Milano capitale dell’industria

Milano diventi la capitale europea della formazione industriale manifatturiera per i giovani d’Europa che vogliono lavorare nel mondo affascinante dell’industria di domani”: lo ha chiesto Giuliano Busetto, Presidente di Anie, nel corso della Assemblea annuale della Federazione che rappresenta in Confindustria le imprese altamente tecnologiche dell’elettrotecnica e dell’elettronica, che si è tenuta a Milano il 15 giugno.

“Già oggi Milano ha detto Busetto - è la seconda meta scelta in Europa dagli studenti in Erasmus, dopo Barcellona. Sempre di più, per l’accoglienza che offre, per l’ottima collaborazione tra pubblico e privato, per la partnership già fruttuosa tra Università e impresa, per lo sguardo aperto al futuro, può diventare la capitale europea per la formazione dei giovani ingegneri per riposizionare l’Italia – e Milano - al centro dell’industria manifatturiera europea”. Il Presidente Anie ha sottolineato che Milano è centro nevralgico della terra manifatturiera per definizione la Lombardia - una delle più importanti d’Europa, con un tessuto produttivo ricco e un forte know how di competenza tecnologica. La scelta di qualche giorno fa di rendere il World Manufacturing Forum un organismo permanente, che dal 2018 si svolgerà stabilmente in Lombardia è un ottimo segnale che spinge nella direzione auspicata da Anie. Le previsioni della Comunità Europea al 2020 stimano una crescita costante di posti di lavoro nel settore Ict, mediamente, di oltre 100mila all’anno. La domanda potenziale nel settore Ict in Europa potrebbe essere di quasi 9 milioni di nuovi posti di lavoro, ma molti rimarranno vacanti perché le aziende non troveranno candidati con preparazione adeguata e rispondente alle loro necessità.

Non sono a mio avviso credibili gli scenari apocalittici di chi prevede una sostituzione tout court dell’uomo con la macchina – ha spiegato ancora il Presidente Anie -. La spinta verso lo sviluppo è inarrestabile e in certe fasi della storia accelera. Inevitabilmente la rapidità dei cambiamenti porta con sé qualche timore, ma penso che non dobbiamo mai temere l’evoluzione della tecnologia che, al contrario, nella storia ha sempre portato grandi benefici economici e sociali. Credo piuttosto che ci sarà una valorizzazione dell’uomo, che abbandonerà le operazioni manuali ripetitive per passare ad attività più ricche di conoscenza e più sfidanti. Esisteranno lavori molto diversi rispetto a quelli che conosciamo e che in alcuni casi non riusciamo ancora ad immaginare, se è vero, come stima il World Economic Forum, che il 65% dei bambini che iniziano ad andare a scuola in questi anni faranno un lavoro che oggi non esiste”. In questo contesto di grandi opportunità e cambiamento, Anie Confindustria, la casa delle tecnologie Italiane, si fa portavoce della necessità crescente di una formazione adeguata, in grado di creare nuovi professionisti capaci di rispondere alle mutate richieste del mercato del lavoro, superando così, definitivamente, il digital mismatch per il quale il know how delle persone in cerca di lavoro non comprende le competenze tecnologiche e digitali necessarie alle aziende di oggi.

“Dobbiamo supportare una formazione che sia tecnica e multidisciplinare perché le fabbriche del futuro saranno sempre più luoghi in cui si interfacciano sistemi tecnologici differenti ha sottolineato Busetto - Dobbiamo sviluppare menti aperte al cambiamento e far coltivare ai nostri giovani quelle soft skills che li renderanno sempre più bravi e capaci in contesti differenti e mutevoli, mettendo a frutto il loro grande vantaggio di essere già nativi digitali e quindi friendly rispetto alle nuove tecnologie. Fondamentale è poi il reskilling dei lavoratori maturi perché il lavoro oggi non è un qualcosa di acquisito a vita. Richiede una formazione continua, verso competenze sempre più evolute che rispondano al meglio alle richieste del mercato e traguardino con ottimismo al futuro”.

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