Selezione di Elettronica – Novembre 2014

Non è più il momento di aguzzare il cervello con il temperamatite: bisogna usare la vanga. Questa frase è stata ripetuta più volte da Pietro Palella, amministratore delegato e presidente di STMicrolectronics Italia, durante una tavola rotonda organizzata a Milano da Selezione di Elettronica sul tema “Innovazione elettronica e business”. Cosa voleva dire Palella? Semplice. Intendeva certamente che non è più il momento di perdersi in chiacchiere. O di pensare come procedere per piccoli passi, lungo la strada dell’innovazione. Bisogna prendere il coraggio a due mani e fare scelte incisive. E radicali. Magari addirittura creando discontinuità con la storia aziendale. Si può fare? Palella sosteneva che siamo in un momento che può essere favorevole per l’Italia. Già, perché è vero che da noi ormai le aziende capaci di trainare l’innovazione dell’elettronica non ci sono più. Ma è anche vero che ormai le idee brillanti e le applicazioni destinate ad avere successo e a creare ricchezza oggi nascono da piccole realtà. Palella citava, come esempio, l’Internet delle Cose: un mondo in cui si muovono tanti attori veloci, brillanti, di dimensioni medio piccole. E, sempre durante la stessa tavola rotonda, un altro caso veniva citato da Alfonso Fuggetta, amministratore delegato di Cefriel. Si tratta di Dainese, storico marchio italiano di abbigliamento sportivo per amanti delle motociclette. Un’azienda con una storia lontana mille miglia dall’elettronica. Eppure Dainese ha scelto di puntare soldi e risorse (tante) su un sistema innovativo di airbag per la moto; ovviamente infarcito di elettronica. Per questo, non ha avuto paura di (come si dice adesso) “fare sistema”. Rivolgersi all’esterno del suo ridotto perimetro aziendale e acquistare le competenze necessarie. Che in Italia ci sono, eccome!

Vorrei provare a trarre una lezione da ciò che ho sentito dire da Palella e Fuggetta. Innanzitutto siamo in un momento della storia dell’evoluzione dell’elettronica mondiale in cui il ruolo delle piccole aziende è quanto mai indispensabile. Anche loro (e non solo colossi come Samsung o Apple) hanno la possibilità di creare opportunità di business significative. Lo sviluppo dell’Internet delle Cose le aiuta e apre un numero infinito di porte.

Poi bisogna avere coraggio e lungimiranza. Prendere la vanga, non usare solo il temperamatite. Fare come Dainese assumendosi tutti i rischi del caso.

Certo, per seguire questa strada le piccole e medie aziende devono avere a disposizione blocchi tecnologici funzionanti e collaudati, da assembleare a mo’ di Lego, per rendere concrete le loro intuizioni. E devono avere il supporto di un mondo accademico che le indirizza e fornisce materiale umano sveglio e competente. Ma su questo sia Palella che Fuggetta (rappresentanti della grande industria e dell’accademia) hanno garantito di essere pronti. Ed è anche loro interesse aiutare questa Italia a uscire dal pantano e sfruttare l’innovazione per fare business!

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