Secondo i dati forniti dagli analisti di Ihs Technology, il mercato dei Mems per l’automotive ha totalizzato l’anno scorso 2,6 miliardi di dollari ed è destinato ad ampliarsi a un Cagr del 3,4% lungo tutto il periodo che giunge al 2021, in cui tale mercato dovrebbe valere 3,4 miliardi. A un simile sviluppo contribuiranno soprattutto quattro categorie di sensori: i sensori di pressione, quelli di flusso, i giroscopi e gli accelerometri; a questi si aggiungeranno i bolometri per la visione notturna, prodotti da aziende quali FLIR e Ulis, e i sensori di umidità di aziende come Sensirion, per disappannare i vetri; anche i Mems per il Dlp (Digital Light Processing) di Texas Instruments si troverà spesso nelle auto nel prossimo futuro. Anche le richieste di sistemi per l’Esc (Electronic Stability Control, controllo elettronico della stabilità) e di Tpms (Tyre Pressure Monitoring System, sistemi per il monitoraggio della pressione dei pneumatici), inoltre, stanno apportando un incremento nell’uso dei sensori nei veicoli. Quanto ai nomi di primo piano del settore, troviamo innanzitutto Bosch, con la sua storica prima posizione nel campo degli accelerometri “high-g” per gli air-bag e la sua offerta in quasi tutte le altre aree considerate; nel 2014, Bosch si è mantenuta leader del mercato dei Mems per l’automotive, con vendite pari a 790 milioni di dollari. Al secondo posto, grazie alla propria forza nei sensori di pressione per la sicurezza e il powertrain e all’acquisizione di Schrader, troviamo Sensata, con 268 milioni di fatturato. A seguire, prima Freescale e poi Denso, penalizzata più dalla debolezza dello yen che dalla propria efficienza.


