Ancora lontani della ripresa

La salute economica del settore tecnologico rimane decisamente critica: i comparti rappresentati in Anie Confindustria hanno registrato nel corso del 2013 una flessione del fatturato aggregato dell'11,8%. In un solo anno il fatturato è passato dai 63 miliardi di euro del 2012 ai 56 miliardi di euro del 2013, perdendo ben 7 miliardi di euro. Sono questi i preoccupanti dati presentati dal Presidente Claudio Andrea Gemme nel corso dell'annuale assemblea della Federazione che si è tenuta a Milano il 2 luglio scorso alla presenza di Lisa Ferrarini, Comitato Tecnico per la Tutela del Made In e la Lotta alla Contraffazione di Confindustria; Maurizio Pernice, Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche, Diana Bracco, Presidente di Expo 2015 Spa e Commissario per Padiglione Italia, e del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

Andamento negativo per quasi tutti i settori

Quasi tutti i comparti rappresentati nella Federazione hanno chiuso il 2013 con un andamento di segno negativo. Nello specifico, hanno mostrato le diminuzioni più accentuate i comparti dei componenti elettronici (-11,2%), le tecnologie per la trasmissione di energia elettrica (-9%) e i cavi (-8,3%). In sofferenza anche ascensori e scale mobili (-6,2%), componenti e sistemi per impianti (-5,8%), tradizionali comparti fornitori di tecnologie che si rivolgono a un mercato edile in stagnazione. Fra i comparti in controtendenza, si evidenziano l'automazione industriale, che a fine 2013 ha registrato un incremento annuo del fatturato totale del 3,9%, e i sistemi di trasmissione movimento e potenza, che hanno mostrato una variazione positiva dello 0,7%. Entrambi i comparti hanno beneficiato della domanda di tecnologie innovative da parte delle imprese manifatturiere italiane più competitive e impegnate nella conquista dei mercati esteri. Infine, il comparto sicurezza e automazione edifici ha mostrato una sostanziale tenuta del giro d'affari complessivo (+0,9%), pur in un percorso di graduale rallentamento rispetto agli ultimi anni. In questo quadro difficile pesa soprattutto l'impoverimento del mercato interno. Nel complesso a fine 2013 la domanda nazionale rivolta alle tecnologie Anie ha mostrato un calo del 5,5%. Uno scenario internazionale in costante rallentamento ha limitato nel 2013 anche le potenzialità espresse dalla domanda estera. In chiusura d'anno le esportazioni dei settori Anie hanno mostrato un moderato recupero (+0,8%). Questo andamento continua a essere penalizzato soprattutto dalla fragilità della domanda nell'Unione Europea, a cui si rivolgono oltre la metà delle esportazioni elettrotecniche ed elettroniche italiane. Fra i comparti Anie che nel 2013 hanno visto una crescita più sostenuta delle esportazioni troviamo la produzione di energia da fonti tradizionali (+7,2%), l'illuminotecnica (+3,9%) e gli apparecchi domestici e professionali (+2,3%). Spostando lo sguardo al 2014 le attese per i settori Anie si mantengono incerte. Secondo gli ultimi dati Istat nei primi quattro mesi del 2014 il comparto tecnologico italiano ha registrato nel confronto con il 2013 una cresciuta del fatturato di poco superiore a un punto percentuale, penalizzata ancora una volta dalla costante flessione della domanda nazionale. Il 2014 non sarà dunque l'anno della ripresa: “Le imprese mostrano ancora cautela. Da una recente indagine tra le piccole e medie imprese di Anie è emerso che oltre l'80% delle imprese non vede il 2014 come effettivo anno della ripresa” è il laconico commento di Gemme.

Indietro di un decennio

La fotografia del 2013 risente certamente dei profondi cambiamenti che hanno interessato lo scenario internazionale negli ultimi dieci anni. Guardando all'evoluzione del fatturato aggerato di Anie, a fine 2013 si è ritornati agli stessi livelli in valore del 2003, cioè a poco più di 50 miliardi di euro. Ciò significa che la crisi ha annullato i picchi di crescita antecedenti al 2007, riportando il settore indietro di un intero decennio. Nello sesso periodo di tempo la produzione industriale dei settori Anie è crollata di 30 punti percentuali risentendo soprattutto della forte riduzione dei livelli di attività registrata dopo il picco pre crisi del 2007. Il difficile scenario ha avuto ripercussioni drammatiche anche sulla struttura occupazionale del settore. Tra il 2003 e il 2013 gli occupati nel settore sono diminuiti di circa 50.0000 unità. Di fronte a uno scenario così drammatico le imprese Anie hanno reagito dando impulso al cambiamento. Tra le strategie utilizzate per non soccombere alla crisi ha acquisito un ruolo centrale l'internazionalizzazione, così come l'innovazione tecnologica ha continuato rappresentare un importante driver di sviluppo settoriale. Tra le proposte presentate da Anie per rimettere il Paese sul sentiero della crescita ci sono la necessità di favorire il ritorno della manifattura riducendo l'incidenza degli oneri fiscali e contributivi e di riportare la moralità e l'etica nei pagamenti anche tra i privati, ma anche quella di detassare gli utili reinvestiti in ricerca e in innovazione e di potenziare le forme di collaborazione tra ricerca pubblica e privata e mondo dell'industria.

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