Inventario e capitale

Vista nella sua quotidianità, la funzione svolta da un distributore di componenti elettronici appare semplice: ricevere ordini per quantità definite di componenti specifici e spedire i prodotti richiesti ai clienti che li hanno ordinati. Oem e Cem, dal canto loro, devono preoccuparsi solamente della disponibilità dei prodotti loro necessari. Ma il settore della distribuzione svolge una funzione di più ampia portata della quale beneficia il settore della produzione elettronica nel suo complesso: quella di aggregatore di domanda a livello industriale. In realtà si tratta di un effetto secondario dello scambio di denaro per l’acquisto di componenti che avviene su base quotidiana, ma il suo contributo a un funzionamento efficiente della catena di fornitura rappresenta un valido aiuto per l’industria elettronica nel suo complesso. Se non esistessero i distributori, ciascun Oem e Cem dovrebbero assumersi la responsabilità di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, ragion per cui sarebbero costretti a costituire scorte cuscinetto di tutti i materiali necessari, in modo da eliminare i rischi legati a difficoltà di approvvigionamento da parte di ciascun produttore di componenti. Considerando l’intero comparto industriale, il valore dell’inventario “inattivo” presente nei magazzini degli Oem e dei Cem risulterebbe insostenibile. I distributori permettono di assorbire queste esigenze a livello di inventario, contribuendo a compensare su base giornaliera o settimanale le fluttuazioni della domanda per componenti specifici tra centinaia o migliaia di richieste di materiale provenienti dai clienti. Ne consegue che, complessivamente, la quantità totale di inventario non utilizzata detenuta dai clienti è molto inferiore rispetto a quella che sarebbe necessaria in assenza del canale distributivo. Per il singolo Oem e Cem, ciò comporta un ovvio vantaggio: essi possono ridurre in modo sensibile il loro buffer stock e fare maggiore affidamento sulle scorte dei distributori. In questo modo è possibile ridurre i costi legati alla gestione e allo stoccaggio dell’inventario, oltre a minimizzare il rischio di detenere scorte che potrebbero finire per essere inutilizzate, obsolete, perse o danneggiate. Senza dimenticare i benefici in termini di requisiti di capitale operativo per il produttore: le scorte cuscinetto che si trovano sugli scaffali dei magazzini degli Oem e dei Cem utilizzano preziose risorse di capitale che potrebbero essere impiegate in maniera più produttiva per apparecchiature, servizi e infrastrutture. In alternativa, una riduzione complessiva dei requisiti di capitale operativo contribuisce a diminuire i costi di finanziamento del produttore e a migliorare il rapporto tra indebitamento e capitale proprio della società. A livello industriale, dunque, un effetto secondario delle attività di distribuzione che ha riflessi molto positivi è una maggiore efficienza della supply chain del settore elettronico, con una sensibile riduzione dell’inventario che giace inutilizzato nei magazzini.

Vantaggi finanziari

Per alcuni clienti, Future Electronics ha esteso ulteriormente i vantaggi legati al capitale operativo. Nel momento in cui un distributore agisce alla stregua di deposito principale per l’inventario del cliente è il distributore stesso, e non il cliente, che si assume i costi del capitale operativo legato al mantenimento di tali scorte. Le esigenze in termini di capitale operativo possono essere gestite in maniera più efficace nel caso il distributore abbia una buona visibilità circa l’andamento della domanda. Una gestione efficiente della domanda ha riflessi favorevoli sulla gestione dell’inventario, il che si traduce in requisiti meno stringenti per il capitale operativo da parte del distributore. Questo beneficio a livello di capitale operativo può quindi essere trasferito ai clienti. Questo è uno degli obiettivi meno appariscenti del programma Bim (Bonded inventory management) di Future. Questo programma è particolarmente apprezzato dai clienti in quanto si tratta di un vero e proprio piano per la riduzione del rischio: esso prevede infatti che Future mantenga per un periodo di tre mesi un buffer stock dei materiali elettronici utilizzati dal cliente, eliminando quasi totalmente i rischi legati a problemi legati alla catena di fornitura o all’obsolescenza. Come parte del programma Bim, Future prevede anche per i clienti che sono disposti a collaborare sul lungo termine, dilazioni per gli acquisti fatti all’interno di questo programma. Questo si può considerare come una sorta di “premio” per la migliore visibilità che il distributore riesce a ottenere relativamente alle esigenze di materiale dei clienti, poiché il programma Bim richiede previsioni aggiornate su base regolare da parte dei clienti. I partner del programma Bim possono beneficiare di termini di pagamento molto dilazionati, che in alcuni casi raggiungono i 180 giorni. I riscontri avuti dai clienti hanno dimostrato che queste dilazioni abbinate all”allentamento” dei requisiti in termini di capitale operativo, hanno spesso un’importanza strategica dal punto di vista finanziario. Da quando, nel 2008, è esplosa la crisi del credito, l’erogazione dei finanziamenti è divenuta sempre più difficile, soprattutto per i produttori di dimensioni medio-piccole. I più ampi margini di manovra in termini di capitale garantiti dalle dilazioni contribuiscono a migliorare notevolmente le opportunità di pianificazione finanziaria per i produttori. In definitiva, mentre molto spesso la gestione dell’inventario da parte dei produttori è finalizzata al miglioramento dell’efficienza e dell’affidabilità della loro catena di fornitura, i vantaggi in termini di flusso di cassa secondario e di capitale operativo può portare benefici ancora maggiori e i produttori di componenti elettronici dovrebbero valutare con attenzione le potenzialità offerte dai miglioramenti delle condizioni di credito.

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