Quando l’illuminazione diventa Human Centric

L’Human Centric Lighting, ovvero l’illuminazione al servizio dell'individuo, è la tipologia di illuminazione concepita per promuovere il benessere, l'umore e la salute delle persone. Secondo uno studio congiunto di Lighting Europe, Zvei (l’associazione tedesca dei produttori di materiale elettrico ed elettronico) e AT Kearney, questo tipo d'illuminazione può diventare un business da miliardi di euro, destinato a coprire a breve circa il 7% del mercato dell'illuminazione generale in Europa. Oltre a migliorare la concentrazione, la sicurezza e l'efficienza delle persone, la Hcl sarebbe addirittura in grado di favorire il benessere e di accelerare i processi di guarigione. La crescita eccezionale legata a questo tipo di concetto è alimentata anche dalla transizione tecnologica dalle sorgenti tradizionali ai Led. Benché l'efficienza energetica e la durata dei moduli Led siano ad oggi ampiamente riconosciute dal mercato, la loro controllabilità avanzata e le relative applicazioni rappresentano ancora un terreno del tutto da esplorare. La scoperta nel 2001 di un terzo fotorecettore nell'occhio umano (oltre a coni e bastoncelli) ha fatto emergere come gli effetti sui ritmi circadiani possono essere correlati a specifiche condizioni della luce. Oggi, grazie alle ricerche industriali, cliniche e universitarie, nuove soluzioni di illuminazione permettono di supportare il ritmo circadiano umano, di migliorare i livelli di concentrazione, di prevenire disturbi del sonno e di migliorare il benessere generale.

I sistemi Human Centric Lighting
All'interno della gamma di sistemi di Human Centric Lighting, è possibile fare due importanti distinzioni. Da una parte l'illuminazione biologicamente efficace, costituita da sistemi idonei a stimolare le funzioni dell'organismo migliorando così le prestazioni cognitive, dall'altra, i sistemi di illuminazione con un impatto emozionale, progettati per creare ambienti emotivamente stimolanti e atmosfere accattivanti. Lo studio da cui prendiamo spunto evidenzia come attualmente alcuni sistemi di illuminazione, installati soprattutto in ambito commerciale, siano in grado di supportare gli effetti emotivi e biologici della luce. Queste soluzioni si basano su sistemi elettronici di gestione che modulano l'illuminazione in base alle diverse condizioni di luce naturale e alle specifiche applicative, sfruttando sia cambiamenti dinamici della temperatura di colore e dell'illuminamento sia la distribuzione mirata di sorgenti dirette e indirette. Attualmente, oltre il 90% dei prodotti di Human Centric Lighting è basato su lampade fluorescenti compatte o lineari. I Led - più costosi ma più efficienti - non hanno ancora maturato una significativa quota di mercato. Tuttavia, per questo tipo di applicazione, è previsto che i Led conquisteranno entro il 2020 una quota superiore al 90%. Gli svariati effetti positivi dell’Human Centric Lighting riguardano numerosi contesti applicativi. Questo concetto può essere sfruttato negli uffici, nelle case, nelle scuole, nelle strutture sanitarie, nell'industria o anche per scopi ricreativi. Gli effetti benefici vanno dall'incremento dell'efficacia dei medicinali al prolungamento dei periodi di concentrazione, dall'accorciamento dei tempi di risveglio alla riduzione degli errori nelle attività ripetitive, dall'adattamento del bioritmo nei lavoratori notturni all'estensione dell'effetto giorno, solo per fare alcuni esempi. Oltre agli effetti benefici sull'umore e sul benessere, lo studio evidenzia come l'utilizzo di soluzioni di Human Centric Lighting offra anche benefici finanziari. Un case study contenuto nella ricerca, ipotizza come - a fronte di un costo di acquisto superiore del 25% e un consumo superiore del 20% rispetto a un sistema Led tradizionale - un sistema di Human Centric Lighting si possa ripagare in periodo di dieci anni con un semplice incremento di produttività dell'1,7%. Tuttavia, lo studio indica che grazie all’Human Centric Lighting è possibile raggiungere incrementi in produttività fino al 7,7% in virtù, ad esempio, di una maggiore concentrazione (meno errori) o di una migliore motivazione (informazioni aggiuntive) dei dipendenti. Infatti, supponendo che in condizioni d'illuminazione standard dieci dipendenti completino ognuno sei mansioni al giorno con un margine di contribuzione di 12 euro a mansione, l’Human Centric Lighting può garantire un incremento di produttività assoluta fino a 12.200 euro l’anno, compensando rapidamente gli investimenti e influenzando positivamente le condizioni di lavoro. In Europa l’Human Centric Lighting è destinata a conquistare importanti quote di mercato attraverso varie applicazioni e attraverso un radicale cambiamento degli stili di vita. L'ipotesi si basa sulla stima degli spazi che, ogni anno, si rendono disponibili per essere equipaggiati con questo tipo di soluzioni, sia nelle nuove costruzioni sia nelle ristrutturazioni.

Un enorme mercato potenziale
I grafici sul potenziale dell’Human Centric Lighting prendono in considerazione tre diversi scenari - moderato, ottimista e pessimista - che bilanciano il contributo di aspetti quali il sostegno pubblico, le iniziative congiunte di settore e la situazione macroeconomica. Nello scenario moderato, il più probabile, l’Human Centric Lighting dovrebbe diventare un business da 1,4 miliardi di euro nel 2020. Questo volume coprirebbe circa il 7% del mercato europeo dell'illuminazione generale nel 2020, conquistando addirittura il 20-25% della fascia alta. L'illuminazione biologicamente efficace rappresenterà la quota maggiore, con il 65% del mercato. I dati suggeriscono inoltre che circa il 4% delle nuove installazioni e ristrutturazioni nel 2020 comprenderà delle soluzioni di Human Centric Lighting. L’Human Centric Lighting dovrebbe raggiungere un'elevata penetrazione dapprima nei segmenti ufficio, sanità e istruzione. Nel corso dei prossimi anni, il settore ufficio guadagnerà ulteriore rilevanza, benché già nei prossimi anni le applicazioni in ambiti educativi avranno effettuato il sorpasso, diventando il secondo segmento più importante dopo quello sanitario in termini di tassi di penetrazione. In confronto a queste aree, il segmento residenziale beneficerà di un tasso relativamente basso di penetrazione, ma con volumi che porteranno il segmento a rappresentare, in termini assoluti, il 45% del totale nel 2020. Di questo girò d'affari, quasi il 25% sarà costituito da attività d’installazione, quantificabili in oltre 300 milioni di euro. Oltre alle differenti dinamiche tipiche delle aree applicative, interverranno significative differenze regionali. Tali discrepanze sono radicate nei diversi gradi d’industrializzazione di singoli paesi. Le aree dell'Europa occidentale e centrale rappresenteranno il mercato più esteso (oltre 1 miliardo di euro entro il 2020), seguite da Nord Europa (più di 143 milioni euro), Sud Europa (circa 104 milioni di euro) ed Europa Orientale (circa 102 milioni di euro). Questo divario è spiegabile non solo dal forte consenso e dalla propensione culturale dei paesi nordici verso questa forma d'illuminazione, ma anche dal maggior ricorso alle luci artificiali causato dai periodi di buio più prolungati tipici dei paesi settentrionali.

Le barriere di crescita
Secondo lo studio la realizzazione di questo interessante potenziale di mercato trova sul suo cammino cinque ostacoli alla crescita raggruppabili in due principali aree tematiche: il quadro generale delle condizioni del mercato e la catena del valore (produttori, rivenditori, clienti). Il primo ostacolo riguarda principalmente la limitata consapevolezza tra i decisori (politici, architetti e clienti) degli effetti scientificamente provati dell’Human Centric Lighting. A questi si aggiungono molti dubbi in merito gli aspetti economici, tipicamente legati al costo totale e al ritorno sugli investimenti, e una serie di fattori sociali, come ad esempio il fatto di percepire l’Human Centric Lighting come una manipolazione in conflitto con gli interessi dei lavoratori e non come un miglioramento del benessere. Tutto ciò porta al secondo ostacolo, tipicamente di natura economica, e cioè la somma tra la limitata propensione a investire e la riduzione della disponibilità di finanziamenti pubblici frutto dalla crisi economica globale. Lo studio segnala che, sino ad ora, nel disciplinare il settore dell'illuminazione, i decisori politici si sono principalmente focalizzati sull'efficienza energetica, fattore che - a causa delle soglie di picco restrittive - potrebbe inibire l'introduzione di soluzioni di Human Centric Lighting. Questo, nonostante il calcolo dei consumi medi porti a risultati più efficienti rispetto a un sistema convenzionale. Il terzo ostacolo riguarda la frammentazione strutturale della catena del valore, condizionata dalla limitata conoscenza di questa tipologia d’illuminazione tra i produttori di sistemi elettronici e gli sviluppatori software. Inoltre la forte interrelazione che sarebbe necessaria tra apparecchio e unità di controllo, attualmente non si riflette lungo la catena manifatturiera. Tale situazione è aggravata dalla mancanza di operatori con qualifiche interdisciplinari in settori quali cronobiologia, illuminazione, elettronica e informatica. In generale - secondo lo studio - si assiste a un lento processo di familiarizzazione da parte di alcuni produttori di apparecchi che approcciano il mondo dei Led attirati dalla controllabilità e dalle potenzialità energetiche di questa tecnologia. Il quarto aspetto è correlato alla struttura del mercato, che non soddisfa i requisiti imposti dalla complessità delle soluzioni di Human Centric Lighting. Il marketing dei sistemi di Human Centric Lighting richiede un cambiamento di atteggiamento dei canali di vendita utilizzati dai produttori di apparecchi tradizionali. Tale cambiamento implica il passaggio da un approccio prodotto-centrico a un approccio soluzione-centrico basato su attività di consulenza e pianificazione. Questo si riflette in altri punti della catena del valore, dove sono sempre più spesso richieste competenze ed esperienze tecniche integrate. Infine, le eterogenee e talvolta contrastanti esigenze del cliente che si manifestano a livello geografico. Nella maggior parte dei casi, le richieste tecniche sono correlate alle caratteristiche della luce diurna e alle esigenze estetiche, che possono essere radicalmente diverse tra nord e sud Europa. Basti pensare al profilo d'uso dell'illuminazione artificiale di un utente scandinavo - che deve compensare grandi escursioni stagionali - rispetto a quello di un utente meridionale. Queste eterogeneità e i potenziali conflitti devono essere presi in considerazione nell'ambito di un approccio territoriale e a segmenti di mercato specifici, consentendo un adeguamento mirato alle esigenze del cliente. Secondo lo studio, al fine di superare queste barriere e sviluppare una traiettoria di crescita interessante, l'Europa potrà sfruttare i suoi punti di forza congeniti inerenti l'industria high-tech in generale e il settore dell'illuminazione in particolare. L'industria europea è ben posizionata per assumere un ruolo di primo piano nel campo dell’Human Centric Lighting. Questo a patto che i decisori politici e gli operatori del settore lavorino fianco a fianco per sfruttare i citati punti di forza, come ad esempio la capacità di innovare, le competenze integrate e l'attitudine a comprendere le necessità dell'utente. In tal senso, lo studio individua sei leve di azione: il supporto pubblico e dell'industria alla ricerca applicata; lo sviluppo accelerato di norme pertinenti a sostenere l'effetto dei benefici delle soluzioni di Human Centric Lighting; l'introduzione di raggruppamenti regionali di eccellenza; la fruibilità di prodotti e di soluzioni per superare lo scetticismo dei clienti; attività di formazione e di comunicazione sulla catena del valore; il sostegno pubblico e incentivi agli investimenti privati. "Oggi può essere affrontata la maggior parte delle sei leve di crescita - conclude lo studio - ad eccezione dell'introduzione di raggruppamenti di eccellenza, aspetto che dipende fortemente dalla volontà politica di cooperare e investire a livello territoriale e multinazionale".

Un mercato che… c'è
L’Human Centric Lighting rappresenta uno dei numerosi fattori che stanno influenzando l'industria dell'illuminazione. Tra questi, tre in particolare hanno un impatto determinante. Il primo è la situazione macroeconomica; il secondo è la crescente attenzione verso l'efficienza energetica, supportata dalle nuove regolamentazioni; il terzo sono le azioni intraprese dai governi per limitare l'uso di alcune tecnologie energivore. A tale proposito, l’Human Centric Lighting s’inserisce in un panorama destinato a essere dominato dalle sorgenti Led. I recenti accadimenti che hanno scosso l'economia mondiale hanno dato un deciso impulso a questa tendenza, peraltro ampiamente supportata da agevolazioni finanziarie e da iniziative legislative in molte nazioni del mondo. Non ultima, la messa al bando delle sorgenti a incandescenza, evento che ha spalancato alle applicazioni Led l'immenso mercato legato alle lampadine tradizionali. Secondo gli analisti di McKinsey, il 2015 sancisce l'anno del sorpasso definitivo che porterà la tecnologia Led, entro il 2020, a conquistare il 70% del mercato globale dell'illuminazione generica e il 90% del mercato dell'illuminazione architetturale. Un altro elemento che sta spingendo i Led verso la conquista del mercato è sicuramente il graduale calo dei prezzi delle sorgenti, con andamenti che nel quinquennio trascorso hanno visto la riduzione a due cifre (tra il -14 e il -24%). Questo sta avendo un effetto positivo sui tempi di rientro dell'investimento rispetto alle sorgenti tradizionali, fattore che ha sempre ostacolato la diffusione dei Led soprattutto negli ambiti domestici. Le stime indicano che il payback di una lampada Led nel 2016 sarà pari a meno di due anni, contro i 3,9 anni di una lampada compatta a fluorescenza. Stante l'avvento dei Led sulla scena del settore, McKinsey stima che il mercato globale dell'illuminazione (generale, automotive e backlighting) toccherà nel 2020 una quota intorno ai 100 miliardi di euro, con una crescita del 5% nel quinquennio 2011-2016 e del 3% successivamente. Il settore lighting può essere idealmente suddiviso in tre settori: retroilluminazione, automotive e illuminazione generica. Dei tre, quest'ultimo è il più importante ed è destinato ad aumentare il proprio peso. Dei 100 miliardi di euro previsti per il 2020, il mercato dell'illuminazione generica comporterà un giro di affari di circa 83 miliardi di euro. Ciò rappresenta una fetta dell'83%, contro il 75% del 2011. Nel corso degli anni, le previsioni legate a questo mercato sono state costantemente riviste al ribasso. Questo effetto è dovuto all'accennato calo dei prezzi delle tecnologie Led. Il trend, associato all'accelerazione della penetrazione di questa tecnologia, avrà un effetto sempre più determinate sul giro d'affari globale del settore, rallentandone la crescita. Ad eccezione della retroilluminazione, dove già dominano, la quota delle sorgenti Led nel medio e lungo termine è destinata ad aumentare in tutti i mercati. Nel settore dell'illuminazione generale, il peso in valore delle sorgenti Led passerà dal 45% del 2016 al 70% del 2020, ma con una velocità di incremento più rapida in termini di unità. Oltre alla citata erosione dei prezzi dei Led, ciò che condizionerà le dimensioni del mercato dell'illuminazione generale sono i margini, anch'essi in rapido declino, e la maggiore durata dei componenti (circa 50.000 ore) che esenta l'utente dal fastidio di rimpiazzare una sorgente esaurita.
Viceversa, vi sarà un grande mercato legato al rinnovo. Il picco - intorno ai 10 miliardi di euro - è atteso proprio quest'anno, con una crescita più lenta fino al 2020 che attesterà il mercato intorno ai 7 miliardi di euro.

Mercati applicativi e geografici
Il report McKinsey sottolinea come questi effetti condizioneranno i sette principali mercati applicativi in modo abbastanza differente. Il residenziale è e rimarrà il settore applicativo più importante. Esso rappresenta circa il 40% del mercato globale. Nel 2016, i Led rappresenteranno circa il 50% del giro d'affari, per un valore intorno ai 28 miliardi di euro: nel 2020 la quota salirà al 73%, con un valore di circa 32 miliardi di euro. Il settore office costituisce il 15% circa del mercato. I Led stanno rapidamente conquistando quote, con un livello previsto del 31% nel 2016 e del 54% nel 2020, corrispondenti a circa 15 miliardi di euro. Nel mercato office, la penetrazione delle nuove tecnologie deve superare numerose barriere. Il problema più rilevante è legato al fatto che le attuali applicazioni sono fortemente permeate sulle sorgenti a fluorescenza, le quali già vantano una buona efficienza. Questo non permette agli impianti a Led di conseguire gli stessi benefici energetici ottenuti per esempio in ambito domestico, dove dominano le lampade a incandescenza. Un secondo aspetto riguarda il fatto che gli impianti di illuminazione sono normalmente gestiti non dai titolari degli spazi, bensì da società esterne, meno attente alla bolletta energetica. In questo comparto, secondo McKinsey, il rallentamento del tasso di penetrazione dovuto all'erosione dei prezzi dei Led sarà in parte compensato dalla quota dei componenti di controllo, i quali trovano negli ambienti di ufficio un terreno molto più favorevole rispetto all'illuminazione domestica. Negli spazi commerciali, in termini di valore di mercato globale, il settore rimarrà pressoché costante a causa della solita erosione dei Led, i quali aumenteranno il loro peso dal 47% del 2016 al 71% del 2020. L'ospitalità è il segmento che vede la maggiore penetrazione dei Led dopo l'architetturale. Dal 44% del 2016 si passerà al 74% del 2020, con un forte impatto però sul valore del mercato sempre a causa dell'erosione dei prezzi. L'industria è il segmento più conservativo. Dal 21% del 2016 la quota dei Led passerà al 40% circa, con una crescita ostacolata da motivi simili a quelli del settore office, dove ancor più la sostituzione della sorgente è scoraggiata da investimenti importanti e con lunghissimi tempi di recupero. Terzo mercato per quanto riguarda il settore dell'illuminazione, gli esterni sono fortemente condizionati dalle politiche delle amministrazioni locali e dai piani di investimento pubblici. Nel 2016, la quota dei Led nell'illuminazione pubblica è prevista nell'intorno del 45%, per poi salire al 70% entro il 2020 grazie a una forte componente di sostituzione e al contributo dei sistemi di controllo. Per chiudere, passiamo al settore dell'illuminazione architetturale, il primo ad adottare le sorgenti Led. Qui, la quota delle sorgenti Led era già del 50% nel 2011: nel 2016 le previsioni indicano una crescita al 75% mentre per il 2020 si arriverà a un quasi monopolio, con una fetta del 90%. In quest'ambito, la controllabilità Rgb e i notevoli vantaggi in termini di Total Cost of Ownership stanno facendo sempre più apprezzare le caratteristiche dei Led rispetto a quelle delle sorgenti tradizionali. A livello di fatturato, l'Europa è e rimarrà il mercato più importante per l'illuminazione generica. Secondo McKinsey, il Vecchio Continente assorbirà nel 2016 la ragguardevole cifra di 19 miliardi di euro, ma beneficerà di una crescita fino al 2020 più lenta rispetto ad altre aree geografiche d'influenza asiatica. Qui si assisterà a un forte incremento, soprattutto nel settore delle tecnologie commodity, cioè quelle che privilegiano il rapporto costo/qualità e che rappresentano quindi il grosso del mercato.

Cambia il panorama industriale
L'avvento delle tecnologie Led e la situazione economica delle singole aree geografiche stanno comportando delle forti discontinuità anche a livello industriale. Questo avrà un profondo impatto sulla catena del valore tradizionale. Se fino a qualche anno fa l'industria poggiava le sue basi su una serie di normative tecniche consolidate, che permettevano ai costruttori di sorgenti e di apparecchi di percorrere strade sostanzialmente parallele, oggi - con l'avvento dei Led - la mancanza di standard costringe le imprese a lavorare in partnership, arrivando talvolta a creare delle soluzioni dove la lampada è completamente integrata nel corpo illuminante. La mancata standardizzazione comporta anche notevoli difficoltà in termini di risorse di R&D e difficoltà nel raggiungere delle economie di scala, con ovvie ripercussioni sui costi. Benché il trend indichi chiaramente la volontà di normalizzare il settore, gli standard - soprattutto per quanto riguarda l'interfaccia led-apparecchio - sono ancora poco definiti e accettati, ma sicuramente la spinta che arriverà dal basso provocherà un'accelerazione del processo di normalizzazione.
La transizione imposta dai Led comporterà importanti cambiamenti anche nell'industria degli apparecchi. In Europa, nel 2011, i primi 10 produttori di apparecchi detenevano il 43% del mercato. Con l'introduzione dei Led si può ipotizzare un consolidamento verso l'alto, con una concentrazione del mercato ancora maggiore sui grossi player.

Nuove opportunità
Alla luce di tutti questi cambiamenti il mercato presenterà una nuova serie di importanti opportunità di business. Una delle maggiori è legata ai sistemi di controllo, necessari sia per le caratteristiche elettriche intrinseche delle sorgenti Led, sia per rispettare le esigenze di efficienza energetica che impongono un uso più intelligente dell'illuminazione. Le previsioni McKinsey indicano per il 2020 un mercato totale di 7,7 miliardi di euro, la metà dei quali assorbiti dal settore office.
SI tratta di una forte crescita che parte degli 1,8 miliardi del 2011 e che prevede una tappa di 4,1 miliardi nel 2016, con un Cagr dal 2011 al 2020 del 18%.

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