Le “indossabili” attirano gli investimenti dei colossi

Molti giganti della produzione di elettronica, aziende di servizi informatici e conglomerati mantengono decine di miliardi di dollari in banca per gli investimenti volti a contrastare la saturazione delle vendite dei mercati maturi. Samsung, General Electric e Google ne rappresentano degli esempi, ma anche Apple possiede 133 miliardi dollari a disposizione. Tutti cercano "il prossimo big bang", preferibilmente uno o più mercati emergenti, dove si possano sfruttare le competenze acquisite in prodotti quali i cellulari e i servizi a questi collegati. Per tali ragioni, la tecnologia indossabile attira l'attenzione, sicché molti di loro hanno sviluppato (o stanno sviluppando) tecnologie e servizi di questo tipo, come mostra un grafico di Google Trends relativo agli ultimi mesi. Ma tali player non sono certo soli: lo scorso marzo, Facebook ha annunciato l'acquisto di Oculus VR, una società californiana specializzata nella produzione di cuffie per la realtà virtuale, per circa 2 miliardi dollari; Apple sta negoziando per aggiudicarsi Beats Electronics per 3,2 miliardi, investendo per la prima volta nella propria storia un valore di tale livello per un'acquisizione. Beats non è un colosso: possiede il 27% del mercato statunitense delle cuffie , complessivamente pari a 1,8 miliardi, e ciò grazie soprattutto alla propria presenza nella fascia di prodotti di prezzo alto. Google, infine, ha pagato 3,2 miliardi per Nest Labs, una piccolo azienda operante nell'IoT/IoP, che ha prodotto alcuni milioni di termostati “intelligenti” e connessi, oltre a rilevatori di fumo e anidride carbonica.

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