobre si era già ridotto all'85,1%.

    Anche l'esportazione zoppica
    Dato che la Germania in generale e l'industria elettrica tedesca in particolare sono tradizionalmente molto forti nell'export (nel 2007 sono stati esportati prodotti elettrotecnici ed elettronici per ben 148,8 miliardi di euro, il che equivale ad un aumento dello 0,5% rispetto al 2006), l'andamento dei dati relativi riveste particolare importanza. Quelli più recenti (ottobre '08) non fanno che confermare il quadro negativo generale: in questo mese l'esportazione è stata pari a 12,9 miliardi di euro (-2,5% rispetto all'ottobre 2007), mentre sono stati importati prodotti elettrici per 11,3 miliardi di euro (-1,2% su base annua). Nei primi dieci mesi del 2008 sono stati esportati complessivamente prodotti per 122,9 miliardi di euro, con una riduzione dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2007. Questa modesta diminuzione si spiega con il buon andamento degli affari nella prima metà del 2008. Leggermente maggiore è la contrazione dell'importazione che, con 102,4 miliardi di euro, è diminuita dell'1,4% nei confronti dello stesso periodo del 2007 (gennaio-ottobre). L'andamento delle commesse fa però prevedere un peggioramento sensibile dell'export per i mesi da novembre in poi. Va notato inoltre che, sia i prezzi dei prodotti esportati (-2%) sia di quelli importati (-4,2%), sono in sensibile diminuzione, ciò che contribuisce a ridurre l'inflazione che in gennaio è infatti scesa allo 0,9% su base annua. Un dato resta, per ora, confortante: il numero degli occupati nell'intera industria elettrica nello scorso novembre è stato pari a 829.100, registrando una riduzione di 1600 unità rispetto al mese precedente, ma restando pur sempre superiore al dato del 2007, anno in cui gli occupati furono 820.500. Anche a questo proposito, tuttavia, per l'anno in corso ci si deve aspettare una sensibile riduzione del numero di lavoratori di questo settore industriale. I dati riguardanti l'intero paese, che sono già disponibili fino a gennaio '09 compreso, mostrano che in quest'ultimo mese il numero di disoccupati è aumentato, rispetto al novembre '08, passando da 2,988 a 3,489 milioni, portando così la quota di disoccupazione all'8,3%. Da novembre a dicembre '08 il numero complessivo di persone esercitanti un'attività lavorativa si è ridotto da 40,837 a 40,583 milioni nell'intera Germania.

    Fenomeni a catena
    La ZVEI fornisce anche l'elenco dettagliato delle variazioni dei fatturati nei vari settori dell'industria elettrica. Quelli in cui la contrazione del fatturato in novembre è stata più evidente sono: la tecnica delle comunicazioni (-35%), i componenti elettrici per autoveicoli e gli accumulatori (-28% per entrambi) e i cavi elettrici (-25%). Ma anche le tecnologie informatiche registrano una flessione pesante pari al 24%.
    Una delle cause di queste riduzioni notevoli dei fatturati (in particolare per gli accumulatori, le parti elettriche per autoveicoli, i cavi ed i componenti elettronici) è l'andamento del mercato automobilistico che, anche in Germania, sta attraversando una delle maggiori crisi del dopoguerra. Questo paese è il più grande produttore europeo di autoveicoli, dato che nel 2007 in Germania sono stati prodotti 6,196 milioni di autoveicoli, mentre nello stesso anno le case automobilistiche tedesche hanno fabbricato in tutto il mondo complessivamente 12,129 milioni di autoveicoli. È ovvio, quindi, che una sensibile contrazione delle vendite di automobili si rifletta subito anche sui fatturati dell'industria elettrica tedesca, dato che il valore dei prodotti elettrotecnici ed elettronici installati in un autoveicolo equivale ormai a ca. un terzo del suo costo di produzione, con tendenza ad un'ulteriore crescita. I dati sull'andamento del mercato automobilistico europeo, relativi al 2008 e pubblicati dalla VDA (Verband Der Automobilindustrie, Federazione dell'Industria Automobilistica), confermano infatti che l'industria automobilistica europea è in crisi dal 2008 e che il problema interessa in particolare l'Europa occidentale. In Europa, lo scorso anno, sono stati venduti 14,7 milioni di autoveicoli, con una diminuzione dell'8,0% rispetto al 2007, mentre in Europa occidentale i veicoli immatricolati nel 2008 sono stati 13,6 milioni (-8,0%). Nella prima metà del 2008 la contrazione delle vendite è stata del 3% per passare al 15% nella seconda metà dell'anno. In Germania le automobili vendute nel '08 sono state 3,09 milioni, con un calo dell'1,8% rispetto al '07. Nel dicembre dello scorso anno in Germania sono state immatricolate 226.000 automobili - 6,6% in meno rispetto al dicembre '07 -, mentre in gennaio sono state vendute solo 189.400 automobili, il che equivale ad una diminuzione del 14,0% rispetto al gennaio '08. Anche queste cifre mostrano che siamo ancora all'inizio della crisi. Per contrastarla, il governo tedesco sovvenziona dal 27 gennaio '09 l'acquisto di autoveicoli ecologici con un “premio di rottamazione” di 2500 euro per autoveicolo e, stando ai primi dati disponibili, questa misura sembra stia dando nuovi impulsi alle vendite.

    Investimenti per la ripresa
    La Germania è un paese in cui sovente anche decisioni importanti vengono prese in tempo reale. Partendo dal presupposto che gli investimenti sono tanto più importanti quanto più seria è la situazione del settore, l'industria elettrica ha già reagito alla crisi effettuando, nel 2008, investimenti in impianti produttivi pari a 7,35 miliardi di euro (+7% su base annua), mentre per quest'anno sono previsti investimenti stimati attualmente intorno ai 7 miliardi. Ben maggiore è la somma spesa lo scorso anno per attività di ricerca e sviluppo, nelle quali sono stati investiti 10,6 miliardi (+7% rispetto al '07). Per il 2009 è previsto un ulteriore incremento di questa somma del 6% per un totale di 11,2 miliardi di euro.  Complessivamente, quindi, questo ramo industriale prevede per quest'anno investimenti per ca. 18 miliardi di euro, pari approssimativamente al 10% dell'intero fatturato del settore.

    Tempi duri anche per il settore dei circuiti stampati
    Come risulta dai dati forniti dalla VdL (Verband der Leiterplattenindustrie e.V., Associazione dell'Industria dei PCB), per i produttori di PCB il 2007 è stato sia in Europa sia in Germania un anno moderatamente negativo, mentre a livello mondiale vi è stata una crescita del mercato dell'8,7% che ha portato il fatturato globale a 51,45 miliardi di $. Infatti, la produzione europea, che nel 2006 era di 2748 milioni di euro, è scesa nel 2007 a 2543 milioni confermando un trend negativo esistente da anni. Nello stesso periodo il mercato europeo è cresciuto da 4462 milioni di euro a 4674 milioni nel 2007, rendendo necessarie importazioni pari a 2131 milioni di euro nel 2007. In Germania l'andamento è stato simile, ma con una contrazione meno sensibile della produzione: questa, che nel 2006 era ancora in aumento del 7,3%, è passata dai 1054 milioni di euro del 2006 a 1039 milioni nel 2007 con una riduzione dell'1,4% nominale, mentre il mercato è cresciuto da 1410 a 1445 milioni di euro. Si nota che, anche se pure in Germania la produzione è inferiore al volume del mercato (con importazioni nette per 406 milioni, pari al 28% del mercato), la differenza percentuale (quota importata) qui è molto inferiore a quella riguardante l'Europa intera in cui sono stati importati PCB per ben 2131 milioni di euro nel 2007 (pari al 46% dell'intero mercato europeo).

    La Germania dei PCB: la prima in Europa
    Nel 2007 i produttori di schede stampate in Europa erano 319 e davano lavoro a 23.783 persone, mentre in Germania erano 80 e contavano 9220 dipendenti.
    Si è già osservato come una parte sensibile dell'industria elettrica germanica dipenda dagli ordini dell'industria automobilistica. Ciò vale, in particolare, anche per il settore dei PCB, la quale mostra che ca. il 37% del fatturato è originato da circuiti stampati per autoveicoli. Non sorprende, quindi, che, se vi sono contrazioni sensibili delle vendite europee di autoveicoli, queste si facciano sentire pesantemente nel settore dei PCB. Dai dati più recenti messi a disposizione dalla VdL, attualizzati all'ottobre del 2008, risulta che in quel mese il fatturato del settore PCB è risultato inferiore del 14% a quello dell'ottobre '07. Conforta tuttavia il fatto che nei primi dieci mesi del '08 le vendite complessive risultano in calo solo dell'1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Come abbiamo visto, però, è soltanto a partire dal novembre scorso che la crisi si è manifestata in tutta la sua violenza, per cui è certo che i dati peggiori devono ancora essere resi noti. Di questo il settore dei PCB è ben cosciente ed ha già iniziato da mesi a ridurre le scorte di magazzino dei materiali. L'andamento del portafoglio ordini nei primi dieci mesi del '08 è complessivamente uguale a quello dell'anno precedente. Ciò si spiega anche grazie al valore estremamente elevato del book-to-bill ratio raggiunto in ottobre e pari ad 1,29. Esso, precisa la VdL, è dovuto alla lentezza con cui molti clienti hanno reagito ai primi segnali di crisi e al basso livello produttivo di quel mese. Ad ottobre '08 il numero dei dipendenti del settore è risultato inferiore del 2,2% al relativo dato dell'ottobre '07.
    Anche se la VdL renderà noti i dati riguardanti l'intero anno 2008 solo a primavera avanzata, è fuori dubbio il fatto che la recessione interessi anche il ramo dei PCB. Ne sono conferma l'insolvenza di grosse ditte come Fuba, Lamitec-Dielektra e Ruwel, resa nota nelle ultime settimane. Vi sono tuttavia anche notizie positive provenienti dal settore. Così, ad. esempio, Jürgen Klohe, direttore di Würth Elektronik, prevede nuovi investimenti anche per quest'anno. La sua azienda ha chiuso il 2008 con una crescita del 5%, un fatturato di 150 milioni di euro e un risultato annuo in nero. I vincitori della crisi saranno coloro che, con una solida base finanziaria alle spalle, sapranno adattarsi più rapidamente alle mutate condizioni di mercato mantenendo, grazie alla qualità, alla competenza tecnologica e al tempismo nelle forniture i propri centri di produzione in Germania ed in Europa. E molti esperti tedeschi sono, a questo proposito, ottimisti.

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