Multimedia, una realtà in evoluzione

Sono passati almeno vent'anni da quando il termine “multimedia” fece il proprio ingresso nel linguaggio della comunità elettronica, inizialmente per indicare la commistione di contenuti di tipo diverso (testi, audio, video) in una stessa piattaforma o in una stessa applicazione. Da allora ad oggi molte forme di comunicazione elettronica “mono-mediali” sono divenute “multi-mediali”, poiché l'aumento delle velocità di trasmissione e delle capacità di stoccaggio dei dati è stato utilizzato invariabilmente per aggiungere funzioni video a piattaforme che in precedenza potevano trattare solo contenuti più “leggeri”, come i testi o l'audio. Così oggi la maggior parte del traffico Internet è costituito da contenuti video, i telefoni cellulari di terza generazione possono trasmettere e ricevere video ecc. Da questo punto di vista si potrebbe affermare che la prima fase evolutiva del fenomeno multimediale si è conclusa, poiché ormai le barriere tecnologiche che un tempo limitavano la diffusione di contenuti video sono state completamente rimosse: ad esempio, oggi le connessioni a larga banda (Adsl) sono diffuse in modo capillare. Nonostante questo, la galassia della multimedialità non sembra avere ancora raggiunto un assetto stabile. Quel che si può fare oggi - con l'aiuto degli analisti - è tentare di individuare alcune tendenze evolutive, senza dimenticare però che più volte in passato le previsioni degli esperti sono state disattese.

Convergenza verso specializzazione
Uno dei temi rispetto ai quali le previsioni si sono rilevate piuttosto inattendibili è la cosiddetta “convergenza” tra Pc e Tv. A tutt'oggi i due apparecchi rimangono nettamente distinti, così come le relative modalità d'uso. A questo proposito è interessante notare quanto rilevato dalla società di ricerche di mercato In-Stat: i consumatori preferiscono le piattaforme specializzate, hanno un'idea piuttosto precisa degli usi “naturali” per ciascuna di esse e non amano le ibridazioni. Ad esempio, pochi utilizzatori desiderano acquistare contenuti pay-per-view da consumare sul Pc o sul videofonino; pochi si dicono interessati ad utilizzare lo schermo del televisore per interagire con Facebook; pochi, infine, sono quelli che utilizzano il Pc per fare telefonate VoIP. In realtà il concetto di convergenza era forse un po' semplicistico e oggi può dirsi superato. Il termine suggerisce l'unificazione di due piattaforme in una sola, mentre tutto lascia pensare che continueremo ad avere una varietà di piattaforme diverse; anzi, ne avremo più di prima. Si assisterà invece a una riorganizzazione dei rapporti tra le sorgenti di contenuto e le piattaforme, ma per certi versi questo processo potrà assumere anche le forme di una “divergenza” tra contenuti che attualmente convivono in una stessa piattaforma.

I televisori con collegamento Internet
Qualcosa del genere potrebbe accadere ai contenuti veicolati da Internet, che - nonostante la loro crescente diversificazione e varietà - vengono tuttora consumati prevalentemente tramite un'unica piattaforma: il personal computer. Nei prossimi anni la diffusione di televisori capaci di connettersi direttamente a Internet potrebbe determinare una “divergenza” - a livello di modalità di consumo - tra due tipi di contenuti veicolati dalla rete: da una parte lo streaming video, dall'altra parte tutto il resto. I televisori “web-enabled”, già in vendita nei negozi, dovrebbero servire proprio a portare in salotto anche i video di YouTube o le webTv ospitate da LiveStream, in modo semplice e immediato. E non c'è dubbio che il televisore del salotto sia la piattaforma più naturale per questo tipo di contenuti. La possibilità di accedere a Internet direttamente tramite il televisore apre la strada anche a una profonda trasformazione di tutta la filiera della produzione e distribuzione dei contenuti video. Secondo In-Stat, il nuovo modello consentirà ai soggetti che generano contenuti (non solo gli studi cinematografici, ma anche le squadre di calcio ecc.) di raggiungere direttamente i consumatori scavalcando gli attuali intermediari, cioè le stazioni televisive tradizionali. Naturalmente la semplice disponibilità di televisori dotati di collegamento Internet non è di per sé sufficiente a determinare un nuovo modello evolutivo, ma occorre registrare anche una serie di iniziative industriali orientate nella medesima direzione. Ad esempio, la possibilità di consumare contenuti web direttamente tramite il televisore è al centro dell'iniziativa europea HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV), che nel dicembre 2009 ha sottoposto a ETSI una bozza di specifiche tecniche con l'obiettivo di giungere alla definizione di uno standard. Per quanto riguarda la vendita di singoli contenuti di intrattenimento come i film, l'associazione Dece (Digital Entertainment Content Ecosystem) ha messo a punto un formato di file unificato e altri standard che facilitano l'uso di molteplici canali, ad esempio Internet, IPTV ecc. L'obiettivo dell'organizzazione è riassunto dal motto “buy once, play anywhere (compralo uno volta sola e guardalo dove vuoi). Si assiste inoltre all'evoluzione delle guide elettroniche ai programmi televisivi, che secondo In-Stat si trasformeranno in “Content and Service Discovery Guides” (CSDG) capaci di esplorare e presentare anche i contenuti video provenienti dal web. Questi strumenti giocheranno un ruolo significativo ai fini del successo dei televisori web-enabled, che saranno chiamati a offrire in primo luogo una grande comodità d'uso. Una delle società che già oggi offrono servizi EPG capaci di presentare allo spettatore anche contenuti web è l'olandese Aprico, appartenente a Philips.

I media phone
Un ulteriore elemento da considerare è la comparsa di una nuova categoria di prodotti che sembra essere destinata ad avere grande successo: i “media phone”. Si tratta sostanzialmente di piccoli terminali connessi a Internet, dotati di uno schermo touch screen relativamente grande (da sei a dieci pollici) e di una cornetta telefonica cordless. Questi sistemi sono privi di tastiera alfanumerica e non richiedono un “boot”, pertanto si distinguono in modo molto netto dai Pc. Oltre a consentire l'effettuazione di telefonate VoIP, i media phone permettono di accedere in modo molto semplice e immediato a contenuti web di tipo prevalentemente testuale, come notizie, previsioni del tempo, elenchi telefonici, ricette di cucina ecc. Quando non è utilizzato per la navigazione web, il display dell'apparecchio può servire come “cornice portaritratto” per la visualizzazione continua delle fotografie preferite, immesse tramite chiavetta Usb. In ambito domestico i media phone sono destinati ad essere collocati al posto dei telefoni tradizionali, ad esempio sul piano di lavoro della cucina o sul comodino in camera da letto. Oltre a rappresentare una piattaforma “naturale” per le applicazioni precedentemente elencate, questi nuovi apparecchi potrebbero servire per avvicinare a Internet i consumatori che non utilizzano il Pc e inoltre si prestano in modo ideale a svolgere la funzione di interfaccia per gli impianti domotici (regolazione del riscaldamento ecc.). Anche nel caso dei media phone l'evoluzione in atto può essere descritta come una “divergenza”: le modalità di consumo di alcuni contenuti di Internet (soprattutto quelli di natura testuale) tendono a differenziarsi da altre (il video ecc.) e a confluire su una piattaforma del tutto nuova, che si aggiunge al Pc e alla Tv. Il mercato offre già vari modelli di media phone, tra cui quelli prodotti da Samsung (scelti negli Usa da AT&T, che li ha battezzati Home Manager), OpenPeak, LG-Nortel e Touch Revolution. In-Stat prevede un graduale aumento della diffusione di questi apparecchi nei prossimi anni; i volumi effettivi dipenderanno anche dalle promozioni degli operatori telecom, che potranno decidere sostanzialmente di “regalare” il media phone ai loro abbonati oppure di sostenere solo una parte del prezzo. Nel primo caso, nel 2013 in Europa le installazioni annue dovrebbero raggiungere 14,29 milioni di unità, mentre nel secondo caso si fermerebbero a 8,52 milioni. In-Stat prevede inoltre che nel 2013, a livello mondiale, il giro d'affari dei media phone per applicazioni domestiche ammonterà a una cifra compresa tra i quattro e gli otto miliardi di dollari (sempre in funzione delle politiche promozionali), a cui si aggiungeranno altri 3,3 miliardi di dollari provenienti dalle applicazioni aziendali.

Televisione 3D e ultra-HD
Non si arresta, nel frattempo, l'evoluzione tecnologica dell'immagine video verso livelli di realismo sempre maggiori. Attualmente il tema di maggiore attualità è rappresentato dalle immagini tridimensionali, una tendenza che riguarda televisori, trasmissioni broadcast, dischi Blu-ray ecc. Difficile prevedere il reale successo del video tridimensionale; alcuni osservatori sottolineano giustamente che in passato le tecnologie 3D hanno già vissuto periodi di grande popolarità, ma senza mai riuscire ad affermarsi. In-Stat prevede comunque che nel 2014 si venderanno in tutto il mondo 41 milioni di televisori 3D. All'orizzonte, inoltre, già si preannuncia un ulteriore aumento della definizione del normale video “bidimensionale”, che dall'attuale HD passerà alla Uhd (Ultra High Definition). I formati in lizza sono due: 3840 x 2160 e addirittura 7680 x 4320. Gli esperti ci dicono però che i tempi non saranno brevi: secondo In-Stat le trasmissioni Uhd inizieranno intorno al 2017.

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